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Tell Uric, Luigi Porto racconta i conflitti sociali in note

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Il nuovo disco del compositore italoamericano racconta in note la dura realtà della working class di New York e i conflitti civili nelle nazioni emergenti col linguaggio sperimentale del suo ultimo album

Tell Uric è il nuovo disco di Luigi Porto, pubblicato nella primavera 2021 da Respirano Records, La Lumaca Dischi e Audioglobe. Il disco è anticipato dal singolo Morningside, uscito a fine 2020.

Tell Uric rinvia all’aggettivo tellurico, che vuol dire legato alla terra, ma anche originario e primordiale, con palese riferimento al risveglio violento delle minoranze di colore avvenuto in occasione di Black Lives Matter, un avvenimento che ha colpito Porto, il quale conosce bene la realtà della metropoli perché vive a Washington Heights. L’unica parte della Grande Mela, insieme a East Harlem, ancora pienamente working class dell’isola di Manhattan. Nasce da qui la freccia bianca puntata verso il basso della grafica del disco.

Un primo piano di Luigi Porto (foto di Stefano Marino)

Il musicista e compositore di origine calabrese propone, in questo suo quinto album, otto tracce cariche di atmosfere intriganti e oscure.

Nei brani emergono molti frammenti di vita quotidiana, non solo della working class statunitense: il disco, infatti, è una sorta di vestito sonoro cucito sui concetti di casta e di classe e si sofferma sulla bolla che spinge verso la gentrificazione dei quartieri.

Tell Uric è anche un’opera corale, a cui hanno contribuito diversi artisti, tra cui Nefer Alexandra Linde, Mirko Onofrio, James Waldo, Al The Coordinator, Massimo Palermo, Ray Lustig, Carmine Cipolla, Meredith Moore.

Nell’open track Gabor è protagonista la voce brillante di Nefer Alexandra Linde, che crea un perfetto equilibrio tra le morbidezze del piano e le spigolosità del basso, il tutto per ricordare la «petite Tza Tza Gabor».

Sketchy Bulding è un caleidoscopio di scene di vita quotidiana in un piccolo quartiere popolare.

Morning Side, il singolo apripista, si basa sul duetto tra Porto e Linde, letteralmente appoggiato su un tappeto di archi. Il pezzo è accompagnato da un videoclip in cui si alternano frame presi da luoghi diversi, un puzzle che restituisce scene di vita volutamente frammentarie.

La copertina di Tell Uric

Le corde della viola aprono Locust Devotee, diviso idealmente in due parti: una prima cupa e sommessa, marcata dalla vocalità della Linde, una secondapiù forte, grazie al lavoro della batteria.

Lo strumentale Uljhan è anche il tema della colonna sonora di Uljhan-The Knot, pellicola presentata recentemente al Santa Barbara Film Festival.

 Il film, diretto da Ashish Pant, si sofferma sulla lotta sociale in India. Il pezzo ne evoca la suspense, marcata dal violino e dal violoncello.

The Roofing Really Needed inizia secondo i canoni del brit pop: chitarra e voce marciano di pari passo con linearità. Poi, l’ingresso del corno nella parte finale cambia l’atmosfera.

The Sun è preceduta da una piccola intro che apre ad atmosfere psichedeliche e progressive della parte strumentale.

Luigi Porto al basso (foto di Mariagrazia Cecilia)

Lo stridore di un treno apre Family, il secondo singolo, che chiude che chiude l’album con una riflessione sul tema del viaggio. Nel video che lo accompagna torna il collage di frame estrapolati dalla vita quotidiana ma arricchiti stavolta da riprese paesaggistiche di grande suggestione.

Tell Uric è un disco dalle molteplici sfaccettature, concentrate in quaranta minuti intensissimi. Centrale, nel suo story telling, la dialettica tra luce e tenebre, espressa con un linguaggio sonoro e testuale raffinato.

Un album da ascoltare con interesse e passione.

Per saperne di più:

Il sito web ufficiale di Luigi Porto

La recensione di Morningside

Da ascoltare (e da vedere):

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