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Poltronisti? Ma questi sono davvero peggio…

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L’accusa di pensare solo alle carriere o alla sopravvivenza elettorale è la più diffusa, sia tra i politici, che se la scambiano vicendevolmente, sia tra i cittadini, che la lanciano alla classe politica. Ma queste polemiche coprono una realtà diversa e più pericoloso…

Pensate solo alle poltrone!. Nelle ultime settimane è l’accusa del momento: ma il fatto stesso che a rimbalzarsela l’un l’altro siano i rappresentanti di questa (miserrima) classe politica dovrebbe far scattare all’istante un campanello d’allarme. Sono baruffe di maniera e di superficie, che si guardano bene dal toccare le vere cause e i veri scopi dell’opportunismo imperante.

E i cittadini?

A molti sembra l’insulto per eccellenza. E nel lanciarlo sono convinti di aver capito alla perfezione il gioco sporco dei partiti. Scagliando l’insulto pensano di sbugiardarli in blocco: voi politici, o politicanti, fate e fareste di tutto pur di rimanere in carica e godere dei relativi privilegi. A cominciare dallo stipendio, che almeno è legale, e per finire a chissà che altro, che in parecchi casi non è legale per niente.

Si sbagliano di grosso.

L’egoismo spicciolo è ovviamente presente (per non dire onnipresente) ma il problema più importante sta altrove. Non è nei vantaggi di cui gode il singolo eletto, ma nell’uso del potere che viene fatto complessivamente da lui e da quelli come lui. Le poltrone sono uno squallido obiettivo per i carrieristi di turno, ma nel loro insieme diventano le tessere di un mosaico ben più insidioso: quello delle misure di governo che verranno prese; delle leggi che verranno approvate; del presidente della Repubblica che verrà imposto per i sette anni successivi; e via enumerando tra gli atti e le norme e le nomine con cui si condiziona il presente e si vincola il futuro. 

Tenere a mente, prego: il bersaglio che viene mostrato apertamente non è mai il bersaglio fondamentale.

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