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Dario Brunori in piazza a Cosenza

L’assenza spettacolare, artisti contro il Covid

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Gli operatori dello spettacolo sono scesi in diciassette piazze d’Italia per avere un riconoscimento ed essere tutelati dallo stop forzoso imposto dalla pandemia. Tra proposte e proteste, la posizione di una categoria sottotutelata…

L’assenza spettacolare: è il nome provocatorio della manifestazione, svoltasi il 30 ottobre scorso, durante la quale lavoratori e lavoratrici dello spettacolo hanno rivendicato i propri diritti da diciassette piazze d’Italia.

Sembra un’altra era, visto che le restrizioni imposte dalla seconda ondata del Covid, hanno aggiornato il problema. Ma le testimonianze restano importanti e significative del disagio arrecato dalla pandemia a tutto il settore artistico, da cui dipende una quota non proprio secondaria del pil.

Artisti in piazza a Milano

Da Cosenza, parla Dario Brunori: «Dobbiamo pensare agli artisti come a persone che portano lavoro e generano un indotto. L’arte nutre non solo la pancia ma anche lo spirito. Perciò chiedo in questo momento difficile che le varie realtà cerchino in qualche modo di organizzarsi.

Ma la cosa fondamentale è mostrarsi compatti: è chiaro che è dall’altra parte le nostre divisioni fanno comodo e ci impediscono di essere interlocutori credibili. Quindi dobbiamo essere molto rigorosi in questo senso. Da una parte c’è un’emergenza e dobbiamo lavorare su questo filone: gli interventi fatti finora sono dei cerottini di fronte ad un’emorragia. Dobbiamo trovare istanze comuni per stimolare una riforma sul lungo periodo perché quello che è successo oggi, rimanere disoccupati o dover cambiare lavoro».

Nel cuore della città calabrese intervengono attori, musicisti, ballerini, artisti di strada, tecnici e maestranze. Tra di loro il movimento Approdi- lavoratori e lavoratrici dello spettacolo. Al loro fianco Cgil, Cisl e Uil. Una delegazione dei sindacati è stata ricevuta dal prefetto, Cinzia Guercio, alla quale è stata riportata ancora una volta la richiesta dell’istituzione di un tavolo permanente di discussione.  

Donatella Allegro ci racconta di Bologna, dove «i lavoratori dello spettacolo e dello sport si sono ritrovati in piazza Roosevelt. Molte bandiere confederali, bei cartelli e striscioni spontanei. “Se chiudo ora, chiudo per sempre”, forse il più tragico. Per scelta degli organizzatori, gli interventi sono stati pochi – principalmente per evitare confusione ed eventuali strumentalizzazioni – ma è stato letto l’articolo 9 della Costituzione e sono stati chiesti finanziamenti e sostegni, non per “ristorare” ma per investire sulla cultura. Soprattutto, si è chiesto che questi fondi che arrivino realmente ai lavoratori. Una delegazione è stata, infine, ricevuta dal Prefetto. I manifestanti erano disposti per lo più in ordine sparso, a parte qualche gruppo più organizzato, ma le distanze e la compostezza erano rispettate in modo spontaneo. Lavoratori e lavoratrici della danza, dei teatri di prosa, dei luna park, del circo, del cinema e della musica chiedevano la stessa cosa: diritti, dignità, ascolto».

Celeste Gugliandolo ha sintetizzato la manifestazione a Roma, organizzata da Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom: «L’aspetto più importante è stato la partecipazione di numerosi gruppi autonomi, associazioni di categoria, altre sigle sindacali e movimenti politici. Siamo scesi in piazza in più di 1000, tutti con mascherine e distanziati nei limiti dello spazio fisico. Sono intervenuti anche Ascanio Celestini e Petra Magoni. Il documento delle nostre richieste è stato inviato al Ministero, ma non abbiamo avuto ancora nessuna risposta dalle istituzioni».

Simone Faloppa ha raccontato la manifestazione fiorentina: «Le presenze in piazza sono state tra le quattro e le cinquecento unità. Registriamo con soddisfazione gli interventi del presidente della Regione Giani e dell’assessore alla cultura Tommaso Sacchi, che hanno promesso impegni a medio lungo termine sul reddito di sostegno all’intero comparto da parte del governo. 

Si sta facendo confusione anche sulle dichiarazioni del ministro Franceschini circa l’irresponsabilità del nostro settore nel non comprendere il motivo del fermo forzato e della chiusura di teatri cinema. Quello che le piazze di confederali chiedono non è di riaprire genericamente cinema e teatri ma semplicemente di tornare a farlo in sicurezza. Chiediamo perciò di tornare a lavorare con regole certe e condizioni sanitarie idonee. L’economia non può discriminare tra piccole, medie e grandi imprese: lo spettacolo italiano si svolge in tantissimi luoghi diversi per dimensione e tipologia. Però non tutti possono permettersi l’istituzione di costosissimi dispositivi di igenificazione, di sanificazione nonché il pagamento di screening sanitario settimanale costante a tutte le compagnie». 

Artisti in piazza a Cosenza

Carlotta Viscovo descrive la giornata a Milano: «Eravamo circa 1.500.  C’erano tutti: tecnici, musicisti, attori, danzatori, organizzatori, giostrai. E non si è registrato alcun episodio di violenza. E nemmeno gesti plateali, perché si voleva restituire l’idea di “assenza spettacolare”. Si è letto il documento che sarebbe stato consegnato alle istituzioni. Sono intervenuti Lella Costa, Omar Pedrini e, a sorpresa, il sindaco Sala. Quest’ultimo ha espresso solidarietà, affermando di essere stato contrario alla chiusura di cinema e teatri consapevole del danno che queste misure avrebbero creato. Inoltre, il sindaco ha fatto un richiamo al governo di responsabilità. Un gesto molto bello. C’è stato il concerto muto di Enrico Intra».

A Genova, invece, non è stato possibile manifestare per un’ordinanza regionale del governatore Toti

Di questa giornata restano due elementi importanti: il senso di responsabilità e l’allarme.

Gli operatori dello spettacolo, infatti, sono stati chiarissimi: vogliono la riapertura ma nel rispetto delle regole di sicurezza, la loro e quella del pubblico.

L’evoluzione della pandemia, che ha imposto altri giri di vite, forse non lascia ben sperare. Ma il messaggio resta forte. Che sia l’inizio di una riforma complessiva di un settore delicato e importante?

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