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Pop Art all’italiana in una personale di Rotella

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Le opere del grande artista calabrese, sodale di Warhol e Rauschenberg e iniziatore della pop art esposte in una personale alla Cardy Gallery London di Milano

A Milano nella prestigiosa Cardi Gallery London è stata inaugurata con successo la personale di uno dei Maestri del ’900, fra i più popolari e amati: Mimmo Rotella, (1918-2006), di origine calabrese e cittadino del mondo.

La mostra è intitolata Mimmo Rotella Beyond Décollage: Photo Emulsions and Artypos, 1963-1980.

La dolce vita (1963)

«Ho sempre vissuto e respirato arte. Dopo il diploma all’Accademia di Belle Arti di Napoli sono andato a Roma, dipingevo ciò che vedevo, poi sono andato a Milano e li ho scoperto qualcosa di nuovo che mi avrebbe caratterizzato come artista di serie A: si tratta dei miei decollages, ottenuti con i manifesti che strappavo dai muri a Roma e a Milano per poi riattaccarli sulla tela, facendo cosi un’operazione aniconica. Strappavo le icone del cinema, i politici e tutto ciò che per la nostra società avesse un significato».

Queste parole di Rotella sono estrapolate da un’intervista rilasciatami nel 2004, in in occasione di una sua mostra. L’artista calabrese è stato un pioniere della Pop Art insieme ad Andy Warhol e Robert Rauschenberg.

Le opere esposte nella mostra milanese ripercorrono per immagini le icone della moda, del cinema (per esempio la Dolce Vita), e del consumismo del dopo guerra.  

Jacqueline Kennedy fa bella mostra di sé in una serie di ritagli, che vanno dalla prima passeggiata spaziale al rapimento di Aldo Moro.

Protagonista della scena artistica internazionale già negli anni ’50, Rotella fu in seguito associato, grazie alla pratica della fotomeccanica, al movimento Mec-Art, sviluppatosi in parallelo alla Pop Art americana, che aveva tra i suoi big i già citati Rauschenberg e Warhol e poi Roy Lichtenstein e Jasper Johns, che diventarono suoi amici.

La diva (1963)

Rotella partecipò quindi alla Biennale di Venezia del 1964, dove presentò una serie di décollages che per la loro influenza si possono considerare progenitori della Pop Art italiana.

Un artista dunque che già in vita ha avuto grandi soddisfazioni e riconoscimenti e ha lasciato importanti contributi culturali.

Ma qual è il fil rouge che lega questo percorso visivo? Salta subito all’occhio dell’osservatore la caratteristica estetica delle opere, in cui si assapora un gusto ironico e provocatorio nel raccontare con un piglio cinico i cambiamenti storici e sociali di un’epoca segnata da forti cambiamenti. L’universo artistico rotelliano unisce l’aspetto più ludico e realistico di un’epoca a cavallo tra la  crisi del dopo guerra e il boom economico.

La rassegna è curata da Antonella Soldaini, in collaborazione con il Mimmo Rotella Institute.  

La mostra, prevista fino al 30 luglio 2020 è attualmente sospesa. Alla fine dell’emergenza sanitaria sarà un’occasione per chi ama l’arte di Rotella di ammirare dei lavori precedentemente esposti nel Regno Unito. A breve uscirà la pubblicazione del Secondo Volume del Catalogo Ragionato Mimmo Rotella (1962-1973) a cura di Germano Celant.  

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