Barracuda, i Leaderbraun vi prendono a morsi
Cannibalismo e denuncia civile nel video della band lecchese, autrice di un rock blues duro ispirato ai ruggenti anni ’70
Un sacerdote che in apparenza redime una punk sbandata e piena di piercing (forse una tossica).
Un imprenditore che fa firmare contratti che hanno tutta l’aria di essere capestri.
Un politico rampante che dispensa sorrisi e strette di mano alle fan.
E poi i dettagli: gli orecchini a punta sui lobi della punk (o emo, fate voi), l’orologio d’oro al polso del venditore strozzato e il bracciale indossato dalla donnina compiacente in auto col politico.
Ma questi sono solo dettagli, perché la scena principale si svolge in una casa padronale di campagna dove i tre figuri – prete, imprenditore bandito e politico – banchettano con un bollito alle verze. E i dettagli, inframmezzati da scene piuttosto eloquenti riprese in un mattatoio, sono rivelatori: il bracciale della sfinzia diventa un segnaposto a tavola, l’orologio d’oro è sul polso dell’imprenditore e il prete si ferisce con un orecchino appuntito mentre sbrana (sì, letteralmente sbrana) il bollito.
I tre, detto banalmente, sono una metafora del potere che si nutre dei propri seguaci. Non vampirizzano ma, addirittura cannibalizzano il prossimo sulle cui esigenze (di assistenza, di mercato e di fiducia) si legittimano.
Il tutto nei tre minuti e mezzo del video di Barracuda, il singolo tratto da Ade, l’ultimo album dei lecchesi Leaderbraun, un quartetto dedito da circa dieci anni a un rock blues viscerale con puntate serie verso l’hard.
Il brano è interpretato dalla nuova formazione della band, composta ora dai due fondatori Simone Goretti (chitarra) e Antonio Romano (batteria) più da tre new entry, cioè la giovanissima cantante Isabella Conca, il bassista Gionata Montanelli e il violoncellista Michele Nasatti. Il risultato è più che valido: un rock blues tiratissimo e dal sound particolare: per capirle quanto, basta prestare la dovuta attenzione alla parte strumentale, in cui il solo di chitarra, distorta e stradilatata dal wha wha, si appoggia al riff suonato dal violoncello.
Ottima anche la fattura del video, diretto da Giulio Oldrini.
Migliore promozione per la loro musica i Leaderbraun non potevano avere. Da ascoltare e da vedere più volte perché i dettagli, certi dettagli, degni dei vecchi horror della Hammer, rivelano la trama allo stesso modo in cui i segnali deboli fanno prevedere il futuro.
Per saperne di più:
Vai al sito web dei Leaderbraun
Da ascoltare (e da vedere):
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