Due parole sull’IndYgesto
L’IndYgesto è un giornale online di informazione indipendente. Lo scopo dell’ideatore e degli autori è fornire ai lettori spunti per un dibattito nel mondo caotico dell’informazione digitale, che sta sostituendo i media tradizionali.
Perciò si presume che il lettore abbia già un’informazione, anche superficiale, sugli argomenti che verranno trattati.
L’impostazione di questo foglio elettronico è a metà tra il blogging e il giornalismo tradizionale. Del primo si cerca di valorizzare l’aspetto colloquiale, indispensabile per avere un dialogo continuo e, nei limiti del possibile, “confidenziale” col pubblico. Del secondo saranno scrupolosamente osservati i canoni di precisione, imparzialità e rigore nella ricostruzione dei fatti e nell’esposizione delle opinioni.
Tuttavia, è doveroso un avvertimento: L’IndYgesto non è un sito di cronaca, perciò la regola che impone di separare i fatti dalle opinioni non sarà osservata. Si cercherà, al contrario, di fornire interpretazioni motivate e opinioni documentate.
Lo fanno in tanti, spesso senza dirlo e nascondendosi dietro il totem dell’obiettività. L’IndYgesto lo fa e lo dice.
Ovviamente, interpretazioni, opinioni e approfondimenti sono il frutto dell’impostazione culturale dell’ideatore del sito, che si assume tutte le responsabilità di ogni affermazione. Per questo si preferisce usare l’aggettivo “imparziale”, che riflette l’attitudine personale dell’autore di fronte agli argomenti, e non quello “obiettivo”, che indica invece un risultato impossibile da ottenere (e c’è da pensare che chi si definisce obiettivo il più delle volte non sa di che parla o dice bugie).
A proposito di attitudini, L’IndYgesto cercherà di praticarne una il più possibile: la sincerità. Perciò tutti gli errori, che non mancheranno, dovranno essere considerati il frutto della buona fede di chi li commette.
Sarebbe ipocrita dire che L’IndYgesto “è vostro”, come si fa in tutti i giornali per dare l’illusione al lettore pagante di avere un peso reale. È sincero, invece, affermare che L’IndYgesto è “nostro”, perché è il prodotto del nostro impegno, della nostra passione e dei nostri sacrifici, ma si rivolge a voi.
L’ambizione è una sola: che questo lavoro sia apprezzato.
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riguardo all’articolo sul ritardo delle Due Sicilie, riscontro con grande afflizione, che vi riferite alla solita solfa di libri propagandistici, antiborbonici, scritti da autori poco informati. I dati trovati negli archivi da autori meridionalisti non corrispondono affatto con quelli pubblicati da autori “governativi”, i quali dovevano giustificare ad ogni costo i crimini di guerra perpetrati per la colonizzazione e il saccheggio del Sud. I dati sono travisati, anche quelli che risultano a favore del Meridione. La pubblicazione dei libri, per esempio, sal catalogo CLIO, risulta che il numero di libri pubblicati a Napoli era superiore a quello di Milano. Vi piccate di essere un giornale indipendente, forse lo siete, ma obbietivi e informati non lo siete affatto.
Cara Maria,
Ha commentato l’articolo sbagliato. A quale dei vari articoli da noi dedicati al cosiddetto “revisionismo antirisorgimentale” si riferisce?
Dia retta a me: i libri si leggono e si criticano, ma sulla base di un metodo e di conoscenze che Lei non dimostra di avere. Quali sarebbero gli autori “poco preparati”? Ne abbiamo citati tanti e tutti, dico proprio tutti, sono ricercatori che hanno consumato le esistenze in archivi e biblioteche.
Sia un po’ più rispettosa del lavoro altrui.
Cordialmente,
Saverio Paletta
Buongiorno,
Da anni vivo in Francia e sono sempre sorpereso, quando volendo leggere informazioni sull’Italia, storia, cultura, attualità ecc, scopro tanto uso della lingua inglese: stampa, TV, ecc.?
Qualcuno puo spiegarmi perchè per interessarsi all’Italia un italiano deve necessariamente sapere l’inglese?
Grazie
Caro Beppe,
Ce lo chiediamo anche noi. Certo, un sito non generalista come L’IndYgesto non è la sede ideale per cercare risposte. Ma qualche indizio possiamo cercarlo nell’abbassamento di qualità della stampa italiana, sempre più provinciale e sempre meno competitiva a livello globale. Il giornalismo e i media sono ovunque i veicoli della lingua e della cultura dei popoli. Quelli italiani sono lo specchio sin troppo fedele di un Paese che arretra.
Questo in linea generale.
Occorrerebbe approfondire di più il quesito: non è chiaro se lei si riferisce alla scarsità di fonti in lingua italiana (che è un falso problema, perché il web abbonda di siti italiani o in lingua italiana ed è semmai una questione di qualità) o all’abuso dei termini inglesi praticato nei media italiani. In questo secondo caso, noi non deprechiamo l’uso di termini anglosassoni, diventato corrente in Italia (che è meno “purista” della Francia in cui lei vive), ma l’esagerazione. Che è poi un altro sintomo di declino.
Cordiali Saluti
Saverio Paletta