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Virus e Calabria, niente elogi dal New York Times per Jole

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In molti hanno considerato il servizio del grande quotidiano americano un complimento alla presidentessa calabrese Jole Santelli. In realtà tutto si limita a due citazioni e pochi virgolettati all’interno di un report vastissimo. Ci si accontenta davvero di poco per far propaganda…

Certi tic di provincia non si smentiscono proprio mai. Di questa tenacia fornisce un esempio, eccellente il giubilo campanilista esploso soprattutto sulle testate calabresi, tradizionali e oniline, che hanno fatto a gara a citare un articolo del prestigiosissimo New York Times in cui si sarebbero tessuti gli elogi di Jole Santelli, per la prontezza con cui sarebbe intervenuta per tutelare la Calabria dall’aggressione della pandemia.

La presidentessa calabrese Jole Santelli

Nulla di male a citare la presidentessa calabrese, ci mancherebbe. Soprattutto perché, chiudendo i collegamenti dal e al territorio regionale ha fatto il suo dovere.

Anzi, lo ha fatto due volte: innanzitutto come vertice (e quindi responsabile) politico-amministrativo del territorio e poi come responsabile amministrativa che ha confermato in pieno lo spirito e la forma dei decreti governativi.

L’elogio, di questi tempi, ci starebbe pure, considerato il basso livello di responsabilità medio di tutte le classi politiche della Penisola. Ma questo non giustifica affatto l’enfasi con cui la presidentessa, nel ringraziare la celebre testata americana, ha parlato nientemeno che di modello calabrese nel contrasto al virus.

Leggere per credere:

«Nell’articolo si raccontano i problemi posti dal Coronavirus nel Mezzogiorno ma anche il modo in cui si è reagito proponendo come esempio il caso della Calabria e le misure adottate per prevenire una disastrosa diffusione del virus».

Jason Horowitz, l’autore del reportage del New York Times (foto di Andrew Testa)

Nell’articolo scritto da Jason Horowitz (il capo dell’ufficio di corrispondenza romano del Nyt) c’è solo un’affermazione, più veritiera che elogiativa, sull’operato della governatrice: «Helping prevent a disastrous outbreak». E cioè, alla lettera: «Aiutando a prevenire un disastroso scoppio». In nessun altro punto del suo corposo report sulla diffusione del contagio al Sud Horowitz si sofferma sulla provvidenzialità della decisione della Santelli, che al massimo definisce drastica.

Ciò che colpisce, semmai, nell’articolo dell’inviato americano (che dovrebbe comunque conoscere a fondo la situazione del nostro Paese) è l’angolo visuale prescelto: quello calabrese, che assimila alla situazione complessiva del Sud in maniera un pochino esagerata.

Le vicende calabresi e i relativi protagonisti, a partire dalla Santelli, risultano preponderanti, col rischio di appiattire la descrizione del Sud, che è una realtà varia e complessa, sulla sua parte più profonda.

Horowitz, infatti, salta a piè pari la Basilicata, seconda regione per basso numero di contagi, e si limita, nella parte finale del pezzo, a citare en passant Vincenzo De Luca sui problemi del lavoro nero e sull’emergenza camorristica in Campania e la proposta del presidente pugliese Michele Emiliano di anticipare la riapertura del Sud per allocarvi pazienti e spezzoni di economia del Nord. La Sicilia fa la parte della Cenerentola, con la menzione finale delle lamentele di Cateno De Luca, il sindaco di Messina.

Ovviamente questi sono problemi del pubblico americano, che magari è di bocca buona e si accontenta di pensare che la regione più arretrata del Mezzogiorno sia il Mezzogiorno tout court. Ma non possono essere problemi del pubblico italiano e meridionale in particolare.

SperVicienzo, un’immagine satirica di Vincenzo De Luca

A voler essere un po’ pignoli, i fattori che hanno salvato Calabria e Basilicata dall’ecatombe sono di due tipi: le decisioni politiche altrui e la marginalità geografica unita all’orografia dei territori.

Senz’altro la decisione della Santelli è stata drastica. Ma chiudere una regione dall’imboccatura stretta (l’area del Pollino) e quindi facilmente controllabile non è impossibile. È stato piuttosto difficile, semmai, tenere a bada moloch come la Campania, in cui, a partire da Napoli, ci sono i centri a più alta densità abitativa d’Europa. Nei fatti, la chiusura della Campania ha creato il tappo che ha isolato Basilicata e Calabria. E De Luca, il presidente campano, non ha fatto altro che inasprire le misure draconiane imposte dal governo centrale, che poi sono state riprese anche in Calabria. E per fortuna.

Aver fatto il proprio dovere è un merito, ma da qui a farsi passare per caso o modello è eccessivo. Per fortuna, la Santelli ha fatto la prima cosa. Ma, purtroppo, ha fatto anche la seconda.

Diciamo pure che è tutta colpa di una specie di riflesso condizionato, tipico di tutti i leader delle zone marginali: pensare che il prestigio e la diffusione di media grandi (e lontani) possano coprire le polemiche dei media locali, piccoli (ma a volte sin troppo vicini…) e trasformare un virgolettato o qualche inquadratura in propaganda.

Michele Emiliano, il presidente della Regione Puglia

Certo, la pandemia non è colpa della Santelli, che è stata costretta ad affrontare un’emergenza pesantissima a nemmeno tre mesi dal suo insediamento. Ma, nell’affrontarla, la presidentessa non ha fatto nulla di più o di meglio di quanto abbiano fatto altri governatori e sindaci del Sud, alcuni dei quali hanno francamente ecceduto in zelo inutile (ne è un esempio la tentata chiusura delle edicole in varie zone).

Siamo sicuri che alla governatrice calabrese, una volta passata l’emergenza, non mancheranno le occasioni di dimostrare la sua bravura.

Speriamo solo che il New York Times sia altrettanto pronto a raccontarle…

Per saperne di più:

L’articolo originale del New York Times

La traduzione integrale dell’articolo del New York Times

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Saverio Paletta, classe 1971, ariete, vive e lavora a Cosenza. Laureato in giurisprudenza, è giornalista professionista. Ha esordito negli anni ’90 sulle riviste culturali Futuro Presente, Diorama Letterario e Letteratura-Tradizione. Già editorialista e corrispondente per il Quotidiano della Calabria, per Linea Quotidiano e L’Officina, ha scritto negli anni oltre un migliaio di articoli, in cui si è occupato di tutto, tranne che di sport. Autore di inchieste, è stato redattore de La Provincia Cosentina, Il Domani della Calabria, Mezzoeuro, Calabria Ora e Il Garantista. Ha scritto, nel 2010, il libro Sotto Racket-Tutti gli incubi del testimone, assieme al testimone di giustizia Alfio Cariati. Ha partecipato come ospite a numerose trasmissioni televisive. Ama il rock, il cinema exploitation e i libri, per cui coltiva una passione maniacale. Pigro e caffeinomane, non disdegna il vino d’annata e le birre weisse. Politicamente scorretto, si definisce un liberale, laico e con tendenze riformiste. Tuttora ha serie difficoltà a conciliare Benedetto Croce e Carl Schmitt, tra i suoi autori preferiti, con i film di Joe d’Amato e l’heavy metal dei Judas Priest. [ View all posts ]

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