Love Shower Love, l’alt rock parla milanese
La band meneghina, fresca di lancio dell’ep Slow Down e del singolo Ring Of Time racconta la sua carriera ancora breve ma intensa in un’intervista esclusiva
Milanesi doc, i Love Shower Love sono un quartetto dedito all’alt rock sin dal 2017. La band ha una peculiarità: quattro musicisti e nessun cantante solista, perché questo compito è sbrigato, anche piuttosto bene, dal bassista Marco Chiodi, dal batterista Stefano Perfetto e dal chitarrista Davide Genco, mentre Claudio Chiodi (il cognome non è una coincidenza: è il fratello di Marco), l’altro chitarrista, resta l’unico strumentista puro.
Nonostante la formazione recente, la band vanta già una discografia consistente e un certo seguito, come prova il successo ottenuto da Slow Down, il loro ultimo ep uscito a giugno, da cui è tratto il singolo Ring Of Time, una ballad suggestiva che ha subito ricevuto ottimi consensi.
Partiamo da Slow Down, che ha avuto una genesi a dir poco particolare…
Subito dopo la fine del contratto con la nostra etichetta ci siamo resi conto di avere da parte un po’ di idee nuove. Tuttavia, durante la fase compositiva, ci siamo accorti che i brani avevano stile e intenzioni molto differenti. Perciò abbiamo deciso di dividere il lavoro in due ep, il primo dei quali è, appunto, Slow Down. Mentre perfezionavamo i pezzi siamo stati risucchiati dal lockdown: a quel punto abbiamo scelto di passare la quarantena registrando a distanza il primo ep, senza mai incontrarci. È stato il nostro modo di restare vicini nonostante tutto.
Sorprendono la naturalezza e la fluidità delle vostre composizioni, come nascono?
Generalmente partiamo da un’idea di canzone rock tipicamente anglosassone e molto riconoscibile nella struttura per poi sperimentare con arrangiamenti che richiamano il funky e l’indie. Cerchiamo di non banalizzare la nostra guitar music e usiamo intrecci studiati, dando anche al basso il giusto protagonismo.
Cosa caratterizza il vostro stile? Da quali influenze deriva?
Siamo partiti tutti e quattro da un imprinting grunge per approdare al moderno alt rock di band come War On Drugs, Idles e The National. Ognuno di noi coltiva però nei suoi progetti paralleli delle passioni più verticali (che cioè piacciono solo a lui) come l’elettronica, la roots music, la black music, il cantautorato e il punk.
Quali sono le vostre collaborazioni attuali e passate?
Come dicevamo, ognuno di noi ha dei progetti paralleli (One Boy Band, Nails & Castles, Taff, The Twerks e… Claudio Chiodi): questo ci consente di realizzare tutte quelle idee che nel gruppo non trovano sfogo e fare esperienze con tanti musicisti esterni alla band che di riflesso arricchiscono anche i Love Shower Love.
Il vostro nome è, a dir poco particolare, cosa lo ha ispirato?
Suoniamo la musica che ci piace ascoltare fin dall’adolescenza, quando ci siamo conosciuti. In realtà bassista e chitarrista si conoscevano da un po’ prima, essendo gemelli. Abbiamo scelto il nostro nome una sera a Parigi, quando ci siamo accorti che l’ostello dove dormivamo non aveva la doccia. Non è vero: raccontiamo ogni volta una storia diversa perché non c’è un motivo o episodio particolare dietro il nome della band.
Avete un aneddoto particolare?
Durante l’ultimo tour nel Centro Italia siamo stati ospitati da un ex veterinario che nel tempo libero faceva il bracconiere: l’appartamento in cui abbiamo dormito era pieno di animali selvatici imbalsamati. Un’esperienza che non auguriamo a nessuno.
I vostri programmi per il futuro?
Entro la fine dell’anno pubblicheremo il secondo ep che a differenza di Slow Down, conterrà brani molto incazzati. E – chi mai avrebbe pensato sarebbe stato un auspicio in questo anno sfigato – speriamo di avere la possibilità di suonare dal vivo entrambi gli ep. Sarebbe una fortuna enorme.
(a cura di Andrea Infusino)
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