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«Gli elenchi? Ma sì, consegniamoli pure»

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Parla Ernesto d’Ippolito, gran maestro onorario del Goi: comunque abbiamo ragione noi, diamo pure le liste perché non dobbiamo temere nulla

Riportiamo integralmente la lettera di Ernesto d’Ippolito al presidente del Collegio dei maestri venerabili della Calabria del Grande Oriente d’Italia. Avvocato di fama e liberale di ferro, il cosentino d’Ippolito è una figura importante del Goi, di cui è attualmente gran maestro onorario, ottenuto dopo una lunga carriera iniziatica (è un 33) e dopo mezzo secolo di militanza massonica vissuta in prima fila. Basta digitare d’Ippolito su Google per capire che l’avvocato ha difeso Licio Gelli, ha tenuto le redini del Goi, prossimo allo sfascio dopo la scissione di Di Bernardo e l’inchiesta di Cordova. Per lui, stimatissimo dai suoi concittadini, il grembiule non è mai stato un problema. Infatti, d’Ippolito, che è anche presidente della prestigiosa Accademia Cosentina, non ha mai fatto mistero della sua iniziazione. Una voce autorevole, la sua, che lancia un messaggio forte proprio dalla regione da cui è partita l’ennesima inchiesta sulla (a livello giudiziario) e contro (a livello politico) la libera muratoria. Ascoltiamola. Anzi, leggiamola.

Carissimo,

da tempo la pubblica opinione, quantomeno quella della nostra Regione, è afflitta dalla ripetitiva bordata di calunnie e di sospetti, che coinvolge, almeno tenta, la Massoneria Universale. Se, come si afferma, la calunnia è un venticello, quella che, dilagando sui giornali, costringe i lettori a porvi attenzione, circa la Massoneria, puntualmente di ritorno, dopo tanti anni dalla penosa attenzione pretesa in sede giudiziaria, è, sempre più, rovinosa ed impetuosa. I lettori, un giorno sì e l’altro pure, si vedono costretti a verificare se abbia qualche credito, se appalesi una qualche, minima, fondatezza, le accuse della Presidente della Anti-mafia Bindi a carico della Massoneria, quantomeno della gestione della Istituzione in Calabria. Ovvero se appaia, di contro, munita di argomenti e raziocinio la resistenza dei Massoni a fornire, appunto all’Anti-mafia, “l’elenco degli iscritti”.-

Per chi nasca da una cultura della logica e del raziocinio (Immanuel Kant), da una tradizione illuminista (D’Alambert, Diderot, Rousseau), è davvero agevole mostrare quanto infondate siano ed appaiano le pretese di investigazioni, all’interno di una iniziazione esoterica. E di come, ancor più, sia, ed appaia, come odiosa la “stranezza (“stranezza”?)”, sol che si rilevi come il tentativo di devastare la privacy dei Massoni ne esalti l’ingiustizia. Ci saremmo aspettati, prima e più, indagini sugli “iscritti” dell’Opus Dei. E poi partiti politici, sindacati, complessi industriali, organizzazioni economiche. Ed invece no. La Massoneria, e solo la Massoneria, e nessun altro, e nessuno prima, e nessuno invece. Ma, una volta stabilito (è facile, è scontato, è evidente) che la ragione sta dalla parte dei Massoni, e di quanti oggi curandone gli elenchi ritengono adeguatamente tutelati i doveri costituzionali, attraverso il puntuale deposito, presso la Questura, di quanti siano stati iniziati (ci si “iscrive” ad un partito, ad un sindacato, ad una Associazione culturale. L’iniziato è iniziato. Riceve un afflato, la trasmissione di una verità, il privilegio di etiche più sofisticate).-

Ma, una volta stabilito chi ha ragione e perché, ne discende che, dunque, pertanto, per questo, si deve intrattenere il lettore? Oppure, il democratico convinto, il liberale più coerente ha il diritto di rinunziare, per una volta, alla tutela dei propri diritti, mostrando, anche così, da che parte sta, stava, starà, il Massone?.-

Ecco. Io desidero, rivolgendomi ai responsabili di tutte le Logge della Calabria, ai Maestri Venerabili di tutte le Officine di questa Regione. Perché, consapevoli delle ragioni, giuridiche ed etiche, in virtù delle quali non esiste ragione giuridica e/o morale perché gli elenchi degli Iniziati Massoni, oltre che alle Questure d’Italia siano consegnati ad altri organismi od istanze chiedo che, dunque, gli elenchi siano tosti consegnati anche agli appunti privati dell’Onorevole Bindi. E mi sia consentito di cominciare l’elenco. Sono Ernesto d’Ippolito, da oltre 50anni Iniziato alla Massoneria Universale. Sono pronto a rinunziare alla garanzia costituzionale, che pure so mi compete, non ho obiezioni di nessun genere a che la mia condizione di Massone sia conosciuta da chiunque può avervi un qualche interesse. Gradirei che il tema venisse affrontato, nei termini appena espressi, e si desse corso ad una conclusione, finalmente ariosa e sinceramente operativa.-

Tre abbracci.-       

 Ernesto d’Ippolito

 

 

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Saverio Paletta, classe 1971, ariete, vive e lavora a Cosenza. Laureato in giurisprudenza, è giornalista professionista. Ha esordito negli anni ’90 sulle riviste culturali Futuro Presente, Diorama Letterario e Letteratura-Tradizione. Già editorialista e corrispondente per il Quotidiano della Calabria, per Linea Quotidiano e L’Officina, ha scritto negli anni oltre un migliaio di articoli, in cui si è occupato di tutto, tranne che di sport. Autore di inchieste, è stato redattore de La Provincia Cosentina, Il Domani della Calabria, Mezzoeuro, Calabria Ora e Il Garantista. Ha scritto, nel 2010, il libro Sotto Racket-Tutti gli incubi del testimone, assieme al testimone di giustizia Alfio Cariati. Ha partecipato come ospite a numerose trasmissioni televisive. Ama il rock, il cinema exploitation e i libri, per cui coltiva una passione maniacale. Pigro e caffeinomane, non disdegna il vino d’annata e le birre weisse. Politicamente scorretto, si definisce un liberale, laico e con tendenze riformiste. Tuttora ha serie difficoltà a conciliare Benedetto Croce e Carl Schmitt, tra i suoi autori preferiti, con i film di Joe d’Amato e l’heavy metal dei Judas Priest. [ View all posts ]

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