I neoborbonici al Banco di Napoli?
La prestigiosa fondazione bancaria ha ospitato di recente la conferenza di un giurista spagnolo sull’uso politico della Storia. Fin qui nulla di strano. Ma basta scavare un po’ per scoprire che il professore iberico è vicino agli ambienti neoborbonici, al pari del professor Orazio Abbamonte, responsabile delle attività culturali dell’istituzione partenopea. Solo coincidenze?
C’era da aspettarselo.
Nella società dello spettacolo (di pessimo gusto) urlare, sbracarsi, fare ammuina paga sempre: quanto meno, si riesce a racimolare qualche briciola di visibilità e di piccolo potere.
Un esempio: il 27 febbraio, presso la Fondazione Banco di Napoli, si è svolta la conferenza pubblica Quando la storia cede all’ideologia, una conversazione tenuta dal giurista spagnolo Miguel Ayuso «per una riflessione sull’uso politico della Storia tra passato e contemporaneo, tra interpretazione del fatto storico e mistificazione a sostegno del potere», come recita la locandina. La notizia sembrerebbe positiva: finalmente – si dirà – un altro prestigioso istituto culturale napoletano prende posizione contro quelle “deformazioni di dati elementari” in sede storiografica giustamente denunciate nelle note introduttive prodotte dalla stessa Fondazione. Il pensiero non può fare a meno di correre al neoborbonismo e al pinaprilismo, suo fratello maggiore (e peggiore).
Invece no: le cose, incredibilmente, stanno proprio all’opposto.
Miguel Ayuso Torres è professore di Diritto costituzionale presso la facoltà di Diritto (Departamento de Disciplinas Comunes) dell’Universidad Pontificia Comillas di Madrid. È da sempre assai vicino ai neoborbonici: da un ventennio, infatti, aderisce puntualmente ai diversi comitati per la verità storica organizzati in seno a questi ambienti.
Sarà senz’altro una coincidenza, ma è comunque da notare che l’attuale responsabile delle attività culturali della Fondazione Banco di Napoli è Orazio Abbamonte, docente di Storia del diritto e della giustizia in Europa presso la Seconda Università degli Studi di Napoli. Il professor Abbamonte – sempre che non ci troviamo di fronte a un caso di omonimia – si è più volte mostrato simpatizzante delle istanze neoborboniche. Tanto per fare un esempio, nel 2012 partecipò in qualità di relatore alla presentazione del pamphlet di Gennaro De Crescenzo, per l’appunto presidente del Movimento Neoborbonico, intitolato I peggiori anni della nostra storia. L’unificazione come origine del sottosviluppo del Sud. In questa stessa occasione, Abbamonte sostenne la necessità di promuovere una storia alternativa sulle vicende risorgimentali.
Un tempo Palazzo Ricca, sede della Fondazione e dell’Archivio storico del Banco di Napoli, era frequentato da studiosi del calibro di Fausto Nicolini.
Vorremmo sapere una cosa, tanto per prepararci al peggio: prima o poi sentiremo Pino Aprile – o, magari, lo stesso De Crescenzo – concionare sulla Vera Storia nei medesimi locali? Davvero è questo il destino di un’istituzione particolarmente cara a generazioni di storici e di (veri) archivisti?
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