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Supereroi italiani, li racconta Chiara Mognetti

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Intervista all’editrice che da quindici anni ha sperimentato un’originale “italian way” al fantastico. Da Capitan Nova a Garibaldi vs. Zombies, la sci-fi e l’horror (mescolati alla grande con un pizzico di sana follia) parlano la nostra lingua con orgoglio e raccontano l’immaginario popolare dell’Italia profonda

Dapprincipio fu il marketing. Poi venne la creatività pura. Entrambi premiati da un forte successo, che sta portando i prodotti di Emmetre Edizioni da una nicchia numerosa e ben frequentata al mainstream.

La piccola e combattiva casa editrice si prepara a conquistare il mercato da Oleggio, nel Novarese, con quelle che il sito web aziendale definisce super-idee.

Una copertina di Capitan Novara Magazine

Tra queste, l’intuizione di attingere all’immaginario popolare italiano, pieno di leggende, storie e personaggi fantastici, per creare un particolare filone di super eroi, a cavallo tra horror, fantasy e, ovviamente, science fiction.

Già, chi lo dice che il fantastico italiano si è fermato a Tasso, Ariosto e Basile? Ed è – ancora – vero che Iron Man, Thor, Superman e Batman debbano per forza avere alter ego umani statunitensi?

Il tabù italiano del fantastico, a dirla tutta, era già stato incrinato dal cinema a partire dagli anni’70, quando Dario Argento, Lucio Fulci e Mario Bava erano riusciti a dimostrare, alla faccia di certa critica ideologizzata e allora egemone, che ci si poteva spaventare anche in Italia, ad opera di mostri e assassini italiani e a dispetto dell’immagine sole, spaghetti, pizza e mandolini del Belpaese.

Ma i supereroi no. Essi, anche quando ideati da sceneggiatori italiani, dovevano per forza essere anglofoni, in ossequio a un complesso di inferiorità potenziato dal predominio di un certo canone realista (in realtà gramsciano) che ha predominato nella nostra letteratura.

Forse il successo di Garibaldi vs. Zombies, ultimo prodotto della Emmetre può essere un’ulteriore spallata a questo tabù antifantastico. Un successo di nicchia, senz’altro. Ma pure un successo propiziato da una grande qualità, prodotto dell’incontro di due firme di prima grandezza del fumetto italiano.

Chiara Mognetti, la patrona di Emmetre Edizioni

Sono il disegnatore bonelliano Fabrizio De Fabritiis (autore tra l’altro delle tavole di Dragonero Adventures e di Zagor-I racconti di Darkwood) e il soggettista e sceneggiatore Andrea Guglielmino, che vanta un curriculum chilometrico come antropologo, fumettista, critico cinematografico (va da sé, con una passione smodata per horror e b movies), giornalista e romanziere.

Sotto le loro penne e matite Garibaldi passa dalla Storia alla mitologia, come mai era capitato prima, e assume le sembianze di un umanissimo supereroe intento a combattere morti viventi e un vilain a metà tra lo stregone vudù e il mad doctor.

Questo graphic novel, che ha superato a tempi record le soglie del crowdfunding, è il punto di arrivo di un’avventura iniziata, come si diceva in apertura, dal marketing e approdata all’editoria. Protagonista dell’iniziativa, l’imprenditrice Chiara Mognetti, titolare della Emmetre Service, l’agenzia pubblicitaria da cui è iniziato tutto, e fondatrice della Emmetre Edizioni, che gestisce con De Fabritiis, suo marito.

La copertina di Garibaldi vs Zombies

Con Garibaldi vs. Zombies avete dimostrato ancora una volta che i super eroi possono benissimo essere italiani di madrelingua e non per traduzione o importazione. Ma la vostra scommessa risale a un bel po’ d’anni fa. E ha un nome: Capitan Nova. Ne vogliamo parlare?

Capitan Nova, in origine, era Capitan Novara. Lo inventammo per illustrare una striscia di fumetti particolare, costituita da una mini storia, che pubblicavamo sui tovaglioli di carta in uso ai bar e alle mense. Metà del fazzoletto era riempito dalla striscia, l’altra metà era riservata agli sponsor.

In pratica un free press mangereccio…

In pratica sì, ma debbo dire che ebbe un certo successo: pubblicammo, a richiesta del pubblico, varie puntate e fummo premiati nel 2007 dalla Camera di Commercio di Milano.

È venuta da questo successo l’idea di creare una casa editrice specializzata in fumetti?

Sì. Prima ancora di iniziare a lavorare a queste idee io e mio marito avevamo fatto una piccola scommessa: ci chiedevamo come mai non esistessero eroi fantastici tutti italiani. Certo, la Bonelli produceva molto fantastico e con un successo lusinghiero. Ma tutto era basato su un immaginario non italiano: Dylan Dog, ad esempio, è inglese e agisce a Londra; Nathan Never vive nelle megalopoli stile Blade Runner, ma è un personaggio di ispirazione americana, e via discorrendo.

Insomma, si può fare fantastico in Italia, a patto che non sia italiano…

Eppure, lo dico senza nazionalismi di sorta, le nostre tradizioni popolari, come ha dimostrato a suo tempo Italo Calvino, sono ricchissime di stimoli e spunti. Tant’è che io e Fabrizio decidemmo che se mai avessimo fondato una casa editrice, avremmo sperimentato con l’immaginario italiano.

Il disegnatore Fabrizio De Fabritiis

La casa editrice è nata nel 2008…

Sì, su richiesta delle persone, che volevano continuare a leggere Capitan Novara. Il primo prodotto editoriale è stato Capitan Novara Magazine. Poi, nel 2010, abbiamo deciso di accorciare il nome del personaggio in Capitan Nova.

Avete creato anche un altro personaggio: Comandante Italia.

Rispetto a Capitan Nova, che è la versione italiana di Capitan America, Comandante Italia è meno supereroe: è un militare molto scanzonato, che ricorda Hannibal Smith del mitico A-Team.

I vostri pezzi forti sono i Guardiani Italiani: questi supereroi provengono un po’ da tutte le regioni e richiamano molte tradizioni.

Ne cito tre, senza togliere nulla agli altri: Sa Bisera, che è ispirata a una figura inquietante dell’immaginario sardo, Bandito, che è il fantasma del brigante Domenico Tiburzi, e Traku, che è un personaggio ispirato ad alcuni miti popolari calabresi.

E veniamo a Garibaldi vs. Zombies, un graphic novel pieno di citazioni e privo di un genere preciso perché ne contiene almeno tre: il romanzo storico, l’horror e la science fiction. Da dove è nata l’idea?

Ci siamo ispirati a un filone cinematografico piuttosto trash che ha avuto un certo successo negli Usa alcuni anni fa, grazie all’intuizione di mescolare personaggi storici reali o letterari con trame horror-fantascientifiche: mi riferisco a titoli come Abraham Lincoln vs. Zombies, Orgoglio, pregiudizio e zombi e Dead Snow. Tuttavia, ci mancava il personaggio forte da usare come protagonista.

Una tavola di Garibaldi vs. Zombies

Come mai proprio Garibaldi?

Per caso e, mi si perdoni la battuta, per vizio: l’idea è venuta ad Andrea Guglielmino, mentre fumava un sigaro…

…un Garibaldi…

Esatto. Ma c’è da dire che, tra tutti i personaggi reali della storia italiana, Garibaldi è quello che si avvicina di più al mito. E quindi, capace di diventare supereroe. È una figura assolutamente positiva, a cui si può rimproverare l’ingenuità ma di cui non si può mettere in dubbio l’anelito al bene e alla libertà.

Eppure c’è chi ha sgradito la scelta. Ci si riferisce alle polemiche scatenate da varie persone di orientamento neoborbonico sulla vostra pagina Facebook.

Ce ne hanno dette varie, tra cui l’accusa di essere nemici del Sud. Ed è stato ridicolo che mio marito abbia dovuto ricordare a costoro di avere radici meridionali, più specificamente abruzzesi. Ma c’è da dire che queste polemiche sono state puntualmente rintuzzate da molti followers.

Ma vi aspettavate una reazione così virulenta?

Francamente no. Tuttavia, in momenti di crisi profonda come quelli che attraversiamo, capita questo e peggio.

Cosa pensate di questi movimenti d’opinione che cercano di accreditarsi come meridionalisti?

Non li conosco bene. Non abbastanza da formulare un giudizio completo. Però, da quel che ho visto, mi sono fatta una convinzione: noi abbiamo elaborato un prodotto di pura fantasia, che prende spunto dalla realtà storica, ma senza alcuna pretesa di voler fare storia. Loro fanno il contrario, partono da ricostruzioni di fantasia e tentano di farle passare per storia. Credo che Garibaldi vs. Zombies sia più divertente e istruttivo di certe tesi, che sarebbe difficile far finire in un fumetto…

Il soggettista sceneggiatore Andrea Guglielmino

Quindi c’è posto per un immaginario italiano nel fantastico, soprattutto ora che il fumetto si è evoluto da oggetto di consumo in oggetto artistico?

La risposta del pubblico è stata positiva: il crowdfunding ha raggiunto notevoli risultati in poco più di una settimana e credo che, prima della chiusura, avremo ampiamente superato i risultati previsti.

Garibaldi vs. Zombies uscirà in due versioni, italiana e inglese. C’è domanda pure all’estero per prodotti culturali come questo?

Sì. Ma, per restare a Garibaldi, c’è un forte interesse estero anche per il personaggio vero. Logico che il fumetto brilli della sua luce riflessa.

(a cura di Saverio Paletta)

Per saperne di più:

Il sito web di Emmetre Edizioni

Il sito web dei Guardiani Italiani

Leggi anche:

La recensione a Garibaldi vs. Zombies

Da ascoltare (e da vedere):

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Saverio Paletta, classe 1971, ariete, vive e lavora a Cosenza. Laureato in giurisprudenza, è giornalista professionista. Ha esordito negli anni ’90 sulle riviste culturali Futuro Presente, Diorama Letterario e Letteratura-Tradizione. Già editorialista e corrispondente per il Quotidiano della Calabria, per Linea Quotidiano e L’Officina, ha scritto negli anni oltre un migliaio di articoli, in cui si è occupato di tutto, tranne che di sport. Autore di inchieste, è stato redattore de La Provincia Cosentina, Il Domani della Calabria, Mezzoeuro, Calabria Ora e Il Garantista. Ha scritto, nel 2010, il libro Sotto Racket-Tutti gli incubi del testimone, assieme al testimone di giustizia Alfio Cariati. Ha partecipato come ospite a numerose trasmissioni televisive. Ama il rock, il cinema exploitation e i libri, per cui coltiva una passione maniacale. Pigro e caffeinomane, non disdegna il vino d’annata e le birre weisse. Politicamente scorretto, si definisce un liberale, laico e con tendenze riformiste. Tuttora ha serie difficoltà a conciliare Benedetto Croce e Carl Schmitt, tra i suoi autori preferiti, con i film di Joe d’Amato e l’heavy metal dei Judas Priest. [ View all posts ]

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