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La Rappresentante di Lista e non solo, un’ondata indie al Giovinazzo Rock Festival

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Cartellone pieno d’eventi per la ventesima edizione della kermesse pugliese. Tra gli ospiti d’onore i Be Forest e i Mokadelik

La ventesima edizione del Giovinazzo Rock Festival si apre il 26 luglio alle piscine comunali di Bitonto in provincia di Bari, in una edizione special.

Tocca agli Stain l’onore di inaugurare il Festival. La band, vincitrice del Grf Contest, è un progetto rock alternative-indie nato nel 2016 sui banchi di scuola, su iniziativa del frontman Francesco La Gioia, del chitarrista Michele Tangorra, del bassista Dario Ladisa e del batterista Nicho. Dopo i primi anni all’insegna delle cover il quartetto si dedica alla composizione di inediti. Tra i brani eseguiti Better Than Bitter e Seize The Day

Be Forest (foto di Nicole Depergola)

Dopo di loro, i Sound’s Borderline, un gruppo nato nel 2015 a che si richiamano agli Stones con influenze blues, hard rock e heavy metal. I loro comuni gusti musicali, Pink Floyd e Queen Of The Stone Age solo per citarne alcuni, si fondono alla voglia di sperimentare nuove sonorità. L’attuale formazione è composta da Angelo Argento, voce e chitarra solista, Matteo Furiò, alla batteria, Manuel Rolling, alle tastiere e Ylenia Ancona al basso. Fat Cat, 20 Minsbtra i pezzi suonati sul palco pugliese.

Da Pesaro approdano al Grf Festival i Be Forest, un trio composto dalla cantante-bassista Costanza Delle Rose, dal chitarrista Nicola Lampredi e dalla batterista-tastierista-cantante Erica Terenzi. I rimandi alla new wave emergono dal loro live set, in cui rievocano le sonorità dei Cure anni ’80, a cui aggiungono qualche pizzico di dark in un’atmosfera plumbea e quasi trasognata interrotta solo dai colpi decisi, capaci di scandire il tempo, della batteria. I Be Forest promuovono Knoctune, il loro nuovo album. Un disco che senz’altro richiama le tenebre e il buio della natte, ma li arricchisce di chiaroscuri. Dall’album sono tratti, tra gli altri, Empty Space, Gemini e Atto I. Poi si prosegue con altri pezzi meno recenti, da Capture Heart ad Hanged Man, Florence e Glow

Con le loro colonne sonore, salgono sul palco pugliese i Mokadelic. I loro pezzi, vere e proprie sinfonie, si possono collocare tra post-rock, neopsichedelia e suggestioni elettroniche. Tra la lista delle loro colonne sonore è d’obbligo citare la serie cult Gomorra tratta dal romanzo omonimo di Roberto Saviano,ma anche quella del film-evento Sulla mia pelle dedicato all’ultima settimana di vita di Stefano Cucchi.

La band, nata a inizio millennio con il nome Moka, cambiato otto anni con quello attuale, è composta da Alessio Mecozzi, Cristian Marras, Alberto Broccatelli, Maurizio Mazzenga e Luca Novelli

I loro pezzi sono visioni, sono mondi che pian piano travolgono e assorbono. Un ritmo e un flusso incessante, un destino a cui non ci si può sottrarre. Sul palco l’atmosfera è buia, tetra è oscurata proprio come le storie della serie a cui hanno composto i brani per cui sono più conosciuti, la già citata Gomorra. Sullo schermo alle loro spalle scorrono le immagini più salienti della serie napoletana a fare da sfondo alla musica che scorre veloce in primo piano.

Mokadelic (foto di Nicole Depergola)

La rappresentante di lista è l’ultima band a esibirsi nella prima serata del Grf 2019. Il gruppo si forma nel 2011 in seguito all’incontro tra la cantante Veronica Lucchesi e il polistrumentista Dario Mangiaracina. Il nome deriva dall’iscrizione di Veronica a rappresentante di lista per il referendum sull’energia nucleare nello stesso 2011. Al duo originario si sono aggiunti nel corso degli anni il tastierista-fiatista Enrico Lupi, la pianista-cantante-batterista Marta Cannuscio, la bassista-polistrumentista Erika Lucchesi, e il batterista Roberto Calabrese. La loro produzione oscilla tra queer e indie pop e si concentra sulla continua ricerca e sperimentazione. I testi raccontano scene di vita quotidiana. Racchiudere la loro musicalità in un unico genere è un po’ riduttivo. Il loro live set molto luminoso grazie alla scenografia ben studiata, ma soprattutto alla travolgente energia del gruppo sempre in costante danza sull’onda delle loro musiche.

La rappresentante di lista (foto di Nicole Depergola)

Nell’ultimo disco Go Go Diva, la band racconta la carnalità non solo del corpo ma anche dei sentimenti. Ma anche l’amore sempre in bilico tra momenti alti di gioia e altri bassi di tristezza malinconica. Tra i brani tratti da questo album troviamo Questo corpo, Woow, Ti amo (nanana) e Maledetta tenerezza. Dai precedenti album: Apriti cielo, Guardateci tutti, La rappresentante di lista e Invisibilmente.

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