Proteste in Sudan, bilancio in nero: sette morti e duecento feriti
Le piazze si mobilitano nell’anniversario del golpe dell’ex presidente al-Bashir. I manifestanti cercano l’accordo con la giunta militare
Si è aggravato il bilancio delle manifestazioni svoltesi oggi in tutto il Sudan nel trentesimo anniversario del golpe che portò al potere l’ormai deposto presidente Omar al-Bashir: un funzionario del Governo ha detto che i morti sono stati sette e i feriti duecento.
Le stime della partecipazione ai cortei sono di almeno «decine di migliaia» di persone anche se gli organizzatori avevano dichiarato di voler portare in strada di nuovo un milione di persone a Khartum.
Cifre a parte, il segnale politico è quello di una piazza sudanese ancora attiva proprio mentre Unione Africana ed Etiopia cercano – fra segnali relativamente incoraggianti – di far ripartire i negoziati fra il movimento di protesta e la giunta militare naufragati a giugno mese sulla ripartizione del potere nel lungo periodo di transizione (stimato in due-tre anni) che dovrebbe condurre alle elezioni.
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