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Metal Souls, la musica internazionale dagli occhi a mandorla

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Nozomu Wakai assolda il meglio della scena metal per il suo nuovo album, un omaggio riuscitissimo al rock duro degli anni ’80

Con Metal Souls, uscito per l’italiana Frontiers, il superchitarrista nipponico Nozomu Wakai, studi jazz alle spalle ma un cuore che pulsa rock da sempre, tenta il salto di qualità.

Lo fa in due modi: innanzitutto, proiettandosi sulla scena che conta (e non è un caso che la scelta sia caduta su una label europea) e poi trasformando Destinia, il progetto musicale che persegue sin dal 2014, in una vera e propria band.

La copertina di Metal Souls

Ed è qui che arriva la sorpresa più grossa: i compari di avventura del nostro sono tutti artisti di prima grandezza e di fama internazionale: il cantante Ronnie Romero, cileno d’origine e spagnolo d’adozione, in forza ai Ritchie Blackmore’s Rainbow, ai CoreLeoni e ai Lords Of Black (scusate se è poco…), il batterista Tommy Aldridge (Whitesnake e Ozzy Osbourne, ma anche Black Oak Arkansas e Thin Lizzy) e il bassista Marco Mendoza (The Dead Daisies, Whitesnake e Thin Lizzy). Evidentemente, il Giappone, sebbene propenso al metal, sta un po’ strettino a Wakai, che dopo essersi fatto un nome in patria, tenta l’assalto a platee più vaste con una vera e propria multinazionale del rock.

Il risultato? In linea con le aspettative e coi gusti del Nostro, che pur essendo uno shredder di chiara fama non esagera e dimostra un buon valore anche nel songwriting: dieci brani di qualità, che richiamano in maniera diretta il grande metal degli anni ’80: Dio e Judas Priest in prima fila.

I Destinia al completo

Da tradizione anche la scelta di aprire l’album con la title track: Metal Souls (la canzone) si regge su un riff tiratissimo accompagnato da una ritmica martellante e spedita. Superlativa la prestazione di Romero, che interpreta alla grande il bel refrain epico del brano. Misurato e incisivo l’assolo di chitarra, a dimostrazione che Wakai è capace di mettersi al servizio delle canzoni senza farsi scappare la mano.

Più cadenzata, Rain è un omaggio al Ronnie James Dio più aor (per capirci del periodo Sacred HeartDream Evil), a partire dall’intro di tastiera.

Lo zampino del grande e compianto italoamericano emerge anche nella seguente The End Of Love, veloce e tostissima e con qualche riferimento al power Helloween-style.

La lezione del power più melodico si fa sentire anche nell’epica Promised Land, dotata di grande tiro dinamico e impreziosita da una melodia ariosa.

Più virata verso l’aor, grazie anche a un coro ruffiano, Take Me Home risulta la canzone più americana in un album altrimenti europeo nell’ispirazione.

In Raise Your First si mescolano alla grande le lezioni di Dio e dei Judas Priest: efficacissima l’interpretazione di Romero che esalta e incattivisce la linea melodica, altrimenti facile.

Con Be A Hero i Nozomu Wakai’s Destinia si immergono di nuovo nel power più classico di matrice teutonica: oltre alle zucche di Amburgo, può essere rintracciato qualche riferimento anche ai Masterplan.

Ariosa e potente, Metamorphosis è un altro esempio delle capacità compositive del chitarrista nipponico, che cita e saccheggia il repertorio classico del metal ma con una grande personalizzazione e con un perfetto bilanciamento tra melodia e potenza.

Stesso discorso per Cross The Line, altro esempio riuscito di metal tiratissimo e potente ma orecchiabile allo stesso tempo.

In chiusura, la tostissima ed epica (anch’essa, ma è l’approccio nipponico) Judgement Day.

Ronnie Romero e Nozomu Wakai

Ricapitoliamo: band in formissima e affiatata, grandi parti di chitarra, che confermano senza eccessi quanto sia meritata la fama di Wakai, brani compatti e ben costruiti e interpretazioni piene di patos.

Metal Souls è un album ben fatto di heavy metal classico, senza cedimenti né cadute di tono. Certo, l’originalità è altrove, ma parliamo pur sempre di un genere dai canoni forti e imprescindibili, su cui non è possibile variare più di tanto (a meno che non ci si voglia inserire in qualche sottofilone). All’interno di questi canoni, Wakai e soci danno il meglio di sé, il che basta e avanza.

Non resta che vederli dal vivo, perché se le premesse sono quelle contenute in Metal Souls, c’è solo da sperare nelle scintille sul palco.

Per saperne di più:

Il profilo biografico online di Nozomu Wakai

Da ascoltare (e da vedere):

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Saverio Paletta, classe 1971, ariete, vive e lavora a Cosenza. Laureato in giurisprudenza, è giornalista professionista. Ha esordito negli anni ’90 sulle riviste culturali Futuro Presente, Diorama Letterario e Letteratura-Tradizione. Già editorialista e corrispondente per il Quotidiano della Calabria, per Linea Quotidiano e L’Officina, ha scritto negli anni oltre un migliaio di articoli, in cui si è occupato di tutto, tranne che di sport. Autore di inchieste, è stato redattore de La Provincia Cosentina, Il Domani della Calabria, Mezzoeuro, Calabria Ora e Il Garantista. Ha scritto, nel 2010, il libro Sotto Racket-Tutti gli incubi del testimone, assieme al testimone di giustizia Alfio Cariati. Ha partecipato come ospite a numerose trasmissioni televisive. Ama il rock, il cinema exploitation e i libri, per cui coltiva una passione maniacale. Pigro e caffeinomane, non disdegna il vino d’annata e le birre weisse. Politicamente scorretto, si definisce un liberale, laico e con tendenze riformiste. Tuttora ha serie difficoltà a conciliare Benedetto Croce e Carl Schmitt, tra i suoi autori preferiti, con i film di Joe d’Amato e l’heavy metal dei Judas Priest. [ View all posts ]

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