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Il salone espositivo della Scuola Grande

Pro Biennale: Venezia riscopre l’arte contro la crisi

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La manifestazione, presentata da Vittorio Sgarbi, è iniziata il 22 luglio ed è allestita nella Scuola Grande di San Teodoro. Personalità dell’arte e della cultura a confronto per rilanciare la città dopo la crisi e la pandemia

È partita col botto la Pro Biennale, manifestazione presentata da Vittorio Sgarbi e allestita negli spazi della Scuola Grande di San Teodoro e del Palazzo Ivancich e aperta al pubblico fino al 7 agosto.

Venezia ha inaugurato il 22 luglio una kermesse di artisti italiani e internazionali in cui spiccano la qualità e bellezza nelle opere esposte. Con questa rassegna si rivaluta l’importanza della sperimentazione e del figurativo, cosa importante specie in questo periodo di crisi economica internazionale. Affascinano i ritratti, in particolare quelli dedicati a Sgarbi, e non mancano le opere astratte intriganti per gli effetti cromatici e geometrici.

Vittorio Sgarbi presenta la Pro Biennale (foto di Massimo Procopio)

La rassegna porta i contributi di importanti personalità del mondo della cultura, della politica e dello spettacolo. Oltre Sgarbi e il curatore di mostre e grandi eventi Salvo Nugnes (tra l’altro organizzatore dell’iniziativa), troviamo: il soprano Katia Ricciarelli, Morgan, la scrittrice e psicoterapeuta Maria Rita Parsi, la giornalista e scrittrice Silvana Giacobini, già direttrice di Chi e di Diva e Donna, e il direttore di Tgcom24 Paolo Liguori. Ma anche il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, l’assessora al Turismo Paola Mar, il presidente della regione Veneto Luca Zaia, l’artista José Dalí, figlio di Salvador Dalí, la giornalista Rai Antonietta Di Vizia e il fotografo internazionale Roberto Villa, amico di Pier Paolo Pasolini e di Dario Fo. Fino ad arrivare al premio Oscar Gianni Quaranta, a Carlo Motta di Editoriale Giorgio Mondadori, Patrick, vincitore morale del Grande Fratello Vip e inviato speciale di Striscia la Notizia, e la giornalista di Rete Veneta Angelica Montagna.

Oggi fare il critico d’arte, ricorda Sgarbi, «non é come negli anni ’50 quando gli artisti si potevano contare e se ne poteva fare una piantina in ogni regione». Il panorama degli artisti è aumentato moltissimo e la numerosa presenza femminile è in risalto, cosa che cinquant’anni fa era inimmaginabile .

Fare il critico d’arte e selezionare è difficile, ma l’intenzione di questa manifestazione è far emergere qualità e creatività. Per gli amanti dell’arte contemporanea suggeriamo di visitare questa rassegna capace di regalare ancora bellezza.

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