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Eurobond, una svolta per l’Europa

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I titoli di debito europei sono, al momento, il rimedio principale alla fragilità dell’Ue e dei suoi membri e in prospettiva potrebbero avviare il processo di integrazione politica dell’Unione

È arrivato il momento di una svolta epocale in Europa? Gli Stati più scettici si rendono conto che l’Unione Europea è fragile esattamente come i singoli Paesi che la compongono?

A questo punto è imprescindibile avviare una riforma dell’assetto economico-istituzionale europeo. Un cambiamento di impostazione che, da un lato, rafforzi ulteriormente la legittimità democratica delle istituzioni europee, le porti a compiutezza e faccia superare il concetto di Unione come semplice somma di Stati europei che “decidono” mediante dei trattati.

L’obiettivo dovrebbe esser quello di ricostruire un sistema economico-finanziario e di welfare dall’impronta più solidale e meno legata alle prospettive dei mercati, con lo scopo di proteggere l’economia del continente dalle turbolenze finanziarie, perseguire lo sviluppo sostenibile e consentire ai cittadini europei condizioni di vita dignitose.

L’Ue si è data una moneta unica, ma gli Stati membri hanno continuato ad emettere i propri debiti pubblici con le vecchie regole.

Questo modus operandi ci ha già dimostrato come i paesi dell’Eurozona siano più vulnerabili alle crisi del debito nel momento in cui l’azione della Bce non è sostenuta da una politica fiscale congiunta.

La soluzione a questa vulnerabilità sono gli Eurobond, cioè dei titoli di debito (titoli emessi da un soggetto che ha bisogno di soldi e che vengono acquistati da investitori, i quali a loro volta ne diventano creditori) tramite cui tutti gli Stati membri dell’Ue diventano responsabili del debito in maniera congiunta.

Questo consentirebbe di trasformare il rischio individuale dei singoli Paesi in frazioni di rischio collettivo, e l’istituzione di un mercato di dimensioni tanto imponenti dovrebbe mettere al riparo da possibili attacchi speculativi.

Gli eurobond possono essere definiti come titoli di Stato comunitari con l’obiettivo di raccogliere la liquidità da destinare ai Paesi più in difficoltà, come l’Italia. Una liquidità necessaria in questo momento per potenziare le strutture ospedaliere e finanziarie il sostegno a famiglie, lavoratori e imprese.

Se applicati, diventerebbero la misura forte necessaria al rafforzamento dell’impalcatura istituzionale europea. Il primo, vero passo, verso un’Europa finalmente politica.

Cesare Loizzo

*presidente di EuroPro-Istituto europeo per gli studi del Mediterraneo

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