Naip e Animatronic, sperimentazioni dal vivo
I due artisti propongono le loro contaminazioni sonore sul palco del Mood di Rende
Il nuovo anno del Mood inizia con due artisti sperimentali dediti alle contaminazioni sonore.
Sono Naip e gli Animatronic, portati sul palco del club di Rende da Be Alternative & Keep it Real Movement.
Apre la serata Naip, all’anagrafe Michelangelo. Il suo curioso nickname può avere due significati. Il primo è scientifico. In questo senso Naip è infatti un gene caratterizzato da una sequenza ripetitiva e complessa. Il secondo, invece, è in apparenza più banale: Naip sta perNessun Artista in Particolare. A marzo 2019 Michelangelo pubblica Naip per l’etichetta Mamma Dischi. A metà del novembre successivo inizia Nessun Tour in Particolare che termina proprio con questa data cosentina.
L’esibizione di Naip è un mix di poetiche: rock, rap e cantautorato fanno parte del suo universo musicale. L’elettronica è l’elemento portante di questo caleidoscopio, in cui la batteria elettronica, la loop station e il synth si fondono con la chitarra e la voce.
Bravi nel breve ha come tema principale la difficoltà di mantenere i buoni propositi con costanza.
La superficialità delle relazioni umane viene descritta in Un rapporto senza alcun senso.
Oh oh oh esprime la disperata ripetizione ciclica degli errori. Una versione 2.0 di Attenti al lupo di Lucio Dalla emerge in Attenti al loop che racconta l’oceano di musica da ascoltare.
Sullo stesso tema il pezzo Mercatino musicale.
In Tutta colpa della Juve si parla di quanto sia labile il confine tra la discriminazione sportiva e quella razziale.
Partecipo ripropone il concetto di automatismo attraverso la ripetizione ciclica di varie frasi. Infine un piccolo omaggio al post punk con la cover di Screenshot degli statunitensi Swans.
I lombardi Animatronic si sono formati nel 2018 dall’incontro, iniziato con le classiche jam del week end, tra il batterista Luca Ferrari, che milita anche nei Verdena, il chitarrista Luca Worm Terzi, chitarrista, e il bassista Nico Aztori. Dalle loro improvvisazioni vengono gli spunti per i brani di Rec, l’album d’esordio pubblicato lo scorso novembre per l’etichetta indipendente La Tempesta Dischi. Il disco è anticipato dal singolo Fl1pper#, con relativo videoclip. Da qui segue un tour di tre mesi in tutto lo stivale, compresa la data calabrese.
Il nome Animatronic, deriva dalla animatronica, una tecnica usata anche in tempi recenti nel cinema, che mescola meccanica e robotica per dare autonomia di movimento ai pupazzi meccanici.
Anche la copertina e l’artwork sono frutto della sperimentazione, in particolare di Luca Ferrari, che ha messo su carta le sue intuizioni.
Altra caratteristica peculiare di Rec, è la sua dimensione di live in studio, essendo un album registrato con tecniche analogiche e in presa diretta.
Dal vivo, la formula del trio fa una certa impressione: la musica, marcata da ritmi veloci, disegna atmosfere oniriche, quasi estrapolate dall’immaginario horror e sci-fi. I pezzi si muovono tra math rock e punk rock con l’aggiunta di sfumature prog. Lampante è l’associazione a band come i Battles o gli I Hate My Village, in cui peraltro suona il fratello di Luca, Alberto Ferrari. Tra le varie tracce si fanno notare – oltre alla già citata Fl1pper# – Formula, Fuori di Nastro, Seitan, 6sbarre s.a.s, e Teddy Red & Jenny Ride. In chiusura l’inedito 5(3)n.m.
Piuttosto lunga nella durata, l’esibizione degli Animatronic non ha cedimenti e momenti morti, a dispetto della mancanza di parti cantate. Nel caso del trio lombardo, comanda solo la musica, che disegna un caleidoscopio cangiante, carico di effetti e di grande impatto.
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