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Una cantautrice dal jazz al reggae, Alessandra Rizzo si racconta

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L’artista siciliana fa il punto sulla sua carriera dopo l’uscita di “Fogli che raccontano”, il suo ultimo album

«La musica mi ha scelto perché ne avevo più bisogno degli altri», afferma il compositore e musicologo Ezio Bosso.

Una dichiarazione che pesa come un aforisma e che la cantautrice Alessandra Rizzo, conosciuta da un pubblico sempre più vasto come La Rizzo, ha fatto propria.

La cantautrice Alessandra Rizzo

Di radici siciliane ma nata a Livorno, dove si è formata musicalmente, l’artista vive due dimensioni parallele: quella geografica, tra la Sicilia e la Toscana, e quella musicale, tra le tecniche canore più sofisticate e le suggestioni mainstream.

La Rizzo si alterna tra il reggae siculo e l’autoralità più sofisticata, di cui offre un esempio il suo ultimo, recente album Fogli che raccontano, uscito a inizio inverno per Trp Music.

Iniziamo proprio da qui.

Com’è nato Fogli che raccontano?

L’album nasce dall’esigenza di raccontare una storia. In realtà, i brani non sono stati pensati secondo i criteri di un concept: è solo alla fine del percorso creativo che ho preso coscienza di aver raccontato uno scorcio di vita vissuta, fatta di partenze, ricostruzioni, nuove consapevolezze. Ogni brano ha curato un po’ la mia anima: io ho raccolto i fogli e li ho lasciati andare. Fondamentale il ruolo di Edoardo MusumeciRiccardo Samperi e di Trp Music, che hanno creduto in questo progetto e prodotto il disco.

Puoi vantare un curriculum chilometrico e hai tantissimi impegni. Quali sono le tue collaborazioni attuali?

Collaboro con gli Original Sicilian Style, una band reggae siciliana che ha all’attivo tre dischi e con cui ho avuto la possibilità di calcare palchi importanti, Inoltre, da più di dieci anni ho un progetto in acustico con Edoardo Musumeci: un unplugged per chitarra e voce attraverso il quale proponiamo i miei brani più una selezione di pezzi, immaginata come un percorso, tra i generi e gli artisti che più mi hanno influenzato. La prerogativa è giocare, improvvisare e stravolgere ed è qui che trovo totalmente la mia dimensione, quella intima, guidata dall’interplay continuo e nella quale ogni live diventa un viaggio sconosciuto.

La copertina di “Fogli che raccontano”

A proposito di influenze artistiche: vogliamo dire qualcosa di più?

Non ricordo un viaggio con la mia famiglia che non fosse accompagnato dalla musica. C’era l’imbarazzo della scelta: Phil Collins, Battisti, Dalla…ma anche VivaldiVerdiPuccini.  Nell’adolescenza ho passato varie fasi. I Beatles mi hanno cambiato la vita, sono rimasta stregata da Pino Daniele, Sting, Stevie Wonder e poi Joni Mitchell, Incognito, Niccolò Fabi, Damien Rice e Dave Matthews Band.

E qual è stata la scintilla iniziale che ti ha fatto innamorare della musica?

Credo che questa passione sia nata con me. I miei mi raccontano che da piccola non facevo dormire nessuno: cantavo, tutta la notte senza smettere. Così a 7 anni già studiavo pianoforte e 10 anni ero studentessa di violoncello in Conservatorio. Come capita con i grandi amori, siamo entrati in crisi, ci siamo lasciati e ritrovati, ma alla fine non è mai finita veramente e da vent’anni è diventata l’unica cosa che so fare.

Come hai vissuto il periodo di lockdown che per molti artisti è stata una pausa forzata che ha provocato non pochi problemi?

So che sto per dire qualcosa di molto forte: per me il lockdown è stato un meraviglioso momento di riflessione imposta. Mi occupo di didattica della voce, quindi on line ho cercato di continuare a prendermi cura dei miei ragazzi, anche leggendo loro ogni sera il capitolo di un libro per farli sentire meno lontani. Per il resto ho imparato a rallentare, a capire quali sono le mie priorità. Ho capito quanto ascoltarsi nel silenzio sia fondamentale e quanto sia bello poter fermare tutti gli impegni e studiare. Al momento della ripresa lavorativa, mi sono imposta una maggiore cura di me e ho selezionato le persone con le quali voglio trascorrere la mia vita e i progetti nei quali investire le mie energie.

Gli Original Sicilian Style

A proposito di progetti: cosa prevedi per il tuo futuro, anche immediato?

Ho smesso di programmare. La vita ci insegna che più programmiamo e più le cose vanno in una direzione opposta, portandoci alla fine nel luogo migliore che avessimo potuto sperare. Accolgo serenamente l’inaspettato, ma è ovvio che Fogli che raccontano, al momento, ha la priorità su tutto.

(a cura di Andrea Infusino)

Per saperne di più:

Il sito web ufficiale di Alessandra Rizzo

Da ascoltare (e da vedere):

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