Bentornati!
Siamo stati fermi due mesi per ripartire. Le ragioni del nostro aggiornamento.
Dopo circa due mesi di pausa, L’IndYgesto riprende con una nuova formula grafica, studiata per offrirvi più contenuti di qualità e un nuovo indirizzo.
Lo schema, tuttavia, è quello della versione base del sito, elaborata con l’aiuto di Mario Talarico: ci saranno ancora gli approfondimenti di cronaca e la controinformazione, che in alcuni casi (ad esempio, le operazioni verità sulla disinformazione storica condotta da improvvisati revisionisti) hanno funzionato alla grande.
Restano, inoltre, le rubriche musicali e di arte e le retrospettive cinematografiche. E prosegue la rassegna libraria.
Lo stop forzato – e lungo, dati i ritmi frenetici del web – è stato necessario sia per mettere a punto la formula grafica sia per elaborare i contenuti: non avrebbe avuto senso affrettare le cose per poi offrire una home page nuova ma piena di contenuti “vecchi”.
Eccoci di nuovo a voi con molto rock, arte, cultura e, scusate l’insistenza, controinformazione, che è l’antidoto alla disinformazione, spesso sistematica e creata ad arte, sia all’eccesso di informazione, che provoca informazione scadente.
Un grazie di cuore, allora, a Mario Talarico, senza il quale quest’avventura, nata per scommessa, non sarebbe neanche iniziata.
Grazie anche a Marco Tiano, creatore della prima testata del sito e della “Y” gialla che ha accompagnato i lettori nel suo primo anno e mezzo.
Grazie, inoltre, a Carmelita Brunetti e a Lorenzo Terzi, che hanno scommesso sull’IndYgesto e continuano a farlo con i loro ottimi contributi.
Grazie infine (ma è davvero il caso di dire last not least) ad Andrea Infusino, che con abilità e pazienza ha gestito la fase non facile del travaso dei cinquecento e rotti articoli accumulati nella prima fase del sito e ha curato l’elaborazione della nuova home page.
Un altro, forte debito di gratitudine va a Giovanni Filippelli, che ha elaborato il nuovo logo e la nuova testata, e a Marko Kolak per la consulenza grafica.
La formula editoriale resta la stessa, a metà tra il giornalismo tradizionale, da cui si mutua il linguaggio, e il blogging, che è ancora la nuova frontiera del giornalismo digitale. Ci si riferisce, ovviamente, al giornalismo vero, che mira a far riflettere e a incuriosire e non a certe trovate studiate per stimolare i bassi istinti di chi altrimenti non leggerebbe neppure un fumetto con la pistola alla nuca.
Questa scelta comporta che continueremo a mettere da parte la regola, vecchia e un po’ ipocrita, di separare i fatti dalle opinioni, perché i fatti, da soli, possono non voler dire nulla ed esistono comunque opinioni autorevoli e documentate.
Ciò significa che L’IndYgesto prenderà posizione su ogni argomento trattato. Lo farà senz’altro con imparzialità e in maniera chiara, a dispetto del mito ingannevole dell’obiettività, che il più delle volte si è rivelato (e si rivela ancora) un insidioso trabocchetto utile a spacciare per verità punti di vista faziosi e preconcetti.
Questi siamo. E non ci nasconderemo dietro il classico dito.
Prima di augurarvi buona lettura, vi salutiamo con una citazione dal primo editoriale della precedente versione: di solito i giornali, specie quelli di provincia in cui chi scrive ha speso un bel po’ d’anni, affermano che il loro padrone è il lettore. Un’altra, sonora, presa per i fondelli: il padrone, il più delle volte, è l’editore o, se ha sufficiente potere di firma, il direttore. A volte può essere qualche caposervizio sufficientemente “ammanigliato” che serve padroni occulti (politici o imprenditori). A tacere dell’ipotesi peggiore, in cui il padrone del giornale è una sorta di “direttore editoriale”, il più delle volte un vecchio arnese della professione che fa e disfa al riparo da ogni responsabilità.
Noi diciamo che L’IndYgesto è di chi lo fa: di chi ci mette il sudore e la faccia.
L’IndYgesto esprime l’immaginario, l’etica e la cultura di chi ne elabora i contenuti. Perciò è nostro. È del lettore quando ne condivide i contenuti oppure quando lo stimola a riflettere. È il massimo dell’onestà che ci possiamo permettere.
Bentornati.
Saverio Paletta
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