Dalla musica ai fumetti, intervista Davide Toffolo
L’artista friulano gira l’Italia per presentare la sua nuova raccolta di fumetti con un tour particolare: Unplugged-Graphic Novel is Back. Tra un brano e un racconto, Toffolo ripercorre le vicende dei Tre Allegri Ragazzi Morti e fa le sue considerazioni pungenti sulla scena indie attuale
Diviso equamente tra musica e fumetti, Davide Toffolo è un artista ad ampio raggio. Frontman dei Tre Allegri Ragazzi Morti con otto dischi all’attivo e numerose collaborazioni con artisti del calibro di Jovanotti, Zen Circus, Le Luci della Centrale Elettrica e Prozac+, Toffolo è uno dei principali artisti indie del panorama musicale italiano.
Ma la musica non gli basta: ed ecco la passione maniacale per il disegno, che tra l’altro è sfociata nella pubblicazione di molti albi a fumetti.
Toffolo ha presentato al Mood di Rende (Cosenza), all’interno della rassegna Be-Alternative, la sua nuova raccolta fumettistica dall’omonimo titolo del tour, Unplugged-Graphic Novel is Back.
L’artista friulano racconta al pubblico le vicende dei Tre Allegri Ragazzi Morti, contrassegnate da un andirivieni dei membri della band.
«I Tarm sono come un treno, quando scendi non puoi più risalire», spiega Toffolo. Infatti è necessario essere costanti e impegnarsi al 100% per proseguire al suo fianco. La sua concezione compositiva è minimale: i primi brani contengono pochissimi accordi. Mai come voi è strutturato su due accordi. E Fortunello addirittura su uno solo. Toffolo chiude l’incontro suonando Sono morto e Il mondo prima, due pezzi che hanno segnato la storia della sua band.
Ti definisci un soldato di un esercito in cui le armi sono matite e strumenti musicali. Un soldato che combatte per la libertà, per l’esistenza delle diversità, delle realtà specifiche. Un soldato che combatte contro la speculazione sulle persone. Perché ogni azione ha un significato politico. Un soldato pieno di ferite. Questo è il modo in cui ti definisci artista. Nel tempo il soldato è cambiato? È la guerra si è evoluta?
Questa dichiarazione è estrapolata da un fumetto. Il contesto si colloca mentre gioco ad un videogame. È una frase intrisa di ironia contrapposta ad un atteggiamento più severo. Di base vivo gli eventi come all’interno di una guerra, per cambiare la realtà. Ma dall’altra parte, appunto, ho l’ironia per sapere che questa guerra è fatta con l’arte.
L’adolescenza e i problemi legati a questa fase della vita sono sempre stati temi della tua scrittura. Che cambiamenti osservi nelle nuove generazioni?
Non so se sono la persona giusta per descrivere questi cambiamenti. L’adolescenza di cui parlo io è poetica ed in qualche modo assoluta. Ci sono problematiche sull’identità che rimangono simili in tutte le generazioni. Gli elementi che cambiano possono essere ad esempio la fragilità dei genitori che ha prodotto degli adolescenti più coscienti. Poi per capire fino in fondo l’adolescenza è necessario parlare con loro, gli adolescenti. Ormai non scrivo molto di ragazzi, bensì degli anziani.
Graphic Novel is Dead nel 2014. Graphic Novel is Back nel 2019. Sono due autobiografie. Quali sono le differenze tra i due volumi?
Non c’è una vera differenza tra un volume e l’altro. I personaggi sono gli stessi, cioè io. La vita è la stessa, cioè la mia. Sono due capitoli, nel secondo sono riassunti i miei ultimi cinque anni di vita. Ma non è un sequel, ogni pagina contiene sketch smontabili e ricombinabili. Penso che questa modalità di scrittura mi seguirà per ancora molto tempo, per ancora un altro capitolo. Tra l’introspezione e l’analisi della mia vita. Graphic Novel is Dead nasce perché un tempo disegnare fumetti era espressione di libertà poi si è passati ad essere più strutturati. Per me la Graphic Novel è ancora disegnare fumetti in modo libero, fuori dai generi e dalle serialità.
Disegno e musica convivono di pari passo nella tua produzione. Cosa li accomuna?
Disegno prendendo dalla musica e viceversa. Bisogna precisare che molti fumettisti hanno una passione per la musica. Perché è un’arte che ha elementi visivi inglobati, ma rispetto al disegno è un’arte più immediata. Pochi sono riusciti ad esprimersi in entrambi gli ambiti. Per me sono difficilmente scindibili. Nel processo creativo qualche volta vado da una parte e ogni tanto comincio dall’altra. Certo è che mi è impossibile fare a meno di una o dell’altra.
Sei uno dei pionieri della produzione indie in Italia. Oggi questa denominazione ha perso il valore originario. Cosa ne pensi?
Nell’indie contemporaneo ci sono numerosi autori bravi. Il carattere della musica che oggi si definisce indie un po’ mi è estraneo. Provengo da una matrice più rock, mentre adesso si sono inseriti più elementi che riguardano in misura maggiore la musica leggera italiana che non il rock. Ha recuperato un certo tipo di cantautorato dimenticato. Certo per me è estraneo, io ho cominciato a fare musica contro un certo tipo di cantautorato un po’ lagnoso per abbracciare una scrittura ironica.
Come è nato il nome Tre Allegri Ragazzi Morti? Parlaci dell’idea di usare i tuoi disegni per creare un nuovo volto al gruppo.
È una storia lunga. Il nome deriva da un fumetto intitolato I Cinque Allegri Ragazzi Morti. La maschera deriva dalla Calavera del Dia de Los Muertos messicana. L’ho vista in un film vecchissimo di Ėjzenštejn e ne sono rimasto colpito. Mascherarsi nei live ha una motivazione politica. Tutti gli uomini sono delle merci e in particolare chi suona. Significa anche avere due facce, da una parte la musica è dall’altra la fisicità. Quando abbiamo immaginato i Tre Allegri Ragazzi Morti si è preferito tenere il secondo aspetto privato.
Come proseguirà questo Unplugged-Graphic Novel is Back? Altri progetti?
Si continua ancora per altre date questo tour. Il 6 dicembre saremo alla Tempesta a Roma, dove verranno presentati nuovi artisti della nostra etichetta friulana. Per la prossima primavera stiamo organizzando dei live ristretti in luoghi naturalistici in Friuli. Un ritorno a casa dopo vissuti fuori dalla nostra regione natia.
C’è un nome che apprezzi nell’attuale scena emergente?
Mi sono appassionato molto di Cumbia. Ci sono artisti di Italo-cumbia che sono incredibili come ad esempio Cacao Mental. La mia ricerca musicale si situa in questa direzione.
(a cura di Fiorella Tarantino)
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