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L’Anas "boccia" le tute verdi calabresi che si distinsero a Rigopiano

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Chiedevano un inquadramento consono, ma il Giudice del lavoro li ferma. E il sindacato protesta

Svolgono per più di 15 anni mansioni speciali, anche piuttosto delicate, chiedono il riconoscimento delle mansioni svolte e aprono la vertenza.

Risultato: il Giudice del lavoro li condanna a risarcire la loro azienda, l’Anas.

Di sicuro la decisione della magistratura sarà stata legittima. Ma neppure le pretese, a dirla tutta, sembrano infondate.

Lo segnala Antonio Guido, il segretario nazionale aggiunto di Sav-Orsa, una sigla autonoma che tutela gli operatori della viabilità.

A cosa, nello specifico, si riferisce Guido? La vertenza riguardava alcuni lavoratori Anas dei posti di manutenzione di Frascineto e Campotenese, a nord della Calabria, che non è una zona facile, vista la presenza della catena del Pollino, che segna il confine con la Basilicata. Questi lavoratori, parrebbe senza alcun inquadramento specifico, si erano distinti nella guida dei mezzi antineve (gatti delle nevi e spazzaneve), che in una zona montuosa sono quasi un requisito minimo.

Non si entra nel dettaglio della vertenza. Ma ci si limita a evidenziare come la decisione giudiziaria sia intervenuta in un momento piuttosto delicato nella vita dell’Anas, cioè la fusione con Fs, diventata effettiva dal 19 gennaio. Guarda caso, poco dopo la messa in onda della puntata di Presa Diretta, in cui sono state messe, invece, in evidenza le disfunzioni dell’azienda che gestisce la viabilità, in particolar modo in Calabria.

«Certo, l’opera di denuncia è importante», spiega Guido. Ma, prosegue, «sarebbe altrettanto importante, per noi, sapere che il lavoro di chi, senza esitare, svolge mansioni rischiose venisse apprezzato. Si dice che il pesce puzzi dalla testa e forse anche per Anas è così. Ma questo non vuol dire che il corpo dell’azienda, costituito dai lavoratori sia tutto malato». Anzi: «Si pensi che alcuni di essi si sono fatti valere a Rigopiano, dove hanno aiutato i loro colleghi abbruzzesi a soccorrere le persone in difficoltà».

Ma, evidentemente, ironizza Guido, «la preoccupazione di certi vertici sembra essere soprattutto l’efficace gestione delle vertenze mosse dal personale».

Dall’ironia il segretario di Sav passa ai toni beffardi, quando conclude la sua nota con un: «Grazie, presidente Armani».

 

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Saverio Paletta, classe 1971, ariete, vive e lavora a Cosenza. Laureato in giurisprudenza, è giornalista professionista. Ha esordito negli anni ’90 sulle riviste culturali Futuro Presente, Diorama Letterario e Letteratura-Tradizione. Già editorialista e corrispondente per il Quotidiano della Calabria, per Linea Quotidiano e L’Officina, ha scritto negli anni oltre un migliaio di articoli, in cui si è occupato di tutto, tranne che di sport. Autore di inchieste, è stato redattore de La Provincia Cosentina, Il Domani della Calabria, Mezzoeuro, Calabria Ora e Il Garantista. Ha scritto, nel 2010, il libro Sotto Racket-Tutti gli incubi del testimone, assieme al testimone di giustizia Alfio Cariati. Ha partecipato come ospite a numerose trasmissioni televisive. Ama il rock, il cinema exploitation e i libri, per cui coltiva una passione maniacale. Pigro e caffeinomane, non disdegna il vino d’annata e le birre weisse. Politicamente scorretto, si definisce un liberale, laico e con tendenze riformiste. Tuttora ha serie difficoltà a conciliare Benedetto Croce e Carl Schmitt, tra i suoi autori preferiti, con i film di Joe d’Amato e l’heavy metal dei Judas Priest. [ View all posts ]

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