Second Coming, tornano i fantastici due del rock scandinavo
Ronnie Atkins ed Erik Martensson hanno unito le forze per dar vita ai Nordic Union, giunti da poco al secondo, graffiante cd nella tradizione dei Tnt e dei vecchi Europe
Più ammiccante di così il nome non potevano sceglierselo: i Nordic Union sono il side project di Ronnie Atkins, storico frontman dei danesi Pretty Maids, e di Erik Martensson, cantante-chitarrista e leder degli svedesi Eclipse.
Visto che si parla di hard rock melodico con puntate nell’aor, non è difficile intuire dietro questa brillante operazione musicale lo zampino di Serafino Perugino, dato che entrambe le band fanno parte del catalogo della sua Frontiers.
Il recente Second Coming, come da titolo, è il secondo album dei due artisti, che segue a ruota l’esordio omonimo del 2016 e conferma la ricetta musicale degli scandinavi, che non solo riprendono i punti salienti delle band di provenienza, ma si inseriscono nel solco della grande tradizione del rock scandinavo, di cui fanno parte i vecchi Europe e i Tnt, oltre ai menzionati Pretty Maids. Il tutto con un sound moderno e brillante, che attualizza la lezione degli anni ’80.
Come per l’album precedente, la scelta di unire artisti di generazioni diverse (l’ultracinquantenne Atkins e il neoquarantenne Martensson) si rivela vincente. E altrettanto riuscita risulta la fusione tra la vocalità ruvida e hard del danese con il gusto melodico dello svedese, che suona tutti gli strumenti – tranne la batteria, affidata all’ex Eclipse Magnus Ulfstedt – arrangia e produce con grande perizia e senso del songwriting.
My Fear & My Faith apre l’album con una lezione di hard rock in perfetto equilibrio tra grinta e melodia: un riff pesante su un tempo cadenzato marca il refrain, che esplode in un coro accattivante ma non sbracato.
Because Of Us è un divertissment rock tutto ritmo e tiro, arricchito da una chicca: la partecipazione ai cori dei figli del chitarrista che danno un effetto gradevole con le loro voci infantili e fanno da contraltare al micidiale riffing di Martensson.
Un delicato arpeggio di pianoforte introduce It Burns, che esplode subito in un tema aor ben congegnato e, soprattutto, efficace: linee vocali e riff epici, coro catchy e armonie ariose, inframmezzate qui e lì da qualche cattiveria della chitarra.
Sulla stessa linea, ma con qualche spunto hard in più, la seguente Walk Me Through The Fire, che colpisce anche per l’incedere maschio evidenziato dalla voce abrasiva di Atkins.
New Life Begins è un pezzone di hard melodico americaneggiante, in cui fa capolino la lezione degli Journey.
Col riff sabbathiano di The Final War i Nordic Union fanno una puntata decisa nel metal, appena stemperata dal coro ruffiano. Notevole l’assolo di chitarra che mescola melodia e citazioni orientali.
Breathtaking è una semiballad in cui potenza e orecchiabilità raggiungono un buon equilibrio.
Rock’s Still Rolling è un hard cadenzato, introdotto da un passaggio vagamente country che esplode in un riffone tosto e squadrato. Ottima la performance di Atkins, che dà spessore alla melodia con la sua raucedine.
Die Together è un’altra semiballad dal crescendo garbato e dal coro più che accattivante.
The Best Thing I Never Had è un saggio di aor contemporaneo, in cui i Survivor danno la mano agli Europe prima maniera ma con un tocco hard in più che non guasta affatto.
Outrun You chiude l’album con un’altra lezione di rock americano dalla melodia ruffiana e dal riffing robusto.
Per i fan giapponesi c’è il consueto bonus, in questo caso una versione acustica di Because Of Us, in cui le voci bianche dei pargoli di Martensson spadroneggiano in tutto il loro candore infantile.
L’aor non è solo roba da museo, ma è vivo e lotta con noi, se giusto si trova chi sa rivitalizzarlo. È, appunto, il caso dei Nordic Union, i quali, si spera, possano diventare una band a tutti gli effetti, visto che tra l’altro i loro brani sembrano concepiti in funzione del palcoscenico.
Buona la seconda e buon ascolto.
Da ascoltare (e da vedere):
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