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Queen Of Hearts è il secondo, potentissimo album dei finlandesi King Company, che mescolano power metal e hard melodico con rara efficacia

Bella la copertina un po’ sessista, come vuole certa tradizione del rock duro, di pari livello il contenuto di Queen Of Hearts, il secondo album dei finlandesi King Company.

A differenza di altre, recenti iniziative della Frontiers Records, i King Company non sono un raffinato side project ma una band autentica, anzi quello che una volta si sarebbe detto un supergruppo.

I King Company

Infatti, i King Company si formano nel 2014 su iniziativa del batterista Mirka Rantanen, protagonista di primo piano della scena lappone, con una lunga militanza iniziata agli albori del millennio a fianco di Timo Kotipelto dei mitici Stratovarious, proseguita per oltre un decennio nei Thunderstone e poi negli Warmen e negli Raskasta Joulua curiosa coverband specializzata nelle versioni metal dei classici natalizi.

Rantanen ha coinvolto nella sua iniziativa l’ottimo chitarrista Anti Wirman, anche lui proveniente dagli Warmen e collaboratore degli storici Children Of Bodom, e il potentissimo cantante Parsi Rantanen (nessuna parentele col batterista: è solo omonimia), pure lui ex Thunderstone e Warmen.

A completare il gruppo, il tastierista Jari Pailamo (già negli Kiuas e nei Ponies To Kill) e il bassista Time Schleifer degli Enfarce

Con Queen Of Hearts, uscito lo scorso autunno dopo un cambio di formazione significativo (il frontman Rantanen ha dovuto mollare per seri problemi alle corde vocali ed è stato sostituito dall’italoargentino Leonard F. Guillian, reclutato in assoluta emergenza attraverso Youtube) la band conferma la direzione musicale lanciata nel buon esordio One For The Road: un hard rock melodico molto robusto legato alla lezione di Rainbow e Whitesnake con qualche puntata decisa nell’heavy e, giusto per non smentire le proprie radici, nel power.

La copertina di Queen Of Hearts

Non a caso, la title track che apre l’album è un bel pezzo power tirato e graffiante dall’incedere veloce e arioso. Ottima la prestazione del nuovo cantante e, a mo’ di ciliegina sulla torta, un duetto micidiale tra chitarra e tastiera.

Più cadenzata, One Day Of Your Life esplode da subito con un riffone alla Whitesnake, che sfocia in un refrain teso e potente e in un coro americano che ricorda tanto i Rainbow dell’era Graham Bonnet.

Con Stars i finlandesi virano in maniera decisa sull’aor, grazie a un efficace arrangiamento in cui chitarra e tastiere si combinano in buon equilibrio.

Living In A Hurricane è un omaggio riuscito agli ultimi Europe, che a loro volta hanno mollato l’aor degli esordi e, dal 2015, hanno rinverdito anch’essi la lezione dei Rainbow.

Stesso discorso per Under The Spell, che inizia con un riff vagamente sabbathiano ma cresce con un mix di citazioni di Whitesnake e Rainbow così ben miscelate da far invidia a Joey Tempest e soci.

Never Say Goodbye è una ballad ottantiana che in album come questo è praticamente inevitabile. Ottimo l’approccio melodico, a cui i King Company aggiungono un buon tiro ritmico, che evita scadimenti nella melassa.

Il power rifà capolino nella tosta Learn To Fly, letteralmente dominata dal riff killer di Wirman su cui Guillian ricama una linea melodica epica e ariosa.

Berlin è un hard settantiano dai suoni moderni che rinvia agli Whitesnake con in più un bel riff zeppeliniano.

King For Tonight è un’incursione potente nell’aor caratterizzata da una chitarra più sostenuta rispetto ai canoni del genere e interpretata con gran mestiere.

Living The Dream è la seconda ballad di Queen Of Hearts, un lento dal cantato arioso che si libra su un tappeto di chitarra acustica, tastiere e archi.

In chiusura, l’hard di classe di Arrival, un brano dalle atmosfere notturne che richiamano di nuovo Whitesnake e Rainbow.

Una chicca in appendice: la versione acustica di Never Say Goodbye, bonus track nell’edizione giapponese, che esalta la convincente linea melodica dell’originale.

Ottima conferma per i King Company, Queen Of Hearts è un album dal livello qualitativo elevato, dal songwriting costante e senza cedimenti.

La Finlandia non è solo la patria adottiva del power metal ma è capace di produrre artisti in grado di mirare al mainstream con eleganza e senza sbracature.

Se amate il buon rock, quest’album fa per voi.

Per saperne di più:

Il sito web ufficiale dei King Company

Da ascoltare (e da vedere):

Il video ufficiale di Living In A Hurricane
Il lyric video di One Day Of Your Life
Never Say Goodbye
Living The Dream

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Saverio Paletta, classe 1971, ariete, vive e lavora a Cosenza. Laureato in giurisprudenza, è giornalista professionista. Ha esordito negli anni ’90 sulle riviste culturali Futuro Presente, Diorama Letterario e Letteratura-Tradizione. Già editorialista e corrispondente per il Quotidiano della Calabria, per Linea Quotidiano e L’Officina, ha scritto negli anni oltre un migliaio di articoli, in cui si è occupato di tutto, tranne che di sport. Autore di inchieste, è stato redattore de La Provincia Cosentina, Il Domani della Calabria, Mezzoeuro, Calabria Ora e Il Garantista. Ha scritto, nel 2010, il libro Sotto Racket-Tutti gli incubi del testimone, assieme al testimone di giustizia Alfio Cariati. Ha partecipato come ospite a numerose trasmissioni televisive. Ama il rock, il cinema exploitation e i libri, per cui coltiva una passione maniacale. Pigro e caffeinomane, non disdegna il vino d’annata e le birre weisse. Politicamente scorretto, si definisce un liberale, laico e con tendenze riformiste. Tuttora ha serie difficoltà a conciliare Benedetto Croce e Carl Schmitt, tra i suoi autori preferiti, con i film di Joe d’Amato e l’heavy metal dei Judas Priest. [ View all posts ]

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