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I dolori dell’industria in pellicola. Dai disastri ambientali alla vita di chi suda

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Cento opere fotografiche in mostra a Bologna sui temi del lavoro dall’età contemporanea alla postmodernità

Il mondo della fotografia, oltre che attrarre per la sua bellezza estetica di opera d’arte, ha diverse funzioni sociali. Infatti, vi sono diversi generi di fotografia, come quella dedicata ai documentari, ai reportage, alla moda e all’arte nel senso più ampio del termine.

Da qualche tempo la fotografia ha acquistato maggiore valore artistico e estetico e ha assunto un valore sociologico importante. Di recente Mast Gallery di Bologna, ha promosso un genere particolare: la foto industriale. Allo scopo, ha attinto dalla sua collezione oltre cento opere di sessantasette autori dagli anni venti ad oggi per realizzare una rassegna intitolata La Forza delle immagini, che resterà aperta al pubblico fino al 24 settembre.

La rassegna curata da Urs Stahel ci introduce nel mondo del lavoro industriale e dei suoi innumerevoli cambiamenti fino a mostrare la terribile realtà del disastro ambientale della discarica di Dhaka nel Bangladesh. Altre immagini riprendono la realtà dei lavoratori, operai e manager, isolati nel loro mondo lavorativo.

Le immagini presentate in questa mostra ci introducono in un universo iconografico fatto di presenze e stati d’animo che fanno conoscere più da vicino il contraddittorio mondo del lavoro e dell’industria. L’uomo inerme davanti ai macchinari industriali presentano nuove identità sociali.

Fra gli artisti, tutti noti, citiamo alcuni nomi: Berenice Abbott, Richard Avedon, Margaret Bourke-Wite, Thomas Demand, Simone Denandt, Masahise Fukase, Jim Goldemberg, Pepi Merisio e altri.

Le opere esposte hanno un forte potere emozionale che consente all’osservatore di capire meglio l’immagine riprodotta con il terzo occhio della macchina fotografica e di provare emozioni forti perche le opere hanno una grande forza estetica come spiega il filosofo Peter Sloterdijk nel suo libro L’imperativo estetico.

Carmelita Brunetti

 

 

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Saverio Paletta, classe 1971, ariete, vive e lavora a Cosenza. Laureato in giurisprudenza, è giornalista professionista. Ha esordito negli anni ’90 sulle riviste culturali Futuro Presente, Diorama Letterario e Letteratura-Tradizione. Già editorialista e corrispondente per il Quotidiano della Calabria, per Linea Quotidiano e L’Officina, ha scritto negli anni oltre un migliaio di articoli, in cui si è occupato di tutto, tranne che di sport. Autore di inchieste, è stato redattore de La Provincia Cosentina, Il Domani della Calabria, Mezzoeuro, Calabria Ora e Il Garantista. Ha scritto, nel 2010, il libro Sotto Racket-Tutti gli incubi del testimone, assieme al testimone di giustizia Alfio Cariati. Ha partecipato come ospite a numerose trasmissioni televisive. Ama il rock, il cinema exploitation e i libri, per cui coltiva una passione maniacale. Pigro e caffeinomane, non disdegna il vino d’annata e le birre weisse. Politicamente scorretto, si definisce un liberale, laico e con tendenze riformiste. Tuttora ha serie difficoltà a conciliare Benedetto Croce e Carl Schmitt, tra i suoi autori preferiti, con i film di Joe d’Amato e l’heavy metal dei Judas Priest. [ View all posts ]

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