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Elegant Weapons: l’esordio bomba di un supergruppo

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Horns For A Halo: il massiccio primo album della band di Richie Faulkner e Ronnie Romero. Dieci canzoni granitiche della migliore tradizione del classic metal

Degli Elegant Weapons si è detto più o meno tutto. Ad esempio, che sono un supergruppo.

Oppure, più semplicemente, che sono il progetto solista di Richie Faulkner, il chitarrista che, dal 2011, sostituisce il leggendario K. K. Downing nei Judas Priest.

C’è del vero in entrambe le affermazioni. Infatti, la band dà più l’idea di un insieme di turnisti, peraltro di caratura stellare, che di una formazione organica e definitiva.

Per incidere Horns For A Halo (Nuclear Blast, 2023), l’album d’esordio uscito alle porte dell’estate ormai al temine, Faulkner si è accompagnato a Ronnie Romero, il supercelebrato vocalist di Lords Of Black, Michael Schenker Group, Rainbow, Sunstorm e Vanderberg. E scusate se è poco.

Ma il frontman cileno è l’unico elemento stabile del combo, completato dal bassista Davey Rimmer, noto per la sua militanza decennale negli Uriah Heep, e dal batterista Christopher Williams, che attualmente presta le proprie bacchette ai teutonici Accept.

I due, c’è da dire, hanno preso il posto di Rex Brown, il bassista dei Pantera, e di Scott Travis, altro celebratissimo virtuoso della batteria al servizio di Judas Priest e Racer X, i quali hanno invece partecipato alle incisioni di Horns For A Halo.

Richie Faulkner, il leader degli Elegant Weapons

L’album è il classico esordio col botto, che pesca alla grande nella tradizione del metal ’70-’80. Per capirci, l’heavy metal classico, più qualche puntata nello speed, con un ventaglio di ispirazioni che va dai Black Sabbath ai Judas Priest passando per Ronnie James Dio, di cui a tratti Romero sembra un clone.

Elegant Weapons: Un viaggio tra le canzoni

L’open track Dead Man Walking sembra presa di peso da Firepower (2018), l’ultima fatica in studio della grande band di Birmingham. È un brano roccioso, dal ritmo spedito e cadenzato, valorizzato dal riffing compatto di Faulkner e dall’interpretazione epica di Romero. Epico anche l’assolo, in cui il chitarrista britannico dosa virtuosismo e melodia con grande efficacia.

Do Or Die, il singolo più recente della band, è un esempio di manuale di power-speed rivisto e (s)corretto alla Judas Priest. Doppia cassa da urlo, cambi di tempo e riffing aggressivi e voce cattivissima nel refrain. Tuttavia, il pezzo vira sull’epico-melodico nei cori e nell’assolo, in perfetta adesione ai canoni del genere.

Più orientato verso i Black Sabbath, Blind Leading The Blind, il singolo apripista di Horns For A Halo, che esordisce con un riff alla Iommi e alterna le suggestioni doom del refrain alle melodie ariose (ai limiti dell’Aor) dei cori.

La copertina di Horns For A Halo

La bellissima Ghost Of You è invece quasi fuori dal genere: è una bella ballad rock blues dal crescendo potentissimo, interpretata alla grande da un Romero ispirato e arricchito dai lirismi della chitarra.

La lezione dei Sabbath riemerge più pura, invece, in Bitter Pill, un pezzone doom rocciosissimo e inquietante quel che basta, grazie a un riffing ultra settantiano.

Notevole anche la cover di Lights Out, il classico degli Ufo, resa in chiave power e con suoni brillantissimi.

Horns For A Halo, la title track, è un altro tuffo nella lezione dei mitici ’70, in cui si mescolano con estrema maestria riff sulfurei a là Iommi e ritmi pesantissimi, tipicamente priestiani.

Richiami sabbathiani, ritmi serrati più un pizzico di psichedelia in Dirty Pig, che tuttavia spezza le atmosfere cupe con un dei bei cori epici e sortite melodiche di gran gusto della chitarra.

Le suggestioni sabbathiane restano fortissime e si mescolano a ispirazioni più moderne (Alice In Chains su tutti) nella massiccia White Horse  

Chiude l’album la tenebrosa e cadenzata Downfall Rising, che – per restare in tema – mescola alla grande Sabbath e Priest.  

Gli Elegant Weapons

Elengant Weapons: Un esordio col botto

Buona la prima non è solo un modo di dire per Horns For A Halo, un album compatto e brillante, concepito con onestà, suonato alla grande e valorizzato come si deve dall’ottima produzione di Andy Sneap, anche lui proveniente dai ranghi dei Judas Priest, dove di fatto sostituisce Glenn Tipton, gravemente provato da problemi di salute.

Horns For A Halo può essere il classico bivio per Faulkner, che potrebbe coltivare una carriera parallela (e alternativa) ai Priest oppure fermarsi qui, dopo aver fornito un’altra prova di bravura, stavolta individuale.

Per gli ascoltatori preparati e gli appassionati cambia poco: che gli Elegant Weapons proseguano o no, basta quest’ottimo disco per lasciare il segno.

E poi, giusto per chiudere con un altro luogo comune, se son rose fioriranno

Per saperne di più:

Il sito web ufficiale della band

Da ascoltare (e da vedere):

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Saverio Paletta, classe 1971, ariete, vive e lavora a Cosenza. Laureato in giurisprudenza, è giornalista professionista. Ha esordito negli anni ’90 sulle riviste culturali Futuro Presente, Diorama Letterario e Letteratura-Tradizione. Già editorialista e corrispondente per il Quotidiano della Calabria, per Linea Quotidiano e L’Officina, ha scritto negli anni oltre un migliaio di articoli, in cui si è occupato di tutto, tranne che di sport. Autore di inchieste, è stato redattore de La Provincia Cosentina, Il Domani della Calabria, Mezzoeuro, Calabria Ora e Il Garantista. Ha scritto, nel 2010, il libro Sotto Racket-Tutti gli incubi del testimone, assieme al testimone di giustizia Alfio Cariati. Ha partecipato come ospite a numerose trasmissioni televisive. Ama il rock, il cinema exploitation e i libri, per cui coltiva una passione maniacale. Pigro e caffeinomane, non disdegna il vino d’annata e le birre weisse. Politicamente scorretto, si definisce un liberale, laico e con tendenze riformiste. Tuttora ha serie difficoltà a conciliare Benedetto Croce e Carl Schmitt, tra i suoi autori preferiti, con i film di Joe d’Amato e l’heavy metal dei Judas Priest. [ View all posts ]

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