Il Color Fest 2020 vince il Coronavirus
Suspense per la seconda serata del festival calabrese, in forse fino all’ultimo minuto per la paura della pandemia. Provvidenziale l’aiuto delle forze dell’ordine
La seconda serata dell’ottava edizione del Color Fest è iniziata con la suspense: la notte precedente, tra il 12 e il 13 agosto, la governatrice calabrese, Jole Santelli ha emanato un’ordinanza ammazzamovida, dovuta al rischio di recrudescenza del Covid-19.
Il rischio di non poter aprire i cancelli dell’agriturismo Costantino di Maida (Cz), che ha ospitato la manifestazione, e di rispedire il pubblico a casa è stato più che concreto.
Il problema è stato superato grazie alla collaborazione delle forze dell’ordine, che hanno aiutato gli organizzatori a controllare gli ingressi e ad assicurare il rispetto delle norme contro la pandemia.
Il primo a salire sul palco è Al The Coordinator, nome d’arte di Aldo D’Orrico, un virtuoso della chitarra di estrazione rock datosi con grande efficacia al folk e al bluegrass. Tra i pezzi eseguiti, fanno bella mostra di sé Erwin Last Passion e The Shepherd’s Walk. E non si può non menzionare Jumping Red Spiders, in cui il nostro molla la chitarra per il banjo.
Segue il pop rock de Le Cose Importanti, una band tosco-laziale composta dalla frontgirl Giada Sagnelli, dalla chitarrista Ylenia Procaccioli, dal bassista Umberto Andreacchio e dalla batterista Matilde Benvenuti. Sonorità chitarristiche e atmosfere trascintanti in Torneremo a parlare di niente ed Hey Macarena.
Poi un break in cui si passa dalla musica suonata a quella scritta: è la presentazione de La storia della musica del futuro, il libro deI Camillas. Assieme a Vittorio Onderei, cioè Ruben Camillas, ne dialogano Ester Apa e Armando Canzonieri.
Si riprende con Flavio Giurato, un pezzo di storia della musica indipendente. La sua chitarra si impasta quasi con la voce mentre ripercorre la sua carriera attraverso pezzi come Il Tuffatore, L’acchiappatore dell’acqua e Le promesse del mondo.
Subito dopo sale sul palco Thomas Fadimluyi, meglio conosciuto come Fadi, Il giovane artista italo-nigeriano propone un mix di soul e cantautorato. Imbraccia la chitarra per raccontare le sue storie e un po’ di sé stesso. Canzone leggera, Noi due oppure Cardine, giusto per dare qualche titolo.
È il turno del napoletano Giovanni Truppi, già premiato nella scorsa edizione del Mei. L’artista coinvolge il pubblico con le sue atmosfere morbide e intimiste e le sue interpretazioni forti, che valorizzano il contenuto esistenziale dei testi Tra i brani più appassionati, Tutto l’universo, Mia e L’unica oltre l’amore. Lo raggiunge a sorpresa sul palco Dario Brunori, che duetta con lui in Procreare, tratto da 5, l’ultimo ep del cantautore partenopeo.
Chiude la sessione, Popx al secolo Davide Panizza. Eclettico e dotato di una forte presenza scenica, l’artista trentino si muove tra l’electroclash e il pop, interpretati propinati dalle radio: ne è un esempio la versione remix di Litfiga Mid Day.
Il Color Fest 2020 chiude con un bis particolare: le esibizioni previste in aperture e sospese per i controlli anti-Covid sono spostate alla fine.
Ed ecco che riprendono possesso del palco Piove e Milvà.
Piove, al secolo Alessandro Solidoro, propone il suo mix tra pop e cantautorato. Con il nome d’arte di Milvà si presenta al pubblico Marco Villella (ex membro dei La Stazione) accompagnato dal chitarrista Luigi Crisaudo.
I due, terminate le rispettive esibizioni, sono raggiunti sul palco da Santino Cardamone, Marinelli, Praino e Cimino, che si esibiscono in una jam particolare, con cui omaggiano De André e Rino Gaetano.
È l’arrivederci, improvvisato e passionale, alla prossima edizione del festival calabrese.
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