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Bye Bye Japan, quattro palermitani alla carica del mondo indie

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Suoni sferraglianti e melodie dolci per “14”, il secondo singolo della band rivelazione della scena alternative nazionale e non solo

Tosti, tiratissimi e freschi. Che dire di più? I Bye Bye Japan sono un quartetto di Palermo formatosi nel 2015 e subito salito alla ribalta dell’alternative rock italiano, grazie a un sound rumoroso quel che basta, che risente dell’influenza – dichiarata – dei Sonic Youth e a un gusto genuino per la melodia, in cui fanno capolino gli influssi di Nick Cave, P.J. Harvey e Velvet Underground (scusate se è poco…).

Questa miscela dall’impatto forte e immediato ha consentito alla giovane band di vincere, già nel 2015, il contest Satisfactore, in seguito, di arrivare due volte alle semifinali del contest Arezzo Wave.

A pochi mesi dal singolo di esordio Time to do something, pubblicato in vinile e premiato da un buon successo (si è piazzato nei primi 44 posti della European Indie Chart ed è stato utilizzato da Conchita De Gregorio nel suo programma Fuori Roma), i Bye Bye Japan ripropongono la loro ricetta sonora con il secondo singolo 14, un altro vinile a 45 giri prodotto da Paolo Mauri, noto ai più per la sua collaborazione con gli Afterhours.

Qualcosina, rispetto alla produzione precedente, a dire il vero è cambiata: dietro il microfono ora c’è Kimberly Mangano, dotata di una timbrica più chiara rispetto alla ex vocalist Valentina L. Cassarino. E, ovviamente, il songwriting, curato dal bassista Massimiliano Amoroso e dal chitarrista Fabrizio Mascali (che è anche l’autore dei testi) risulta più d’impatto e si rievoca atmosfere post punk, grazie anche al martellare deciso e potente della batteria di Andrea Tascone.

Crickets, il lato a del nuovo singolo è allegra e a tratti scanzonata, mentre I need to sleep evoca atmosfere notturne e malinconiche.

Il risultato, anche stavolta, è notevole sebbene non nuovissimo per gli habitué della no wave: chitarre sferraglianti, basso tondo e marcato e drumming tosto che si miscelano con un cantato dalla marcata impronta melodica. Ascoltare i Bye Bye Japan significa fare un viaggio a ritroso nella musica dei millennials, perché i quattro palermitani mescolano con originalità i suoni e le idee prodotte a partire dagli anni ’90. Tentano, in altre parole, di proporre qualcosa di nuovo senza uscire dai canoni del rock.

E in questo tentativo riescono a trascinare e divertire chi li ascolta. Già questo è un buon motivo per incoraggiarli.

Per saperne di più:

Il canale Youtube dei Bye Bye Japan

 

 

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Saverio Paletta, classe 1971, ariete, vive e lavora a Cosenza. Laureato in giurisprudenza, è giornalista professionista. Ha esordito negli anni ’90 sulle riviste culturali Futuro Presente, Diorama Letterario e Letteratura-Tradizione. Già editorialista e corrispondente per il Quotidiano della Calabria, per Linea Quotidiano e L’Officina, ha scritto negli anni oltre un migliaio di articoli, in cui si è occupato di tutto, tranne che di sport. Autore di inchieste, è stato redattore de La Provincia Cosentina, Il Domani della Calabria, Mezzoeuro, Calabria Ora e Il Garantista. Ha scritto, nel 2010, il libro Sotto Racket-Tutti gli incubi del testimone, assieme al testimone di giustizia Alfio Cariati. Ha partecipato come ospite a numerose trasmissioni televisive. Ama il rock, il cinema exploitation e i libri, per cui coltiva una passione maniacale. Pigro e caffeinomane, non disdegna il vino d’annata e le birre weisse. Politicamente scorretto, si definisce un liberale, laico e con tendenze riformiste. Tuttora ha serie difficoltà a conciliare Benedetto Croce e Carl Schmitt, tra i suoi autori preferiti, con i film di Joe d’Amato e l’heavy metal dei Judas Priest. [ View all posts ]

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