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Pd Calabria, Oliverio blinda le "sue" segreterie provinciali

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Per concorrere alla guida delle federazioni provinciali servono 1.600 firme mentre a Roma ne bastano 400

La notizia è stata praticamente oscurata dal clamore di Cantiere Calabria, la kermesse svoltasi all’Università della Calabria attraverso cui Mario Oliverio ha propagandato, con l’aiuto dei big nazionali del Pd, il proprio triennio di governo della Regione.

Finite le ovazioni, a cui sono seguite le consuete polemiche, il Pd ha convocato le propria segreteria regionale, per approvare il regolamento con cui si svolgeranno le elezioni per il rinnovo delle tre segreterie provinciali in scadenza: Cosenza, Vibo Valentia e Reggio Calabria.

L’occasione è ghiotta per le opposizioni interne e un po’ rischiosa per i vertici regionali del partito, legati a doppio filo al governo calabrese. Ci si riferisce, in primo luogo, al blocco cosentino, costituito dal governatore Oliverio, dal segretario regionale e deputato Ernesto Magorno, dall’ex vicepresidente regionale Nicola Adamo e dalla deputata Enza Bruno Bossio.

Non a caso, a partire da agosto, le varie componenti del partito, hanno scaldato i motori per prepararsi alla contesa.

Proprio per questo il nuovo regolamento sembrerà a molti una doccia fredda: chi voglia candidarsi alla segreteria provinciale dovrà raccogliere le firme del 15 per cento degli iscritti. Cioè circa 1.600 firme.

Un numero enorme anche per la Calabria, dove pure il Pd è il primo partito. E, sostengono i bene informati, un dato abnorme: si pensi, per fare un esempio, che per partecipare al rinnovo della segreteria provinciale di Roma, avvenuto lo scorso giugno, sono bastata 400 firme circa.

La decisione, sembrerebbe, non è stata motivata in alcun modo dai vertici regionali e tutto fa pensare che i big, al governo della Regione tentino con questa mossa, di blindare le proprie posizioni e i propri uomini. Soprattutto, suggeriscono ancora i bene informati, di evitare dialettiche troppo accese tra il partito, i suoi vertici regionali e il governo della Regione, provato sin troppo dalla crisi e dai disastri ambientali dell’estate che sta per concludersi.

Per quel che riguarda Cosenza, si apprende da ambienti interni alla segreteria provinciale, i big avrebbero già optato per la conferma dell’attuale segretario Luigi Guglielmelli, assai vicino a Oliverio e Adamo.

Giusto una curiosità per descrivere meglio le dinamiche interne del Pd calabrese: Guglielmelli, che proviene dai ranghi della sinistra giovanile del vecchio Pds,vinse le provinciali nell’inverno del 2013 contro il deputato di area cattolica proveniente dalla Margherita, Franco Laratta, che si era candidato in qualità di esponente dell’area renziana.

L’affermazione di Guglielmelli suscitò, anche a livello nazionale, un certo clamore, visto che Cosenza si confermava rossa ed era una enclave di Cuperlo e dell’area che si richiamava a Bersani.

Il resto è storia: con l’arrivo di Magorno, renziano della prima ora, alla segreteria regionale, gli equilibri interni si sono spostati verso l’ex premier. E ora il Pd calabrese, all’opposizione a Cosenza e Catanzaro e arroccato a Reggio – dove le recenti vicende giudiziarie mettono a rischio l’amministrazione di Falcomatà – e in Regione si blinda, forse con la consapevolezza che il principale avversario è al suo interno.

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Saverio Paletta, classe 1971, ariete, vive e lavora a Cosenza. Laureato in giurisprudenza, è giornalista professionista. Ha esordito negli anni ’90 sulle riviste culturali Futuro Presente, Diorama Letterario e Letteratura-Tradizione. Già editorialista e corrispondente per il Quotidiano della Calabria, per Linea Quotidiano e L’Officina, ha scritto negli anni oltre un migliaio di articoli, in cui si è occupato di tutto, tranne che di sport. Autore di inchieste, è stato redattore de La Provincia Cosentina, Il Domani della Calabria, Mezzoeuro, Calabria Ora e Il Garantista. Ha scritto, nel 2010, il libro Sotto Racket-Tutti gli incubi del testimone, assieme al testimone di giustizia Alfio Cariati. Ha partecipato come ospite a numerose trasmissioni televisive. Ama il rock, il cinema exploitation e i libri, per cui coltiva una passione maniacale. Pigro e caffeinomane, non disdegna il vino d’annata e le birre weisse. Politicamente scorretto, si definisce un liberale, laico e con tendenze riformiste. Tuttora ha serie difficoltà a conciliare Benedetto Croce e Carl Schmitt, tra i suoi autori preferiti, con i film di Joe d’Amato e l’heavy metal dei Judas Priest. [ View all posts ]

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