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Consumi e pandemia: ci salverà l’e commerce

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A dispetto delle saracinesche abbassate, alcuni settori hanno tamponato lo stop forzato imposto dal Covid-19 grazie alle risorse della web economy, soprattutto nel settore dell’abbigliamento. Ed è solo l’inizio di una trasformazione economica che andrà ben oltre l’emergenza…

La pandemia genera panico e il panico genera reazioni curiose, tra cui una forma particolare e anomala di shopping compulsivo: l’acquisto sfrenato di carta igienica.

Un altro segno dell’igienismo tipico degli italiani, che si associa all’uso massiccio di guanti e mascherine.

Ma quel che si spiega nel caso dei presidi indispensabili per mettere il naso fuori dalla porta, non si capisce nel caso della carta igienica come spiegare l’acquisto compulsivo della carta igienica che è di sicuro importante ma non di stretta necessità come il cibo.

Questa isteria da igiene intima sembra un riflesso condizionato della mentalità occidentale, perché, a quel che risulta, i cinesi non hanno fatto incette come le nostre, che sembrano quasi aggiotaggi, forse perché consapevoli di poter sostituire i preziosi rotoli con i fazzolettini da naso o da cucina.

Questa ricerca del non strettissimamente indispensabile rivela un dato su noi occidentali: il loro bisogno di comfort.

Un bisogno che il colosso delle vendite online Amazon, sa bene come vendere. Non a caso, nell’ultimo periodo e soprattutto nelle zone particolarmente colpite dal Coronavirus, c’è stato un incremento esponenziale delle vendite online.

Amazon per non rischiare un collasso industriale e per garantire l’adozione di misure specifiche di distanziamento all’interno dei propri centri di distribuzione, ha deciso di concentrare le spedizioni dei beni essenziali di prima necessità.

Questo sovraccarico è un segnale chiarissimo che il web consente di aggirare sia gli ostacoli fisici imposti dalla propagazione massiccia del Covid-19 sia i limiti legali imposti dal dpcm del 22 marzo.

Prosegue senza interruzioni la vendita online di beni che non appartengono solo alla filiera agro-alimentare e farmaceutica, sebbene anche quest’ultima sia cresciuta del (solo nel food & grocery, ad esempio) del 40-50%.

A differenza degli esercizi fisici, gli e commerce possono continuare a vendere liberamente, con ripercussioni forti (e ovvie) su tutto il comparto retail italiano, uo in particolare quello del fashion.

Il dato è particolare e merita una lettura approfondita. È vero, come conferma una stima di Federmoda e Confcommercio, che a causa del Coronavirus, nel periodo precedente alla chiusura dei negozi, il settore della moda ha subito un calo generalizzato delle vendite tra il 55% e il 60%.

Tuttavia, ci sono imprenditori fashion retail che continuano a fare affari come se nulla fosse.

Sono quelli che hanno un proprio sito e-commerce che, mai come in questo periodo, sta facendo guadagnare loro cifre davvero interessanti, le quali permettono di supplire ampiamente alla momentanea chiusura del negozio fisico. Non a caso c’è stato un incremento di oltre 40 punti percentuali nelle transazioni online.

Detto altrimenti, l’isolamento coatto fa crescere la familiarità dei consumatori con il web e spinge i retailer a potenziare infrastrutture, operations e strategie omnichannel.

E questo riguarda senz’altro anche il cibo.

Gli attori della distribuzione alimentare raggiunti dal picco di domanda sono le catene della grande distribuzione organizzata (Auchan, Carrefour, Coop, Esselunga, Eataly ecc.). Inoltre, ci sono diverse dotcom specializzate verticalmente, come Cortilia (il primo mercato agricolo che permette di fare la spesa online di frutta e verdura freschi e di stagione, prodotti biologici e alimenti senza glutine), oppure operatori generalisti come Amazon Prime Now che prevedono la consegna anche in giornata. Infine, esistono operatori ibridi come Glovo, dotato di rider che recapitano la spesa a casa.

Stanno cadendo importanti barriere all’acquisto online e nulla può escludere che le aziende saranno costrette a rivedere il proprio business canvas model. Il food, beneficiato dalla situazione contingente, potrà coltivare il trend di crescita investendo in infrastrutture hi tech e in nuovi modelli di vendita. A loro volta, le aziende di abbigliamento offriranno incentivi, come l’allungamento dei tempi del reso o sconti online, per far ripartire il business.

L’e commerce, fino a questo momento considerato un canale poco remunerativo da alcuni imprenditori, diventa fonte di sostentamento per un’economia che deve fare i conti con la quarantena forzata e le conseguenti trasformazioni nei di consumi e modalità di acquisto.

Questa trasformazione è indicativa delle potenzialità dell’e commerce anche nel nostro Paese e deve rendere consapevoli che per avere successo è necessario essere lungimiranti e utilizzare gli strumenti che la digital transformation offre per ottimizzare i propri sforzi e essere concorrenziali anche in presenza di mutamenti epocali.

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