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I segreti dell’alta finanza e i padroni del nuovo ordine globale

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Presentato a Montecitorio “Come si comanda il mondo”, di Giorgio Galli e Mario Caligiuri

Che c’entrano i padri della teoria dell’élite con gli assetti della finanza globale, legale o meno che sia? Inoltre: il declino della politica, che si traduce in un’incapacità di incidere delle (e nelle) democrazie è un declino tout court o è determinato (o quantomeno condizionato) da altri fattori? E ancora: esiste davvero quella che gli studiosi più recenti definiscono superclass, cioè un ceto dirigente politicamente irresponsabile che gestisce le sorti della società contemporanea, o è solo dietrologia? Esiste davvero una lobby o esistono davvero più lobby che gestiscono in maniera ferrea il potere reale senza controllo né obbligo di rendiconto alcuno?

Secondo Giorgio Galli, il decano dei politologi italiani, e Mario Caligiuri, il direttore del Master in Intelligence dell’Università della Calabria, queste riflessioni non sono solo l’esito di una subcultura allevata nel mito della teoria del complotto. Anzi, niente subcultura né miti. È tutto vero. Questo potere c’è. E siccome non c’è potere senza potenti, ci sono anche i suoi titolari.

I due studiosi hanno cercato, riuscendoci, di tracciare un identikit della razza padrona che si è affermata dalla fine della guerra fredda in Come si comanda il mondo. Teorie, volti, intrecci (Rubbettino, Soveria Mannelli 2017).

Alcune succose anticipazioni sul volume sono uscite nel corso del convegno di presentazione del libro svoltosi il 23 novembre nella sala Nilde Iotti di Montecitorio e al quale hanno partecipato, oltre i due autori, il questore della Camera Stefano Dambruoso, che ha portato i saluti istituzionali, il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri e il direttore del Centro studi americani Paolo Messa, che hanno relazionato sul libro, e l’editore Florindo Rubbettino, nelle vesti di moderatore.

A proposito di dietrologie, val la pena di citare la frase che, a mo’ di slogan, condensa il contenuto del volume: «Il nome di James Stanley significherà molto poco eppure è la prima delle 65 persone che realmente influenzano i destini del pianeta».

Infatti, lo si trova a stento su Google, dove è possibile reperire i dati ufficiali delle sue attività finanziarie. Come a dire che, nella società dell’informazione globalizzata, il potere vero tende a nascondersi dietro muraglie di calcoli e cortine di cifre sparse, dove il fumo dei numeri rivela e copre la combustione fredda di un potere ad alta intensità.

A questo punto è chiaro che la sfida di Galli e Caligiuri non è tra le più semplici: tradurre in una cifra scientificamente apprezzabile un materiale denso ma sfuggente, trattato finora perlopiù da giornalisti assetati di dietrologia e a caccia di scoop.

«Il tema di questo libro», ha spiegato Rubbettino in apertura dei lavori, «non è stato finora trattato a livello scientifico e nessuno ha posto in evidenza, sempre a livello scientifico, il peso delle élite finanziarie, che si riproducono per cooptazione e le cui composizione e consistenza sono sconosciute ai più».

Tra questi più, ovviamente, non ci sono i due studiosi. Ma la forza della finanza è anche l’esito (o, se si vuole insistere nella dietrologia, anche la causa) della debolezza della politica. Questo aspetto perverso dei rapporti di potere è stato richiamato, con accenti diversi, da Messa e Ferri. Infatti, secondo il direttore del Centro studi americani «nel volume è implicito il forte appello alla politica perché si riappropri del suo primato e contribuisca a ridurre le diseguaglianze sociali». Secondo il sottosegretario, invece, il punto di forza di Come si comanda il mondo è «la sua funzione pedagogica, indispensabile nella formazione i informazione dei cittadini delle democrazie moderne». Il sottinteso di Ferri è tragico, sebbene espresso in maniera elegante: il potere invisibile tende a diventare un potere spesso illegale e, in casi sempre meno rari, criminale. Non a caso, nella sua lunga carrellata, il sottosegretario ha insistito sul ruolo delle mafie e di alcune lobby.

Ma qual è la ricetta che distingue davvero Come si comanda il mondo rispetto ai tanti volumi dai titoli sensazionalistici che ingombrano interi scaffali delle librerie?

Giorgio Galli ha svelato almeno uno degli arcani: «Non è vero che il potere sia nebuloso e difficile da individuare, poiché risiede in gran parte nel nocciolo del capitalismo mondiale, che si identifica nei dirigenti apicali delle cinquanta multinazionali finanziarie individuate da uno studio del Politecnico di Zurigo, su cui si basa il nostro libro». Il che vuol dire due cose: che il potere è sempre visibile per chi lo sa cercare e che cercare e conoscere il potere è il miglior modo per non subirlo.

E infatti, ha aggiunto Galli, «il nostro lavoro non intende demonizzare, ma capire e aiutare a capire chi sono effettivamente le élite che determinano le scelte politiche di fondo, come si relazionano e come si formano».

La cassetta degli attrezzi utilizzata dai due studiosi è prestigiosa: è la teoria delle élite elaborata tra la fine dell’Ottocento e gli anni ’30 da Gaetano Mosca, Vilfredo Pareto e Robert Michels. Ed è proprio l’applicazione dei criteri euristici elaborati dai tre fondatori della scienza politica moderna al mondo dell’alta finanza la carta vincente del volume. Questa scelta impegnativa sottende anche, almeno per quel che riguarda l’Italia, una tirata d’orecchi alle cordate finora dominanti nel mondo accademico, che spesso hanno spinto nell’oblio, magari dopo averlo contestato sulla base di pregiudizi ideologici, questo importante filone del pensiero politico, con il risultato di spuntare le armi non solo alla scienza, ma addirittura alla politica.

Caligiuri ha concluso i lavori con una frase ad effetto: «Estrarre il segnale dal rumore». Ovvero «imparare a identificare la realtà nel marasma di informazioni spesso errate, confuse e artatamente distorte che caratterizzano la società attuale in cui la comunicazione globale e in tempo reale si traduce spesso in disinformazione».

Serve altro? Probabilmente sì: leggere Come si comanda il mondo per capirne di più su chi, quasi senza farsene accorgere, ci comanda per davvero.

 

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Saverio Paletta, classe 1971, ariete, vive e lavora a Cosenza. Laureato in giurisprudenza, è giornalista professionista. Ha esordito negli anni ’90 sulle riviste culturali Futuro Presente, Diorama Letterario e Letteratura-Tradizione. Già editorialista e corrispondente per il Quotidiano della Calabria, per Linea Quotidiano e L’Officina, ha scritto negli anni oltre un migliaio di articoli, in cui si è occupato di tutto, tranne che di sport. Autore di inchieste, è stato redattore de La Provincia Cosentina, Il Domani della Calabria, Mezzoeuro, Calabria Ora e Il Garantista. Ha scritto, nel 2010, il libro Sotto Racket-Tutti gli incubi del testimone, assieme al testimone di giustizia Alfio Cariati. Ha partecipato come ospite a numerose trasmissioni televisive. Ama il rock, il cinema exploitation e i libri, per cui coltiva una passione maniacale. Pigro e caffeinomane, non disdegna il vino d’annata e le birre weisse. Politicamente scorretto, si definisce un liberale, laico e con tendenze riformiste. Tuttora ha serie difficoltà a conciliare Benedetto Croce e Carl Schmitt, tra i suoi autori preferiti, con i film di Joe d’Amato e l’heavy metal dei Judas Priest. [ View all posts ]

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