Il Risorgimento fu un evento multimediale. Il primo della nostra storia
Apre a Mantova “Icone politiche”, una mostra particolare dedicata alla comunicazione politica dell’Unità d’Italia
Si stenterebbe a crederlo, ma il concetto di multimedialità è più vecchio di quel che s’immagina e veniva praticato alla grande quando ancora non esisteva il termine.
Si stenta (magari un po’ meno) a capacitarsene, ma le forme più aggressive di marketing politico, incluse le derive a volte pericolose verso il culto della personalità, non sono un’invenzione del XX secolo, in cui (purtroppo) hanno eccelso i regimi totalitari e la democrazia statunitense.
Un esempio formidabile di come certe pratiche comunicative fossero largamente diffuse anche in epoche insospettabili lo offre il periodo risorgimentale, che a sua volta aveva mutuato stilemi ben precisi dell’età napoleonica.
A questa tematica, delicata e curiosa allo stesso tempo, è dedicata la mostra Icone politiche. Celebrità e nuovi media al tempo del Risorgimento, allestita presso il Museo Archeologico Nazionale di Mantova e inaugurata il 17 febbraio.
Curata da tre specialisti di storia dell’Ottocento nei suoi rapporti con la cultura visuale europea, Costanza Bertolotti, Gian Luca Fruci e Alessio Petrizzo, la mostra offre molti, importanti spunti di riflessione sulle lontane origini della personalizzazionee dellaspettacolarizzazionedella politica, intese non come una degenerazione del vivere sociale e delle sue forme di comunicazione ma come prassi attuata già nel XIX secolo dalle personalità più in vista della sfera pubblica, dai sovrani ai rivoluzionari, per ottenere consenso o divulgare i loro ideali. Ed ecco quindi la scommessa sul potere delle immagini e sui mezzi di comunicazione allora più moderni: litografia, giornali illustrati, fotografia, spettacoli popolari.
Come a dire, un uso intensivo delle tecnologie disponibili sin da allora.
La mostra ripercorre questa storia con reperti d’epoca, provenienti dalle collezioni civiche del Museo della città di Palazzo San Sebastiano, del Complesso Museale di Palazzo Ducale, dell’Archivio Storico Comunale di Mantova, della Biblioteca Comunale Teresiana e dell’Istituto Mantovano di Storia Contemporanea, nonché da un nutrito gruppo di collezioni private, mantovane e non, che consentiranno di collocare la storia locale entro scenari più vasti e di comprendere quanto fosse rapida ed estesa, nell’Europa (e nel mondo) del XIX secolo, la circolazione di persone, informazioni e in particolare immagini. A questo scopo, l’esposizione si avvale inoltre dell’ausilio di tecnologie digitali che immergono gli spettatori nei media del tempo, offrendo in tal modo una lettura inedita e spettacolare del Risorgimento.
La mostra si articola in tre sezioni. La prima sezione è dedicata alla figura del patriota e tirannicida Felice Orsini, con riguardo ai legami con Mantova della sua straordinaria e controversa vicenda e alla loro risonanza di portata europea.
Dopo questo zoom iniziale, la seconda sezione ripercorre l’avvento e il funzionamento dei nuovi media dall’età rivoluzionaria e napoleonica ai primi decenni post-unitari e presenta alcune delle più note celebrità politiche del Risorgimento nell’inedita veste di protagonisti della prima diffusione di un merchandising politico di massa.
La terza sezione è dedicata a Garibaldi icona globale: mediante una spettacolare videoinstallazione, sarà possibile assistere alla proiezione del video del Panorama Garibaldi, rarissimo esemplare di una forma di comunicazione antesignana del cinema (l’originale è conservato presso la Brown University di Providence, Usa).
Questa videoinstallazione, come le altre visibili in mostra, è stata realizzata grazie al contributo di docenti e studenti della classe 5AGdell’Istituto Tecnico Carlo d’Arco–indirizzo di Grafica e Comunicazione, che, nel contesto del progetto di alternanza scuola-lavoro, si sono occupati anche della progettazione grafica. Non secondaria sotto il profilo didattico è la partecipazione all’iniziativa di studenti e docenti del Liceo Musicale Isabella d’Este, coinvolti negli eventi musicali che l’associazione Diabolus in musica ha ideato e organizzato per l’incontro inaugurale.
Una sezione introduttiva, curata da Debora Trevisan, illustra il rapporto tra ideali patriottici e nascita della paletnologia e dà così ragione della collocazione della mostra negli ariosi e luminosi spazi del Museo Archeologico di Mantova. In chiusura, un approfondimento dedicato alla sezione iconografica dell’Archivio Chiara Sacchi (depositato presso l’Istituto Mantovano di Storia Contemporanea). Lo ha curato Marida Brignani con la collaborazione di un gruppo di studenti del Liceo Linguistico Virgilio, nel contesto del progetto di alternanza scuola-lavoro.
La mostra è promossa e organizzata da: Istituto Mantovano di Storia Contemporanea, Istituto Superiore Carlo d’Arco e Isabella d’Este, associazione Diabolus in musica e Polo Museale Lombardo-Museo Archeologico Nazionale di Mantova, in compartecipazione con Brown University (Providence, USA), Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Bari e Associazione Amici di Palazzo Te e dei Musei mantovani.
L’iniziativa è realizzata grazie al sostegno della Fondazione Cariverona e del Comune di Mantova e si avvale del patrocinio della Provincia di Mantova.
La mostra sarà aperta fino al 18 marzo 2018 nei seguenti orari:
· martedì-sabato, ore 10.00-17.00;
· domenica, ore 10.00-13.00.
Chi fosse interessato a visite può rivolgersi all’Istituto Superiore Carlo d’Arco e Isabella d’Este, Ufficio Protocollo, tel. 0376-322450.
Per saperne di più:
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