Midnight Again: il rientro di classe degli …A Toys Orchestra
Pop rock elegante e ricercato nell’ultimo album della band emiliano-campana. Dodici brani garbati, composti bene ed interpretati meglio, sperimentali quel che basta e – perché no? – a tratti ballabili
Intimista, ma molto forte nei suoni (visto che racconta anche storie di vita, oltre che i consueti sentimenti). E ancora: sperimentale quel che basta, ma senza strafare, perché una cosa è arricchire la forma-canzone, un’altra è stravolgerla. Infine, la gradevole ricerca di effetti cinematici, testimoniata dalle lunghe code a sfumare che chiudono ogni pezzo.
Parliamo di Midnight Again (Santeria Audioglobe 2024) l’album che segna il ritorno sulle scene dei …A Toys Orchestra dopo sei anni, ché tanti ne sono passati dal precedente Lab Dub (Ala Bianca 2018).
E che dire? Sono sempre loro, in perfetto equilibrio tra coerenza stilistica e innovazione praticata con garbo: la ricetta, semplice ed efficacissima, che ha consentito alla band campano-emiliana di affrontare il mainstream e affermarsi anche a livello più pop senza snaturarsi o svendersi. E i dodici brani con cui si ripresentano al pubblico lo confermano a ogni ascolto.
Gli …A Toys Orchestra si ripresentano al pubblico con una formazione leggermente ritoccata, in cui, assieme ai tre fondatori – il leader Enzo Moretto (voce, chitarra, tastiere e synth), Ilaria D’Angelis (voce, basso, chitarra, tastiere e synth) e Raffaele Benevento (basso, chitarra e voce) – e all’ormai storico Julian Barrett (voce, piano, tastiere, basso e synth), sono presenti i due nuovi innesti: il batterista Alessandro Baris, nella band dal 2023 al posto di Andrea Perillo, e la polistrumentista Mariagiulia Degli Amori.
Il risultato è ottimo e garbatamente vintage, grazie anche alle registrazioni analogiche curate dal produttore Bruno Germano.
I dodici rintocchi di Midnight Again
Con una certa faciloneria, quasi tutti i commentatori hanno definito l’open track Hallelujah una specie di invocazione o preghiera, in entrambi i casi laica, magari per tracciare qualche parallelo retorico col classicone di Leonard Cohen.
Per fortuna (degli …A Toys Orchestra e dei loro ascoltatori) il pezzo di Moretto e soci ha una sua personalità, autonoma e forte: parte con un giro garbato e minimale, basato sui rintocchi leggeri della batteria, cresce su un tappeto sonoro guidato dagli accordi del piano e sfocia in un coro forte ma non tamarro. L’effetto è notturno e il brano mantiene una sua delicatezza anche quando l’intervento delle voci femminili alza non poco i volumi.
Nella seguente Life Starts Tomorrow, singolo apripista dell’album, i toni si fanno più leggeri e il ritmo spedito: è un honky tonk dai garbati accenti blues e rag. L’atmosfera è più scanzonata e caciarona, grazie anche alle frasi dei fiati su cui si innestano cori efficacissimi.
Discorso simile per Goodbye Day, che si caratterizza per il refrain leggermente malinconico e per la maggiore presenza delle voci femminili nel coro. Interessante il break centrale, in cui le voci di Moretto e dei cori interpretano uno stacco gospel prima della ripartenza.
Romantica e sognante (e davvero bella), Take Me Home, un gospel dolcissimo e deciso allo stesso tempo, che si muove su un crescendo che sfocia prima in un coro arioso e poi nella coda finale, esaltata da un arrangiamento orchestrale notevole.
Al contrario, la seguente Miss U è un pezzo intimista esaltato da un arrangiamento a tratti minimale, su cui le voci di Moretto e di D’Angelis ricamano una bella melodia. Degno di nota il ricamo dei fiati che irrompono a metà brano.
Ancora più eterea la seguente Sometimes I Wonder, che si regge su un tappeto delicato delle chitarre acustiche e su un cantato dal retrogusto (al solito) notturno. Efficace l’uso del Theremin nella parte strumentale.
Wathever We Are è una ballad gospel in crescendo, caratterizzata dal bel duetto tra Moretto e D’Angelis (sul quale gli esperti si sono prodotti in paragoni a raffica: noi ci limitiamo a goderci la canzone per quel che è, cioè un bel pezzo).
Decisamente più rock e dalle sonorità più toste, Our Souls è un pezzone anni ’80 carico di suggestioni new wave.
Chitarra acustica in spolvero, percussioni quadrate e accordi di piano per colorare un po’: Midnight Gospel è un pezzo carico di pathos, che si regge essenzialmente sul bel coro e, a tratti evoca gli U2 (e non solo perché Moretto sembra divertirsi a fare ogni tanto il verso a Bono).
Decisamente più intimista Out Of Control, che si perde in atmosfere malinconiche e cupe, ben sottolineate dai fiati e dall’orchestra nella coda.
Ancora più minimale, Hero evoca addirittura atmosfere pinkfloydiane (avete presente The Final Cut?) e forse non è un caso che Moretto stavolta faccia il verso a Roger Waters.
La conclusiva OCD Lullaby è il pezzo dall’arrangiamento più bizzarro dell’album: fiati spernacchianti e slide guitar si inseguono a vicenda e complicano il tessuto sonoro della simpatica filastrocca con cui gli …A Toys Orchestra salutano gli ascoltatori.
…A Toys Orchestra: ritorno nel regno dei balocchi
Gli …A Toys Orchestra hanno un pregio grandissimo: riescono a essere credibili come rockband di vocazione e aspirazione internazionale senza scadere nella caricatura, come invece capita a tanti artisti della provincia italiana.
Non (troppo) politicizzati (hanno collaborato con Fabio Volo e Rai 3 senza farsi condizionare), non retorici, creativi quel che serve e originali quanto basta, sono riusciti ad ottenere un buon successo senza annacquare la propria proposta musicale, o peggio calibrandola sui (cattivi) gusti delle attuali grandi platee.
Altro punto di merito: pur avendo il pathos e l’atteggiamento distaccato tipico degli artisti, gli …A Toys Orchestra non se la tirano (almeno non troppo) e mantengono un atteggiamento genuino e, soprattutto, lanciano proposte fruibili, per quanto raffinate. È il caso, ovviamente, di Midnight Again, degno punto fermo nella storia di una band che ha superato il quarto di secolo e ha attraversato una buona fetta d’Italia, da Agropoli a Bologna, per affermare le proprie idee musicali.
L’album merita molti ascolti, sia da parte dei conoscitori di questa band, che avranno qualche motivo in più per apprezzarne la proposta artistica, sia dagli altri, per cui potrebbe risultare piacevole scoprire un bel prodotto made in Italy in grado di tenere botta sulle scene europee.
Ne vale davvero e ancora la pena.
Per saperne di più:
Il sito web ufficiale degli …A Toys Orchestra
Da ascoltare (e da vedere):
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Soddisfatta anche oggi di aver scoperto tanto attraverso il tuo articolo.
Bravo Save
Grazie come sempre per la stima!