Naip, un acronimo per l’arte
L’artista calabrese si diverte a provocare, giocando con i suoni e le parole: il mio nome? Sta per Nessun Artista in Particolare, ma chiunque può dargli il significato che preferisce: non mi offendo mica…
Naip, all’anagrafe Michelangelo, è l’abbreviazione di Nessun Artista in Particolare. Nel marzo dello scorso anno pubblica il disco d’esordio omonimo per l’etichetta Mamma Dischi. A metà novembre 2019 si lancia nel Nessun Tour in Particolare.
L’artista deriva dal progetto musicale dei Dissidio, creato assieme a Valentino e Francesco. I tre realizzano un connubio tra musica e teatro. Nel 2015 pubblicano Thisorientamento, la loro prima raccolta di pezzi.
Naip, Nessun Artista in Particolare, è una provocazione ironica al mondo musicale ormai sin troppo ingolfato di artisti?
Il nome per progetto nasce anche con questa motivazione provocatoria. Poi ognuno può trovare il significato per lui più opportuno e pertinente. Col tempo ho maturato l’opinione che puoi approfondire pochi dischi. E a maggior ragione che in un oceano di musica ci si approccia solo ai dischi che stimolano un reale interesse.
Tra gli altri significati, vuoi menzionarne qualcun altro?
Essere al contempo il contrario di se stesso. Dalla scena di Non è un paese per vecchi, in cui c’è la moneta nella scena del benzinaio. Una moneta che salva la vita con un semplice testa o croce. Alla fine lui prende la moneta per metterla in tasca e gli dicono di non farlo perché diventerebbe una moneta come tante altre…
Tu, come tanti altri artisti, spazi e sperimenti su più generi musicali. Elettronica, pop, canzone d’autore. Dietro un’etichetta indipendente. Quanto banalità c’è nel racchiudere un artista sotto un unico genere? Nessun genere in particolare è la risposta?
Non sono mai stato bravo nel classificare per generi gli artisti che mi sono trovato ad ascoltare. Certo siamo in un epoca dove tutto viene miscelato. Quindi c’è mix nel jazz, nel rock, nel pop, nel blues, magari in un unico brano. E questo non rende particolarmente sorpresi gli ascoltatori. Si pensi alle line up dei festival, in cui si passa dal metal all’it pop, al blues e al jazz senza troppe difficoltà. Concordo con te quando parli di nessun genere in particolare: è un’espressione che deriva dal mio nome d’arte. Ma mi viene da dire anche nessuna opinione in particolare, perché non esiste cosa più antica del prendere posizione. Oggi non si fa più, oggi si è un po’ tutto. La risposta che si dà alla domanda quali sono i tuoi ascolti, e cioè un po’ tutto, è la più sincera. Un tempo era banale, ormai è quella più corretta. Chi ascolta Calcutta non mi sorprende se ascoltasse anche Coltrane. Quest’attitudine è positiva finché è indice di apertura mentale, un po’ meno quando genera confusione: hai una tavolozza più ampia di colori con cui divertirti ma corri il rischio di perderti.
Ho letto delle tue precedenti esperienze. Quanto c’è e non c’è dei Dissidio in questo progetto da solista?
Il vero suonare lo si fa in gruppo. Si crea una famiglia, c’è empatia e amicizia. Da solista ho avuto una maggiore libertà, ma anche una maggiore responsabilità. Un amico mi ha detto che è come fare gli stessi scavi ma con strumenti diversi. Per me sono cambiati i suoni, con i Dissidio scrivevo in un modo diverso da ora. E i paragoni sono evidenti se uno analizza il lessico utilizzato.
Sulla scia di Bandersnatch, episodio della serie Black Mirror di Netflix, hai realizzato nel marzo dello scorso anno una serie di sondaggi su Instagram. Come nasce questo progetto? Come si è sviluppato e svolto?
È stata un’idea per il lancio del disco, Il giorno del lancio dei sondaggi è stato proprio quello della sua pubblicazione. Idea ispirata dall’episodio di Black Mirror, tra i più originali. Ci siamo riuniti con l’etichetta. Ci ha aiutato un locale di Lamezia e molte pagine su Instagram. Ed è uscito un buon risultato di partecipazione sulla diretta.
In All’alba di questo Natale usi l’espressione pacifico inquietante oblio. Che relazione ha con il Natale? E che significato ha nel videoclip l’uomo con il volto coperto da un sacchetto?
Si parla dell’emarginazione e della solitudine interiore come sentimenti più intimi. Poi ognuno percepisce a modo suo la maschera piuttosto che le parole. Penso che sia il brano più artistico di tutto l’album. Poi dell’arte meno se ne parla e più si accresce l’interpretazione su di essa.
Quale sarà il futuro di Naip e dei Dissidio?
Da solista non smetto mai di scrivere e di accantonare idee per poi dargli uno sviluppo. E infatti ho qualche brano pronto. Sono alle ultime date del Nessun Tour in Particolare. Ci sarà a breve una riunione con Mamma Dischi, per capire se fare qualche pubblicazione subito oppure muoverci dopo l’estate. Con il nuovo anno vorrei fare uscire un nuovo lavoro con il gruppo, ma molto dipende anche dagli impegni degli altri componenti. Poi io mi trovo a Bologna, un altro a Roma e il terzo a Cortale, vicino Lamezia Terme in Calabria. Perciò non è sempre facile. ma non vuol dire che sia impossibile.
(a cura di Fiorella Tarantino)
15,614 total views, 2 views today
Comments