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Angelina, un omaggio al rock più vero dal Sud più profondo

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I Kjümmo esordiscono con un singolo raw che sembra un tributo al Lemmy più truce con tanto di video vintage tratto da un “nudie” dei primi anni ’60: un cult!

Angelina è il singolo d’esordio dei Kjümmo, un trio cosentino dedito al raw rock’n’roll Tutti i componenti della band hanno un bel fardello sulle spalle: provengono da diverse esperienze ma hanno una radice comune: la militanza nel nucleo originario dei Miss Fräulein.

Il logo dei Kjümmo, i metallari cosentini con l’umlaut!

Parliamo di Aldo D’Orrico (chitarra e voce), Anthony W. Calabrese (basso) e Francesco De Napoli (batteria).

I tre hanno avuto il loro battesimo del palco in due concerti, tra cui uno Metal Punk Guerrilla, svoltosi nel centro sociale Sparrow (leggi qui).

Dopo varie peripezie, i tre hanno deciso di riprendere sonorità rock robuste, cariche di metal e occhieggianti al punk.

Il nume tutelare di riferimento è immediato: i Mӧtorhead, come denuncia la somiglianza, al limite della clonazione, tra il timbro vocale di D’Orrico e quello del compianto Lemmy.

Il pezzo parte con tre accordi secchi e pesanti che ricordano i Rage Against The Machine di Killing In The Name Of. Poi parte subito un riffone sporco e carico di groove trucido sorretto da una martellante ritmica basic, su cui D’Orrico scatarra alla grande, in un modo che strapperebbe più di un plauso al compianto pioniere del rock tamarro.

La locandina di Angelina

Ma i tre cosentini non si limitano a citare solo il Lemmy motorheadiano. L’intermezzo musicale, rallentato e carico di citazioni psichedeliche torbidissime, rinvia non poco agli Hawkwind, la storica band di space rock psichedelico in cui il rude frontman britannico si era fatto le ossa come chitarrista. Il tutto arricchito dall’Hammond di Luigi Porto. Segue il gran finale a tutta velocità.

Altra chicca a corredo del brano, il videoclip realizzato da Calabrese con le immagini di The Naked Witch, il super b movie di Larry Buchanan (nessun problema per i diritti d’autore: l’opera è di pubblico dominio). Ciò che colpisce è la precisione del montaggio: i movimenti degli attori si sposano alla perfezione con la musica, tanto da dar l’idea di riprese fatte apposta per il pezzo.

Il nume tutelare: l’immenso Lemmy Kilminster (foto di Mark Marek)

Distribuito in anteprima sul web da Radio Ciroma il video è arricchito dalle didascalie del testo, elaborate con sapienza grafica da Francesca Papasodaro, che ha curato anche il logo del gruppo.

Il brano – incluso tra l’altro nella compilation Vol. 2 della Duff Records – è un ottimo biglietto da visita delle sonorità del trio, che esibisce un piglio sfrontato e senza mezze misure, che promette faville dal vivo, come ha constatato chi è riuscito ad assistere alle esibizioni pre lockdown della band.

Non resta che attendere due cose: l’ep d’esordio, di prossima pubblicazione, e il loro ritorno sui palchi. In entrambi i casi, si astengano i deboli di cuore.

(La foto della band in copertina è di Diego Mazzei)

Da ascoltare (e da vedere):

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