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Concorso Dsga, altra replica dei facenti funzioni

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Ci scrivono, praticamente senza firmarsi, i facenti funzioni. Stavolta li pubblichiamo tal quali e replichiamo come la loro missiva merita. Buona lettura e buon divertimento

Buongiorno, appare necessario fare alcune precisazioni riguardo un articolo edito da “L’indYgesto” il 13 aprile scorso riguardo il prosieguo del concorso ordinario sui Direttori S.G.A.

Sulla modalità dello svolgimento delle prove orali e soprattutto sulla loro regolarità si esprimerà e attiverà chi di dovere, dato il blocco totale su ogni procedura concorsuale, escluse quelle a livello di organico sanitario; e partiamo proprio da qui perché già è sospetta l’enfasi dedicata a “questo” specifico concorso, visto che, come già detto, sono stati bloccati TUTTI i concorsi (eccezione riportata esclusa), di varia rilevanza, quindi questa geocentricità appare alquanto fuori luogo.

Partendo dal presupposto che nessuno nega la legittimità di detto concorso, non pare così ineluttabile la sua conclusione a dispetto di altri concorsi di evidenza pubblica, e poi bisogna necessariamente far notare che diverse affermazioni riportate non corrispondono a esattezza e alla realtà.

Andiamo in ordine: il messaggio di Fusacchia ha un esordio veramente di pessimo gusto e poco qualificante (vedere per credere i suoi “auguri pasquali”); nell’articolo scrivere poi che “si rischia di protrarre l’illegittimità che ha dato adito a ricorrere ai Dsga facenti funzioni per un altro anno” è fuori dalla realtà, visto che tali
funzioni sono regolamentate e legittimate dai vari CCNL e dal CCNI (altro che “illegittimità”!), normative contrattuali GRAVEMENTE ignorate da chi ha pubblicato quel virgolettato che prosegue con un grave “con risultati non proprio bellissimi” dal tenore alquanto offensivo per chi, sappia l’articolista, ha svolto tale funzione in modo egregio per anche un ventennio; anche qui asserzione totalmente fuori luogo meritevole di chiarimento se non di rettifica.

Ma questo tono continua, infatti si legge “tuttavia c’è dell’altro, l’attuale congelamento del concorso finirebbe con l’avallare le pretese di varie sigle sindacali, che avevano chiesto a gran voce, con tanto di proteste pubbliche, la stabilizzazione nel ruolo di Dsga dei facenti funzioni, nella stragrande maggioranza privi dei titoli legali minimi previsti dalla legge per queste mansioni delicatissime”: un periodo colmo di assurdità e gravi inesattezze; dia spiegazioni a quel “tuttavia c’è dell’altro”, anche qui dal tenore fuori luogo, come ci fosse un prosieguo di chissà quali nefandezze già fatte… dia spiegazioni di quanto improvvidamente affermato! Con quale autorità fa passare per “pretese” le più che legittime RICHIESTE non di varie, caro Lei, ma di TUTTE le OO.SS. Scolastiche? E sappia che le sue presunte “proteste” si chiamano manifestazioni, (sempre svolte in modo civile, queste…) e scioperi, altri strumenti DEMOCRATICI previsti costituzionalmente e che fanno parte del lavoro che devono svolgere le OO.SS., laddove non lo sapesse, e anche a “gran voce”, laddove necessitasse! Democratici dicevo, al contrario di un continuo tono degno di una dittatura sudamericana, tesa a sopprimere ogni diritto civile, come tristemente leggiamo in queste dichiarazioni.

Altra manifesta dimostrazione di ignoranza nel campo è asserire, sempre con tono altero, “nella stragrande maggioranza privi dei titoli legali minimi previsti dalla legge” visto che l’articolista ignora bellamente che anche la stragrande maggioranza dei Dsga in ruolo… ne è sprovvista! E nel periodo leggiamo anche, Dulcis in fundo, “per queste mansioni delicatissime che sono di tipo dirigenziale”; in primo luogo si informi prima di scrivere cose errate: la dirigenza nella scuola è una prerogativa ESCLUSIVA del Dirigente scolastico (gli ex presidi, per darLe un’idea) mentre il Dsga ha carattere e mansioni direttive, quelle “mansioni delicatissime” che, si ricorda nuovamente, sono state svolte in maniera più che EGREGIA per anni, se non decenni, e che se sono state LEGITTIMAMENTE assegnate per così tanto tempo, senza che nessuno nel Ministero abbia avuto a che ridire, La dovrebbe far riflettere molto, checché ne scriva e ne sappia.

Purtroppo il già lamentato e abusato tenore non si ferma qui, infatti proseguendo nella lettura ecco il “ricorso massiccio ai facenti funzione” come se si rivolgesse a una bassa manovalanza utilizzata a cottimo, altra espressione veramente sgradevole per la professionalità dimostrata dai Dsga ff e nuovamente fuori luogo.

Per finire l’accorata menzione “il Presidente della Repubblica in persona, di riportare nella piena legalità costituzionale l’amministrazione scolastica” è degna di miglior causa, visto che di nuovo ignora che ci sono sentenze della Corte Costituzionale che consentono l’uso di strumenti quali il concorso straordinario riservato e anche la mobilità verticale (vigente in TUTTA la PA), emendamenti politici, tutti strumenti LEGALI E LEGITTIMI per porre fine a questa situazione; spiace dover constatare che aver svolto una funzione superiore per ben oltre i tre anni previsti dalla Corte Europea (mi auguro sappia cosa sia) per cui scatta la procedura di regolarizzazione, non sia per Lei un DIRITTO A PIENO TITOLO, per lo meno civile e sociale se non (per ora) legale per rivendicare un profilo in cui abbiamo lavorato evitando il blocco dell’intera amministrazione scolastica in più di UN TERZO delle scuole della nazione, subendo persino indebite decurtazioni stipendiali che solo in sede giudiziale sono state poi riconosciute legittime: sa come si chiama il diritto da noi reclamato? MERITOCRAZIA. Conosce questo termine? Va tanto di moda ma raramente usato; ebbene, questa sarebbe l’occasione giusta per metterla in pratica.

Alessandro Fusacchia

In conclusione questo equivoco articolo, condito da errori e più o meno latenti ricusazioni, quando non offese, può avere solo due genesi: o da qualcuno di parte, pervicacemente avverso ai Dsga ff (chissà, forse proprio un partecipante al tanto calorosamente difeso concorso da finire, pena la fine del mondo conosciuto?), o, non con poca meraviglia, da qualcuno con profonda ignoranza, come ampiamente mostrato, della materia scolastica e legislativa in genere e anche portato a un tono espressivo al limite dell’offesa. Ma questo lo può sapere solo Lei.

Un caro saluto dai suoi tanto osteggiati e denigrati DSGA FF

Egregia Amelia Sparavigna,

mi rivolgo solo a Lei, nel rispondere, perché la Sua è l’unica firma che posso attribuire con certezza al documento, che ho ricevuto da una Sua e mail, a dispetto dell’intenzione di volerne attribuire il contenuto a tutti i Dsga facenti funzioni.

Al riguardo, non trovo superfluo precisare che le firme collettive, qualora non siano corredate da un elenco di firme individuali (come si fa per le petizioni) oppure non siano riconducibili a un soggetto rappresentativo (basta un comitato, mica si pretende una sigla sindacale) non hanno un valore maggiore delle non firme.

In pratica, il Vostro è quasi un documento anonimo a cui rispondo solo perché convinto che la sua non riconducibilità a un soggetto collettivo sia il frutto di sciatteria anziché di malafede.

Ulteriore precisazione: di solito sottopongo a editing scrupoloso tutti i documenti che ricevo, compresi i comunicati stampa redatti dai miei colleghi più bravi, perché sono convinto che i lettori de L’IndYgesto abbiano il diritto di leggere testi redatti nel linguaggio più chiaro possibile.

Stavolta faccio eccezione e pubblico tal quale, perché sono convinto di rendere un servizio migliore ai lettori facendo capire loro quale sia la pratica reale della lingua italiana in non pochi settori della Pa, inclusa l’amministrazione scolastica.

Ma tant’è: non si può pretendere un linguaggio chiaro quando non sono chiari i concetti. Né, di fronte a così poca chiarezza di idee, si può pretendere la cosiddetta netiquette (a proposito, cara signora Sparavigna, sa che nel gergo del web scrivere a tutte maiuscole significa urlare? Qui si va oltre l’ortosintassi e si sconfina nel galateo…).

Francesco Sinopoli

Ma veniamo ai contenuti.

Non amo celebrare i processi alle intenzioni. Tantomeno amo subirli, perciò prego Lei e i Suoi colleghi di tenere per voi le varie “teorie del complotto”, molto in voga in non pochi ambienti, soprattutto quelli chiusi e spesso “castali” degli uffici pubblici e di cui date un bell’esempio con l’espressione «è sospetta l’enfasi dedicata a “questo” specifico concorso».

E lasciate stare Fusacchia, che è intervenuto domenica per rispondere alle richieste dei candidati al concorso per Dsga e, da persona educata, ha fatto gli auguri di Pasqua.

Piuttosto, se proprio volete dibattere, vi invito a rispondere a un quesito banale che ne contiene molti non banali: è vero o non è vero quel che ho scritto?

Temo che lo sia. È vero, ad esempio, che questo concorso merita una certa attenzione perché è in una situazione paradossale: i candidati in cinque regioni conoscono già i risultati degli scritti e le relative graduatorie, gli altri no. Tutto questo è dovuto al fatto che le cinque commissioni in questione sono riuscite a terminare le correzioni prima del blocco totale dovuto all’emergenza sanitaria; le altre no, pur essendo ancora nei termini (ricordo ai lettori che il termine era previsto per metà marzo e il blocco è sopravvenuto il 10 marzo, con il dpcm di Conte…). Che facciamo? Visto che c’è la pandemia teniamo congelato anche questo paradosso per un altro anno scolastico? Consideriamo bruciati i soldi investiti finora dallo Stato per espletare le preselezioni dello scorso giugno e le prove scritte dello scorso novembre? Peggio ancora, vogliamo considerare uno sperpero i quattrini investiti dai candidati per l’acquisto dei manuali, per i corsi di preparazione e le trasferte? Non le pare, cara signora, un’ingiustizia anche questa?

È vero che c’è il congelamento delle attività pubbliche. Ma questo congelamento non riguarda le scuole e le università che continuano le proprie attività didattiche attraverso la rete. Al punto che ora si ipotizzano gli esami di Stato e le sedute di laurea online. Se le cose stanno così, nulla vieta che si emani un decreto che disciplini nei dettagli lo svolgimento degli orali online: è solo questione di volontà politica, che non appartiene ai candidati né a voi, ma – come giustamente si nota nel vostro documento – a chi «di dovere».

Non cito qui per l’ennesima volta le sentenze della magistratura amministrativa e costituzionale che dichiarano illegittime pretese come le vostre: l’articolo del 13 aprile non è l’unico ma l’ultimo di un “dossierino” dedicato dall’IndYgesto a questa vicenda: rinvio agli altri articoli, in cui cito gli estremi delle sentenze, delle norme e della contrattazione collettiva che vi sta tanto a cuore. Troverete tutto.

Allo stesso tempo, vi invito io a fornire gli estremi della giurisprudenza che vi darebbe ragione.

Per farla breve, mi limito a una breve riflessione: in tutti i manualetti di preparazione al concorso si parla di gerarchia delle fonti e si apprende che, comunque, la Costituzione e le leggi prevalgono su tutto il resto e che le fonti derivate, specie quelle di tipo pattizio (le varie contrattazioni) non possono derogare alle fonti superiori, a meno che queste non lo consentano esplicitamente. Lo so, il discorso ora è più complicato perché ci sono le norme europee: ma siamo davvero sicure che queste, assieme alla giurisprudenza della Corte di giustizia, avallino le vostre richieste?

Sempre a proposito di fonti: credo bene che non mettete in discussione la legittimità del concorso. Non potreste, perché il bando che l’ha indetto è legge dello Stato.

A questo punto, mi permetto di formulare un concetto: più è legittimo il concorso più sono illegittime le vostre richieste. Già: il bando, nel richiedere la laurea specifica non ha fatto altro che recepire i parametri introdotti dalla contrattazione collettiva siglata dai vostri rappresentanti sindacali e li ha cristallizzati in una legge.

Il fatto che non siano stati banditi concorsi per vent’anni (cioè mai) per assumere Dsga è un demerito dello Stato, non un vostro titolo di merito. Il fatto che siate stati “costretti” a supplire lacune organizzative dello Stato vi può legittimare al passato, ma non verso il futuro. Soprattutto, non può costringere il mondo delle scuole a sostituire le sanatorie alle selezioni. Ma le vostre richieste dovrebbero allora indirizzarsi altrimenti (alla retribuzione, ad esempio, o alle poche verticalizzazioni a malapena praticabili, quale quella verso la categoria C) e non verso ciò che non si può avere.

Una riflessione a proposito del diritto di manifestare, che nessuno vi nega. Io ne faccio solo una questione di modi. A proposito della vostra protesta avvenuta a Montecitorio lo scorso 11 novembre, mi sento ancora in dovere di censurare un’espressione utilizzata da Francesco Sinopoli della Flc-Cgil: «La laurea nel vostro caso è un’invenzione».

Una castroneria giuridica e un insulto morale. Se Sinopoli ha detto questo in buona fede, ha fatto un torto al proprio background, in cui figurano una laurea in Giurisprudenza e un dottorato in Diritto del lavoro. Ma tralasciamo il diritto (che non avete…) e andiamo all’etica, che voi comunque invocate: siamo sicuri che in quell’espressione non ci sia anche uno sputo in faccia alla generazione dei vostri figli, che ha passato botte di ore nelle aule e sui libri per avere meno dei propri genitori che non hanno fatto altrettanto?

Tutto il resto sono chiacchiere.

Se non fosse sopraggiunto il virus, parleremmo di nulla, perché le procedure concorsuali sarebbero ora in drittura d’arrivo.

Non celebro processi alle intenzioni, vi ripeto, per cui non mi permetto di cavillare sul fatto che sta più a cuore a voi il congelamento del concorso di quanto non lo stia ai candidati la sua ripresa. Se volessi celebrare questo processo avrei un ottimo indizio in una proposta di un vostro rappresentante: Diego Milan, il quale chiede la riformulazione dei contratti collettivi per ridimensionare il requisito della laurea specialistica.

Nessuno nega il vostro impegno e i vostri meriti. Però questi e quello devono essere valutati nell’ambito dell’intera società e non solo di un singolo settore. Al riguardo, mi preme ricordare che gli osservatori internazionali, a partire dall’Ocse non sono troppo lusinghieri sui livelli di istruzione e di capacità degli studenti, che sono il principale prodotto delle scuole e dovrebbe perciò essere curato da tutti, docenti e amministratori, come se fosse l’unico.

Per concludere: non vi interessa sapere cosa abbia stimolato l’interesse dell’IndYgesto e mio sulla vostra vicenda. Vi basti sapere che averlo fatto nel modo in cui l’ho fatto rientra nelle mie prerogative professionali e nei miei diritti deontologici.

Se volete, replicatemi pure. Ma fatelo con argomenti e modi consoni. Soprattutto, mettete da parte illazioni, allusioni e questi toni, che spero non vi siano abituali: non vorrei essere costretto a tutelare l’onorabilità mia, dello staff che mi aiuta e della testata ricorrendo nei vostri confronti ai mezzi legali utilizzati di solito nei confronti di noi giornalisti.

Cordialmente,

Saverio Paletta

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