Renzi superstar? Ma proprio no…
Repubblica rivela i retroscena dei rapporti tra il manager tv Lucio Presta e l’ormai ex big del Pd. Il tutto declinato secondo la peggiore politica spettacolo. E nessuno prende posizione…
«Matteo, tu sei una star e ti devi comportare da star».
Il virgolettato è di Repubblica, a pagina 13 dell’edizione di sabato 21 settembre (leggi qui l’articolo). A parlare è Lucio Presta, agente di svariati grossi nomi della Tv e da tempo accanto a Renzi per aiutarlo a promuovere la propria immagine. Una vicinanza che ultimamente si starebbe trasformando in un rapporto più che mai strategico, visto che il titolo del pezzo lo definisce il nuovo guru renziano.
A intervistarlo è Goffredo De Marchis. Che però si guarda bene dal dare giudizi di merito. Delle due l’una: o gli sembra normale, oppure sorvola di proposito. O ritiene che non ci sia nulla di strano e men che meno di deprecabile, nel fatto che l’impresario dei vari Bonolis, Amadeus e Antonella Clerici (e parecchi altri ancora, del medesimo lignaggio o giù di là) tratti un politico di professione come un personaggio dello show-business, oppure pensa di sì, ma preferisce non esporsi.
Ancora più interessante, però, è che la vicenda di giornata si inscrive in una prospettiva ad amplissimo raggio. Mentre i media mainstream si precipitano a sparare a zero sui fenomeni non in linea con il modello dominante, a cominciare dai sovranisti, in tanti altri casi si limitano a descrivere ciò che accade, ma omettono di giudicarlo in modo esplicito. Da un lato la notizia l’hanno data, per cui si cautelano dall’accusa di un silenzio più o meno complice. Dall’altro non dicono apertamente se siano d’accordo o no. Se quella particolare condotta, o tendenza, sia condivisibile o se al contrario vada stigmatizzata come assolutamente nociva e rigettata in blocco.
In apparenza è il trionfo (benché un tantino intermittente…) del giornalismo obiettivo e anglosassone che separa i fatti dalle opinioni. Nella sostanza si innesca nei lettori-spettatori l’abitudine a uno sguardo acritico nei confronti di concezioni aberranti, come appunto il politico-star. Vabbè: ne succedono tante e succede pure questa. Tranquilli: sono solo i nuovi, inarrestabili standard della politica, dell’economia, della società nel suo insieme.
Ufficialmente è informazione. Di fatto, invece, è assuefazione.
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