Crimini funky in salsa reggae dalla Calabria ai Caraibi
Kingston Funky Crime: divertimento e ritmo a tutto spiano per i catanzaresi Bruno & The Souldiers
Reggae e Ska made in Calabria? Non sarebbe una novità: sarà per l’accoppiata sole & mare, sarà pure per un residuo ideologismo ancora presente in certi ambienti, sarà, infine, perché nell’immaginario di molti calabresi la mitologia giamaicana è dura a morire.
Fatto sta che il Profondo Sud è un forte produttore di questi generi.
Detto questo, una menzione particolare merita la formazione catanzarese Bruno & The Souldiers, un collettivo musicale che si basa sul quartetto formato dal chitarrista-cantante Bruno Pittelli, originario di Soverato (Cz) ma con importanti trascorsi negli Usa, dall’organista Vito Tassone, dal bassista Carlo Delfino e dal batterista Giorgio Faini.
Attorno a questo nucleo ruotano altri sei musicisti: il percussionista Orlando Cacciola, il bassista Alessandro Morrone, il batterista Salvatore Leuzzi, il trombettista Antonio Olivo, il sassofonista Antonio Raimondo e il trombonista Salvatore Veraldi.
Costituitosi nel 2014, il collettivo calabrese esordisce con l’ep Kingston Funky Crime, inciso in analogico presso Officine33 di Cosenza per conto della One Drop Fellas Records.
Nel mini album i Nostri riescono a innestare al meglio su una solida base funky reggae una serie di influenze piuttosto variegate, che vanno dal soul alla psichedelia con puntatine nel dub.
Apre l’ep la trascinante title track, in cui la band si diverte (e diverte) a trascinare l’ascoltatore con un groove tiratissimo, con la sezione fiati in bella evidenza.
Come Closer, incisa in doppia versione (reggae tradizionale e dub) è un brano solare, concepito ed eseguito secondo i canoni caraibici.
Chiude un omaggio al grande Jimi Hendrix: la cover reggae ska (anch’essa in doppia versione, cantata e strumentale) di Crosstown Traffic.
Impeccabili e originali nell’interpretazione, i so(u)ldati di Bruno Pittelli si sono fatti le ossa con una gavetta intensa sui palcoscenici calabresi e non solo, culminata nell’incisione del demo Nothing to Lose (2016), che li ha lanciati sulla stampa specializzata. Il salto di qualità, tuttavia,è arrivato grazie all’attività dal vivo, in cui chi ha assistito ai loro concerti li giudica irresistibili: infatti, proprio un concerto di apertura agli Skatalites ha segnalato la band alla loro attuale etichetta discografica.
Ed eccoli qui: gigioni e vintage nei suoni ma moderni nell’approccio, Bruno & The Souldiers meritano l’ascolto, anche dai non appassionati del genere. Perché di questo genere sanno trasmettere la voglia di divertirsi e la capacità di divertire.
E scusate se è poco.
Per saperne di più:
9,812 total views, 6 views today
Comments