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Gli Editors spaccano. E Medimex parte col botto

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Headliners della prima serata di concerti del festival pugliese, i britannici dominano il lungomare di Taranto. Con loro, la pugliese Julielle e i texani Cigarettes After Sex

Prima serata di concerti di Medimex 2019 sulla Rotonda del lungomare di Taranto. 

Il programma del 7 giugno prevede le esibizioni della salentina Julielle, della band texana Cigarettes After Sex e degli inglesi Editors.

Si parte alle 20 con Julielle, al secolo Giulia Migliore, impegnata nel tour Aliens And Flowers.

Dopo aver esordito in alcune band locali, la Migliore gioca la carta solista. Il 2 aprile scorso esce il singolo di esordio Toys pubblicato da La Rivolta Records, ora contenuto nell’ep, fresco di pubblicazione, intitolato come il tour. Il live set è caratterizzato da un misto di sonorità elettroniche col synth in evidenza e di sonorità elettriche tradizionali. I due poli musicali sono in perfetto equilibrio.

I musicisti sul palco provengono da due diverse formazioni.

La parte elettronica è affidata agli Inude: Giacomo Greco e Flavio Paglialunga entrambi al sinth e programming. A gestire la sezione tradizionale, Le Scimmie sulla luna, ovvero il chitarrista Cristiano Metrangolo, il bassista Stefano Greco, il chitarrista e tastierista Jory Stifani e il batterista Luca Greco. Infine Floriana Provenzano al piano.

Il live set “tenebroso” dei Cigarettes After Sex

Ore 21: si prosegue con i Cigarette after Sex, gruppo texano emigrato a New York. La formazione attuale, presente al Medimex 2019, è costituita dal frontman Greg Gonzales (voce, chitarra elettrica, chitarra acustica e basso) seguito da Randall Miller al basso, Jacob Tomsky alla batteria e da Phillip Tubbs alla tastiera. La band è lanciata in orbita dal passa parola su Youtube: il singolo di debutto Nothing’s Gonna Hurt You Baby ottiene 46 milioni di visualizzazioni e Affection altri 23 milioni. Il primo album omonimo in studio è del 2017 ed esce per La Partisan Records.

Il loro marchio è costituito dalle atmosfere romantiche, capaci di trasportare in un mondo appartato, lontano da sentimenti negativi. Il loro dream pop diventa un flusso incessante di pensieri che prosegue veloci nei sussurri della voce e si interrompe solo coi colpi della sezione ritmica.

Greg Gonzales con la sua chitarra (foto di Massimo Todaro)

Il pubblico è traportato su quest’onda dalla voce soave, quasi bisbigliata, di Greg Gonzales ma anche dai suoni rallentati e minimali degli strumenti. Un sogno onirico alla Sunday Morning dei Velvet Underground, che sfocia in una specie di lungometraggio, per usare la definizione dello stesso Gonzales, dove le immagini sono ripetute in una perfetta coerenza di stile e sensazioni.

L’impatto iniziale è lasciato ad Affection, in cui le emozioni ancora confuse si traducono in un sentimento in bilico tra dolcezza e crudeltà.

Keep On Loving You prosegue la tematica della ricerca di un sentimento non banale, non sdolcinato, ma reale e capace di vivere il momento allo stesso modo in cui si respira la musicalità del pezzo. Stesso discorso per il pezzo seguente, Crush.

Seguono Opera Housee Neon Moon.

Sunsetz dai toni sempre trasognati ma ritmati dai tocchi della batteria, si libra grazie alla poesia del testo, dove emerge la bella metafora del sole nel viso.

Un primo piano intenso di Greg Gonzales (foto di Massimo Todaro)

Musica e parole ancora una volta si accordano nel descrivere le emozioni di due persone che condividono un’esperienza in K.

É la volta di Sweet, Each Time You Fall In Love, del primo hit Nothing’s Gonna Hurt You Baby e di Apocalipse. Il set terminacon Dreaming Of You.

Si cambia registro musicale con gli Editors, gruppo inglese con alle spalle sei dischi in studio e dall’impatto decisamente più energico. La loro ricetta musicale oscilla tra rock alternativo, indie rock con tocchi punk, con forti richiami alla new wave anni ’80 tanto che è frequente l’accostamento con classici delll’epoca come Joy Division, Talking Heads e The Cure.

Lo scorso 13 aprile la band annuncia l’uscita di un settimo album The Blank Mass Sessionsper il Record Store Day 2019. Sonorità alternativa con pennellate più marcate di musica elettronica in edizione limitata in vinile e disponibile dal 3 maggio tramite Play It Again Sam.

Tom Smith in azione (foto di Massimo Todaro)

Sul palco Tom Smith, voce, chitarra, pianoforte e sintetizzatori, Russell Leetch, basso, chitarra acustica, sintetizzatori, Edward Lay alla batteria, Justin Lockey, chitarra e sintetizzatori, Elliot Williams, chitarra, pianoforte e sintetizzatori. La performance è notevole e coinvolgente, grazie alla forte presenza scenica dell’irrequieto frontman, che suona muovendosi per tutto lo spazio a disposizione, e ai ritmi profondi e altalenanti della loro musica.

Si inizia con Violence, un pezzo più che coinvolgente, grazie all’elettronica invasiva. Si torna al passato con Blood, in cui Tom Smith fa sentire la potenza della sua chitarra. Papillon, primo estratto dal terzo album, ha un suono meno elettronico e più indie. Munich del 2005 rinvia ancora agli Editors degli esordi, dotati di grande carica, tale da far intuire che avrebbero lasciato il segno.

Quasi per contrasto, Barricades mostra l’evoluzione elettronica del quintetto, piena di sfaccettature e di ritmi che si accavallano uno sull’altro quasi in una corsa sfrenata. Sugar dà l’occasione a Smith per coinvolgere il pubblico a cantare con lui. Continuano i ricordi con An End As A Start, la title track del loro secondo album, in cui il suond indie si fa sentire di più. Tratta dal sesto disco, Darkness At The Door ha la stessa energia di Violence ma un respiro più ampio e rilassato.

Tom Smith alle testiere (foto di Massimo Todaro)

Un altro tuffo nelle origini tratto dall’album d’esordio Black Room: All Sparks, che è il più ritmato tra i primi pezzi e fa presagire la loro energia.

Con Nothingness, da cui emerge in maniera più marcata il timbro vocale profondo del leader, ci si orienta su atmosfere più lente.

Brano decisamente più teatrale e brillante A Ton Of Love, tratto da The Weight Of Your Love. Seguono Formaldehyde, Ocean Of Night, Magazinee, a concludere, No Harm. La band lascia il palcoscenico, ma torna con quattro bis.

Tom Smith con la chitarra a tracolla (foto di Massimo Todaro)

Il primo è Nothing dalla musicalità quasi alla Depeche Mode che valorizza la voce del frontman.

Smokers Outside The Hospital Doors, offre spunti alle chitarre per spingere di più. Racing Rats mescolta al meglio l’energia quasi aggressiva degli Editors a un indie pop dai toni da ballad. Ultimissimo pezzo è Frankenstein, fresco di pubblicazione, un brano denso di toni di elettronica ma corale e teatrale.

In conclusione, un live set diviso in tre atti e caratterizzato da un crescendo musicale ed emotivo ha animato la prima serata di concerti di Medimex 2019.

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