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Medusa: il tocco rock di Russell e Guns

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Due grandi big degli anni ’80 assieme per un esperimento gustoso a base di hair e sleaze metal, rivisti corretti e aggiornati con grinta. E, soprattutto, suonati come si deve

Non è una reunion né un esperimento. Medusa (Frontiers Records 2024), l’album recente del duo Jack Russell & Tracii Guns, è un divertissment.

Infatti, Jack Russell, fondatore e leader dei Great White, e Tracii Guns, leggendario chitarrista e leader dei mitici LA Guns, non hanno proprio bisogno di inventare cose nuove né di competere con nessuno.

Entrambi, ciascuno a modo suo, hanno già dato tantissimo nei propri anni d’oro e hanno influenzato almeno una generazione di artisti.

Tuttavia, unire le loro creatività può servire a rinverdire un genere, l’hard rock melodico, dimostrandone potenzialità inedite. Ed ecco che l’ugola d’oro dell’hair metal e la chitarra ancora feroce dello sleaze metal danno vita a undici canzoni ben concepite ed eseguite alla grande, grazie anche al supporto in studio del bassista Johnny Martin e del batterista Shane Fitzgibbon, due musicisti più che rodati (e provenienti dalla galassia LA Guns).

Tracii Guns in azione sul palco

Il tutto è arricchito dalla presenza del polistrumentista italiano Alessandro Del Vecchio, che cura la produzione e le parti di tastiera, molto incisive e spesso in primo piano ma mai invadenti.

Medusa: undici gemme di potenza e melodia

Un riff southern su cui si innestano gli accordi dell’Hammond apre Next In Line, un pezzo spedito dall’impostazione bluesy.

Decisamente più heavy e cattiva, Tell Me Why si regge sul drumming veloce e martellante e sui riff pesanti di una chitarra scatenata. Bella la parte centrale più melodica e rallentata, seguita a ruota da un bell’assolo di Guns.

Tempi veloci, ma suoni meno pesanti e decisamente più radiofonici in Coming Down, che si segnala per un refrain arioso e un coro pieno di pathos. Grande carica melodica anche nell’assolo di chitarra.

Con Where I Belong, Russell e Guns tornano su lidi più rock blues. Tempo cadenzato e riffing secco, il pezzo si tiene in equilibrio tra due influenze importanti: i Led Zeppelin e i Rolling Stones, rilette e metabolizzate con garbo.

Un po’ stradaiola e un po’ southern, For You mescola con grande efficacia ZZ Top e LA Guns più quel pizzico di melodia radiofonica che non guasta. Belle le armonizzazioni vocali nei cori e molto efficace il gioco delle tastiere, in cui il piano honky tonk si alterna con l’Hammond.

Give Me The Night è una bella lezione di hard rock anni ’80: bel riff, melodia ariosa e ottimi interventi delle tastiere. L’aor rivisto e corretto con gusto e classe.

La copertina di Medusa

In un album come questo non può mancare la ballad: provvede alla bisogna Living A Lie, un pezzone melodico ultraottantiano, col refrain in crescendo pieno di passione.

Ancora anni ’80 e ancora rock melodico nella seducente In And Out Of Love, un aor con tutti i crismi.

Molto originale Medusa: all’attacco quasi doom segue uno sviluppo da semi ballad elettroacustica, col tipico crescendo vagamente epico e riffing forte quel che basta per drammatizzare l’interpretazione di Russell.

Back In Your Arms Again è un bel rock ottantiano, un po’ epico e un po’ romantico. Non sfigurerebbe affatto in una colonna sonora retrò (per capirci, in un film di quelli con Michael J. Fox).

Chiude la aerosmithiana I Want You, retta da un bel gioco tra chitarra e tastiera.

Medusa: un album canonico con brio

Canonico quel che basta, innovativo quel che serve (e nei pochi spazi che questo genere concede alle sperimentazioni), Medusa è il classico album di scuola.

L’espressione, va da sé, è da intendere nella duplice eccezione di album suonato secondo crismi e regole d’arte e di album che, nella sua canonicità, fa scuola.

I fantastici due da sinistra: Jack Russell e Tracii Guns

Il disco di Jack Russell & Tracii Guns è un ottimo esempio di come si possa riattualizzare un genere senza tradirne le radici e la genuinità. È un crossover ben fatto tra lo sleaze (grazie ai chitarroni cattivi e un po’ sporchi e alle ritmiche tirate) e l’hair (grazie alle melodie vocali ariose, avvincenti, a tratti dolci ma mai stucchevoli).

Medusa, infine, è un esempio di come potrebbe suonare oggi il rock radiofonico se tornasse di moda. Ma in quest’ultimo caso, va bene così: le mode vanno e vengono, i classici restano. E Medusa si candida a diventare uno di essi.

Per saperne di più:

Il sito web ufficiale dei Jack Russell’s Great Withe

Il sito web ufficiale di Tracii Guns

Da ascoltare (e da vedere):

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Saverio Paletta, classe 1971, ariete, vive e lavora a Cosenza. Laureato in giurisprudenza, è giornalista professionista. Ha esordito negli anni ’90 sulle riviste culturali Futuro Presente, Diorama Letterario e Letteratura-Tradizione. Già editorialista e corrispondente per il Quotidiano della Calabria, per Linea Quotidiano e L’Officina, ha scritto negli anni oltre un migliaio di articoli, in cui si è occupato di tutto, tranne che di sport. Autore di inchieste, è stato redattore de La Provincia Cosentina, Il Domani della Calabria, Mezzoeuro, Calabria Ora e Il Garantista. Ha scritto, nel 2010, il libro Sotto Racket-Tutti gli incubi del testimone, assieme al testimone di giustizia Alfio Cariati. Ha partecipato come ospite a numerose trasmissioni televisive. Ama il rock, il cinema exploitation e i libri, per cui coltiva una passione maniacale. Pigro e caffeinomane, non disdegna il vino d’annata e le birre weisse. Politicamente scorretto, si definisce un liberale, laico e con tendenze riformiste. Tuttora ha serie difficoltà a conciliare Benedetto Croce e Carl Schmitt, tra i suoi autori preferiti, con i film di Joe d’Amato e l’heavy metal dei Judas Priest. [ View all posts ]

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