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Coronavirus, tamponi ai medici calabresi

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Finora sono 89 tamponi eseguiti sui medici di base nel Centro Sanitario dell’Università della Calabria. L’iniziativa, “Unical vs Covid19” è promossa dall’ateneo calabrese in collaborazione con la Federazione italiana medici di Medicina generale

Sono 89 i tamponi fin qui effettuati sui medici di base nell’ambulatorio del Centro Sanitario dell’Università della Calabria. Nella prima settimana di esami sono stati completati gli screening su coloro che provengono ed esercitano nelle zone rosse della provincia di Cosenza.

Le operazioni sono riprese da pochissimo con l’area urbana di Cosenza e l’Alto Tirreno.


L’iniziativa, che rientra nel piano Unical vs Covid19, è stata promossa dalla stessa struttura sanitaria dell’ateneo, diretta dal professor Sebastiano Andò: il Centro ha acquisito una scorta cospicua di tamponi e l’ha destinata ai medici di famiglia e ai pediatri, tra le categorie più a rischio nella lotta al Coronavirus. Secondo le stime della categoria, finora su 10 medici che hanno perso la vita a causa del Covid 19, 4 erano di base.

I tamponi sono effettuati dai sanitari dell’Asp, in un locale isolato e messo in sicurezza al terzo piano del Centro Sanitario dell’ateneo, a cui si accede seguendo un percorso ad hoc validato dalle autorità sanitarie. I volontari dell’Associazione Nazionale Carabinieri vigilano sugli accessi e accompagnano i medici dall’area sosta all’ambulatorio.

All’organizzazione degli screening hanno collaborato i segretari regionale e provinciale della Federazione italiana medici di Medicina generale (Fimmg) Rosalbino Cerra e Antonio D’Ingianna.

La stessa Federazione si è fatta carico delle spese di sanificazione dei locali, che al termine di ogni giornata di esami vengono igienizzati da una ditta specializzata. In una lettera indirizzata al rettore Nicola Leone, il segretario D’Ingianna ha espresso i ringraziamenti per l’iniziativa. «È una grande opera di solidarietà», scrive D’Ingianna, «attuata, per la prima volta a livello nazionale, a tutela della nostra categoria professionale in questa emergenza sanitaria».

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