Privé, gli Avion Travel emozionano ancora
A quindici anni dal precedente album, Peppe Servillo e soci riprendono a calcare le scene con un bel disco pieno di eleganza e nostalgia
La pausa è stata lunga: 15 anni da Poco mossi gli altri bacini, il precedente album di brani inediti.
Logico che l’attesa per Privé, uscito da poco per il prestigioso marchio Warner, ci fosse. A tutto questo si aggiunga la scomparsa precoce di Fausto Mesolella, lo storico chitarrista e fondatore del gruppo. Scontata, sulla base di queste premesse, una domanda: gli Avion Travel saranno all’altezza del passato? E ancora: la loro reunion è stata solo un’operazione commerciale astuta oppure il gruppo casertano ha ancora qualcosa da dire?
Di fronte a un album come Privé è difficile scansare due tentazioni: la critica a prescindere e l’elogio a tutti i costi. L’ideale sarebbe ascoltarlo facendo finta che non siano passati tanti anni e, magari, che l’album sia di qualcun altro.
Detto questo, Privé è un gran bel ritorno: pensato bene, composto meglio e interpretato con la classe consueta di cui sono capaci Peppe Servillo e i suoi. La presenza-assenza di Mesolella, di cui è possibile ascoltare la chitarra e la voce in Caro Maestro, si fa notare. Ma è solo l’omaggio a un amico e non un ammiccamento necrofilo.
Ma Privé è anche un album di riappropriazioni eleganti di canzoni scritte per altri artisti.
È il caso di A me gli occhi, già interpretata da Patty Pravo nel suo Radio Station (2002), che la band campana ripropone in una versione sofisticatissima arricchita dai suoni del wurlitzer, dai gorgheggi spettrali di Annamaria Di Marco e da una bella coda strumentale.
È anche il caso di Se veramente Dio esisti, che ha una storia particolare: con questa canzone, gli Avion Travel tentarono di andare a Sanremo nel 2009 ma, dopo l’esclusione, fu interpretata da Fiorella Mannoia nove anni fa. Servillo e soci la ripropongono in una versione minimale, solo piano e voce, che definire affascinante è poco.
È il caso, inoltre, di Come si canta una domanda, già interpretata dai Musica Nuda, da cui è tratto il singolo apripista di quest’album, lanciato da un bel video girato nel castello reale di Racconigi.
Non si può sottacere, infine, la collaborazione di Pacifico, autore della simpatica Alfabeto e dell’evocativa e notturna Dolce e amaro, che chiude l’album.
La formazione è ridotta, dai drammi e dalle defezioni: a tenere alta la bandiera della ormai ex Piccola Orchestra restano, assieme a Servillo, il batterista Mimì Ciaramella e il bassista Ferruccio Spinetti, coadiuvati dal nuovo venuto Duilio Galioto, che si occupa delle tastiere dallo scorso anno. Ma la musica è Avion Travel al cento per cento. Cioè ha la classe e l’eleganza di sempre.
No, non siamo davanti a un’operazione nostalgia né a un ammodernamento 2.0: i dieci brani di Privé non hanno tempo. È persino superfluo, a questo punto, raccomandarne l’ascolto, sia agli ammiratori della band sia ai cultori della buona musica.
Da ascoltare (e da vedere):
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