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La sede non è sicura, ma il Provveditorato non trasloca…

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Da due anni la Provincia di Cosenza tenta di trasferire l’Ufficio scolastico e a marzo è intervenuta l’Azienda sanitaria: locali non sicuri

È, non solo sulla carta, uno dei Provveditorati agli studi più grandi del Sud. L’Ufficio scolastico provinciale di Cosenza si occupa delle scuole di una provincia che, da sola è grande come metà della Calabria con una popolazione di oltre 700mila abitanti. La sfida è con Salerno e Brescia, le due province che la battono per estensione ed abitanti.

Eppure la vicenda di questo ufficio, delicatissimo per gli oneri e per il peso amministrativi, sembra un rebus.

Ci si riferisce alla sede, che prima era in affitto, alle spalle della centralissima corso Mazzini, poi, per effetto della politica dell’ex presidente della Provincia Mario Oliverio – che durante i suoi due mandati, tra il 2004 e il 2014, aveva acquistato molti immobili per azzerare i fitti – è diventata di proprietà.

E che sede, a vederla: gli uffici del Provveditorato ora sono a Corso Telesio, in pieno centro storico, negli immobili della Fondazione Carical, un luogo che odora di Storia e di Architettura, quella vera.

Forse per questo, il dirigente della struttura, Luciano Greco, ci si è affezionato assai, sebbene da un paio di anni i vertici della Provincia e l’Azienda sanitaria provinciale tentino di fargli capire che è meglio traslocare.

In questa richiesta non c’è nessun declassamento: il Provveditorato non tornerà in affitto ma dovrebbe andare in un’altra struttura di proprietà della Provincia, che forse non è bella come l’attuale, però non è malaccio ed è più funzionale.

Ci si riferisce a Palazzo Lecce, a via Montagna, praticamente all’ingresso sud di Cosenza, che fino agli anni ’90 era la sede dell’Istituto per geometri.

Questo palazzo, che in seguito ha ospitato l’assessorato all’Ambiente della Provincia, è praticamente nuovo, ristrutturato di recente e più che agibile. Per di più è in una zona maggiormente accessibile per gli utenti rispetto al centro storico.

Per questi motivi, viene spontaneo chiedersi: perché, nonostante le varie sollecitazioni ricevute dai vertici della Provincia, il dirigente e gli altri impiegati non si sono finora trasferiti lì?

È solo il maggior prestigio della sede attuale o c’è dell’altro? Non sappiamo.

Certo è che queste sollecitazioni sono iniziate a fine 2015, quando la Provincia inizia il suo nuovo corso, in seguito alla riforma Delrio: dopo la trasformazione di questo ente da istituzione territoriale tradizionale, come le Regioni e i Comuni, in ente di area vasta, sono iniziate le sforbiciate al personale – pensionato, prepensionato o trasferito ad altri enti – e quel popò di immobili fatti acquistare da Oliverio, nel frattempo diventato presidente della Regione, non serve più.

Soprattutto, non serve più il famoso grattacielo orizzontale, ex sede della Carical, comprato dalla Provincia nel 2008 per concentrarvi i funzionari di vari dipartimenti e inaugurato in pompa magna l’anno successivo. Dopo le spese è il momento del risparmio e l’ente mette in vendita il palazzone, diventato troppo grande e costoso a fronte di un personale in progressiva diminuzione.

Ora, che c’entra tutto questo con il Provveditorato? C’entra perché, a sentire i bene informati, l’attuale presidente Franco Iacucci vorrebbe utilizzare la sede di Corso Telesio per i dipendenti del Dipartimento viabilità, che sono dipendenti diretti della Provincia e perciò preferirebbe sistemarli vicino alla sede principale dell’ente, che è a piazza XV marzo, a pochissimi passi dell’attuale palazzo occupato dall’Ufficio scolastico provinciale.

Sulle prime, sempre a sentire i bene informati, il dirigente dell’Ufficio, avrebbe addotto come motivazione per il mancato trasferimento l’eccessivo carico di lavoro della propria struttura che sarebbe stato intralciato dall’eventuale trasferimento.

Purtroppo la situazione è precipitata a marzo, in seguito alla visita di un ispettore dell’Asp,che ha rilevato la scarsa agibilità e le carenze igieniche dei locali e avrebbe segnalato il tutto anche all’Ufficio scolastico regionale.

A questo punto l’unica vera motivazione per restare a Corso Telesio sarebbe il numero dei dipendenti, che è variabile: quelli fissi, cioè di carriera nella struttura amministrativa, sono 42, a cui si devono aggiungere i distaccati, cioè docenti rimasti senza cattedra che, in alternativa al trasferimento (fuori provincia o, peggio, fuori regione) vengono impiegati come burocrati. Questi ultimi sono una ventina circa. Ma anche in questo caso il problema non sussisterebbe, perché la nuova sede può ospitare fino a 72 persone.

Una domanda per concludere: come mai la Provincia vuol trasferire del personale in una sede considerata non sicura? È facile intuire che i vertici dell’ente siano disposti a spendere per alloggiare i propri dipendenti più che per quelli altrui, come quelli dell’Ufficio scolastico, verso i quali ha semplicemente obblighi logistici e per i quali c’è già pronta una sede nuova.

In ogni caso, questa vicenda ha tutta l’aria di un braccio di ferro destinato a protrarsi.

 

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Saverio Paletta, classe 1971, ariete, vive e lavora a Cosenza. Laureato in giurisprudenza, è giornalista professionista. Ha esordito negli anni ’90 sulle riviste culturali Futuro Presente, Diorama Letterario e Letteratura-Tradizione. Già editorialista e corrispondente per il Quotidiano della Calabria, per Linea Quotidiano e L’Officina, ha scritto negli anni oltre un migliaio di articoli, in cui si è occupato di tutto, tranne che di sport. Autore di inchieste, è stato redattore de La Provincia Cosentina, Il Domani della Calabria, Mezzoeuro, Calabria Ora e Il Garantista. Ha scritto, nel 2010, il libro Sotto Racket-Tutti gli incubi del testimone, assieme al testimone di giustizia Alfio Cariati. Ha partecipato come ospite a numerose trasmissioni televisive. Ama il rock, il cinema exploitation e i libri, per cui coltiva una passione maniacale. Pigro e caffeinomane, non disdegna il vino d’annata e le birre weisse. Politicamente scorretto, si definisce un liberale, laico e con tendenze riformiste. Tuttora ha serie difficoltà a conciliare Benedetto Croce e Carl Schmitt, tra i suoi autori preferiti, con i film di Joe d’Amato e l’heavy metal dei Judas Priest. [ View all posts ]

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