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Luca Addante tra Villari e Firpo

Campanella vola in Francia grazie a Luca Addante

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Arriva la traduzione francese della biografia dedicata al grande filosofo meridionale da Luca Addante, storico calabrese che insegna all’Università di Torino

Il libro di un accademico calabrese dopo due edizioni italiane è tradotto in francese per una collana prestigiosa.

Lo studioso è Luca Addante, cosentino doc e professore associato di Storia moderna all’Università di Torino. Il libro è Tommaso Campanella. Il filosofo immaginato, interpretato, falsato edito da Laterza nel 2018 e nel 2020.

Si tratta di una dettagliatissima (e cristallina, dal punto di vista stilistico) biografia scientifica in cui l’autore fa giustizia di molti luoghi comuni, visioni distorte e vere e proprie fake sedimentatesi sulla figura del grande filosofo calabrese. Un’operazione verità che restituisce alla comunità degli studiosi la statura autentica del pensatore reggino.

La copertina del libro di Addante

L’edizione francese del libro si intitola Tommaso Campanella. L’invention d’un philosophe (XVII°-XXI° siècle) ed è fresca di stampa per la prestigiosa Classiques Garnier con traduzione di Guillaume Alonge e Jérémie Barthas.

La traduzione in francese non è solo un riconoscimento di alto profilo per Addante. Ma è un tassello ulteriore della recezione dei grandi filosofi rinascimentali e postrinascimentali italiani su una scala europea.

Detto altrimenti, perché tradurre Addante e non altri? Semplicemente perché la sua biografia di Campanella ha un respiro scientifico forte e rigoroso, privo di inutili prese di posizione ideologiche e di cliché campanilistici. È un pezzo di storia calabrese che diventa storia europea grazie all’opera di uno studioso capace di inserire le proprie radici in una foresta più vasta.

Un atto di giustizia per un pensatore che, come tutti i grandi dell’epoca, pensava a sé e alla sua opera in chiave globale.

Non è, quella dedicata a Campanella, la prima avventura francese di Addante, che tra l’altro si è formato anche a Parigi. Già nello scorso decennio, lo studioso calabrese era stato protagonista di un vero e proprio scoop storico: il ritrovamento, a Parigi, della tomba del rivoluzionario calabrese Francesco Saverio Salfi, rifugiatosi in Francia dopo la fine cruenta della Repubblica Napoletana,

Formatosi fuori dalla Calabria, Addante ha iniziato la propria carriera accademica nella sua Cosenza e l’ha coronata a Torino: ciò fa di lui un brillante esponente di quella diaspora che non si è limitata a dissanguare il Sud profondo ma lo ha reso anche meno capace di pensare.

Ma non è il momento né la sede per rimuginare sull’adagio amaro secondo cui Nemo propheta in Patria. Sono, invece, doverose le congratulazioni nei riguardi di un ricercatore di razza che ha saputo elevare a un rango internazionale la storia (vera) del Mezzogiorno e dei suoi protagonisti. E scusate se è poco.

Solo la Calabria ci rimette qualcosa, quando quelli come Addante diventano Addante a oltre mille chilometri di distanza da casa.

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