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A proposito di giornali musicali: Donà e Di Marco si raccontano

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Le due artiste intervengono al Forum sul giornalismo all’interno del Meeting delle etichette indipendenti

Ritrovarsi e riscoprirsi non è facile e spesso non succede.

Ma in alcuni casi fortunati casi il destino riesce a incrociare percorsi che altrimenti resterebbero paralleli. Proprio così nascono alcune fortunate collaborazioni musicali, ad esempio quella tra Cristina Donà e Ginevra Di Marco.

Il loro incontro, mediato da Enrico Deregibus, si situa all’interno del Forum sul giornalismo nell’ambito del Mei 2019. Ad accompagnarle, Francesco Magnelli, musicista che vanta collaborazioni del calibro di Litfiba e Cccp. Nell’occasione si approfondisce il tema del rapporto tra giornalisti musicali ed artisti.

Le due artiste a dibattito assieme a Enrico Deregibus e Francesco Magnelli

Ginevra De Marco ricorda quando leggere i giornali musicali era l’unica fonte per venire a conoscenza delle novità sul mercato indipendente. Mucchio Selvaggio e Tutti Frutti, ad esempio, erano gli intermediari prediletti per la divulgazione di artisti altrimenti irraggiungibili perché tagliati fuori dal mainstream.

Anche Cristina Donà ricorda quando ascoltava ore intere la radio e leggeva tonnellate di recensioni dalle riviste per scoprire nuovi artisti visti poi in seguito nei live. Francesco Magnelli analizza la situazione odierna, un mondo costruito sulla base del copia e incolla. Oggi qualcosa si è perso, dai giornalisti di riferimento ai negozi di fiducia.

Dal leggere le opinioni dei giornalisti per venire a conoscenza dei nuovi musicisti ben presto le due artiste sono passate ad essere esse stesse l’oggetto della loro scrittura. Tregua, il disco di esordio della Donà, diviene disco del mese della rivista Rumore. Certo ci sono state anche recensioni negative, ma fa parte del gioco, finché non si tratta di attacchi personali.

L’incompetenza non è certo una pecca da perdonare. La Donà ricorda un’intervista con un giornalista, all’oscuro della sua carriera e della sua produzione. Questi dimostra di non sapere cosa chiedere. In quel caso, lei ha preso le redini della conversazione e ha deciso di porre le domande. Importante anche la postproduzione, per evitare di fraintendere il pensiero di chi parla.

È importante non pensare che la popolarità di un gruppo o artista possa sempre generare un giudizio positivo per ogni performance o pubblicazione. Sono penalizzati invece i piccoli artisti. Uno squilibrio da evitare secondo Magnelli.

Leggere di sé è un ottimo metodo per conoscere dei propri aspetti attraverso gli altri, sostiene Ginevra Di Marco. Molto spesso si parla e si scopre che dall’altra parte esiste già un’idea di sé, altre volte invece nascono belle chiacchierate.

Lo stesso discorso vale per le due donne, che collaborando si sono scoperte più forti di prima. È un’unione empatica senza alcuna traccia di ego o voglia di prevalere. Forse si sono sempre cercate senza trovarsi, proprio come i binari già descritti sopra. E molto spesso si pensa di poter rimandare per evitare di mettere troppa carne al fuoco. Il mondo reale ci dice di iniziare presto o altrimenti le avventure non partono mai e si perdono nel vuoto. Seppure diverse, le due artiste si erano sempre riconosciute nel loro passato. Ed infatti le due voci si abbracciano riempiendo gli spazi che una delle due ha lasciato liberi. 

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